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l'arti; Quarta — Italia Meridionale
Anche le corde armoniche di minugia d'agnello, che fabbricansi in Napoli, godono, come quelle di Roma, di un'antica rinomanza mondiale. Tanto a Napoli come a Roma il segreto di questa fabbricazione è in mano di famiglie abruzzesi, originarie per lo più dei piccoli Comuni di Musellaro e Salle, nel Chietino. Se ne fabbricano d'ogni prezzo e d'ogni qualità, vale a dire, bianche o colorate, vestite o 110 di fili metallici d'ogni diametro e lunghezza e per qualsiasi strumento musicale.
Elegantissimi i lavori in cera: le candele, sempre rinomate, reggono ora al paragone delle celebri veneziane. Nò mancano le candele steariche quantunque si sia in un paese ove abbonda l'olio da ardere.
L'industria serica, assai più sviluppata nella vicina San Leucio (in provincia di Caserta), è in fiore anche nella provincia di Napoli.
L'industria saponaria ha avuto un grande incremento per le fabbriche moderne di Napoli, sì che oltre il consumo locale, esportansi saponi bianchi, colorati e profumati e saponette cosmetiche.
La provincia conta sette fabbriche di vetri e cristalli, la principale delle quali è a Resina.
I gioiellieri di Napoli godono meritamente di molta fama per l'elegante semplicità ed esattezza dei disegni nei loro lavori di gusto delicato ereditato dai Greci. Le lave-vesuviane soiio bellamente adoperate dall'arte, lavorate, pulite, intagliate, trasformaci in collane, armi®, lecchini e in vanì altri ornamenti specialmente femminili, del pari che in sigilli, scatole, vasi e altri siffatti arnesi. I lavori in metalli preziosi, cosidetti di Ghiaia, alla bontà del metallo accoppiano la squisitezza dell'arte e la diligenza della fattura. Godono bella fama e 1 forestieri ne fanno volentieri acquisto quando, nei braccialetti, pettini, orecchini, collane, anella, vedono richiamate in onore le forme leggiadre delle antiche manifatture di Pompei.
II maggior numero delle fabbriche di lavori in argilla e altre terre è nei dintorni di Napoli, ove formicola 1111 popolo di operai. Ye n'ha una fra le altre alla Marinella che, dalle stoviglie di Faenza alla porcellana opaca, dà opera a molte e varie manifatture: maioliche invetriate, terraglie imitanti le inglesi, mattoni colorati variamente a guazzo e invetriati, mattoni incisi a mosaico 0 in rilievo, vasi per piante, sedili ed altro che imitano cippi, are ed ogni gentile forma degli antichi, busti e ritratti dal vero, vasi e stoviglie all'etnisca, all'egizia ed alla foggia siculo-greca, ecc. Tutti questi e simigliatiti lavori in argilla sono comperati avidamente dai forestieri e formano un capo eli traffico vantaggioso alla città.
Nò mancano fabbriche di strumenti musicali, specialmente di pianoforti.
Dove non corre nel mondo la fama delle paste alimentari ed 111 ispecial modo dei famosi maccheroni di Napoli ? I principali stabilimenti meccanici di questa derrata, di cui sì fa un gran consumo in paese ed una 11011 ìnen grande esportazione all'interno ed all'estero, trovatisi a San Giovanni a Tcduccio, Torre Annunziata e Ponticelli, ma 111 questi stessi Comuni ed in altri, e specialmente in quello di Gragnano, trovansi altresì molte fabbriche a mano. Nel complesso la fabbricazione delle paste da minestra occupa nella provincia più di 3000 persone.
Ma le industrie più importanti della provincia sono presentemente quelle meccaniche esercitate in parte dal Governo e in parte dalle Società ferroviarie 0 da privati. Basti citare fra le officine governative quelle dipendenti dal Ministero della guerra e della marina nella regia Fonderia, nella Fabbrica d'armi di Torre Annunziata e nello Arsenale marittimo; tra le officine ferroviarie quelle di Tietrarsa e di Granili; tra le officine private quelle di Armstrong a Pozzuoli, dell'Impresa Industriale Italiana a Castellammare; di Guppy, De Luca, Pattìson ed altri a Napoli, ecc. Queste varie lavorazioni occupano circa 17,000 operai. Le industrie di tutta la provincia ne occupano circa 50,000*