Provincia di Napoli
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La collina degli Astroni porge uno dei più belli esempi di cratere vulcanico. I suoi fianchi sono formati da letti di tufo vulcanico resistente, nel centro del cratere è un monticello di lava trachitica, e nel suo lato est un'altra massa della medesima roccia.
5. Monte Nuovo (tig. 3). — Fra i duo laghi d'Averne e Lucrino, di origine relativamente recente (1538), ergesi questo tronco di cono alto circa 140 metri, di cui l'istoria ci fu tramandata da quattro testimoni dell'eruzione: Marcantonio delli Falconi, Pietro Giacomo di Toledo, Simone Porzio e Francesco di Nero (1).
Sembra che fai 1536 al 1538 i dintorni di Napoli fossero scossi da frequenti tremuoti. Nel settembre del 1538 essi succederonsi con rapidità spaventosa e il dì e
Fig. 3, — Il Monte Nuovo presso Pozzuoli.
la notte del 28 le scosso sommarono a più di 20 sollevando l'intiera costa da Miseno a Goroglio in modo che il mare si ritrasse, dicesi, più di 200 passi dall'antica linea costiera lasciando una grande quantità di pesci morti sulla spiaggia innalzata per tal modo dal livello primitivo del mare. Nell'istesso tempo l'antico tufo vulcanico, che forma la roccia fondamentale della regione, sprofondò formando un golfo da cui sgorgò acqua fredda in prima e poi calda. A ciò tennero dietro il 29 densi volumi di vapori onusti di lapilli e ceneri pumicee che condensate in aria caddero in rovesci di melma nera la quale giunse sino a Napoli allagando nel passaggio Pozzuoli.
Il mattino del 30 a buon'ora il carattere dell'eruzione cambiò improvvisamente. L'ejezione od il getto dell'acqua calda e della melina cessò; e la bocca del nuovo cratere vomitò, con un fragore simile a quello del tuono, masse di ceneri e di pomici roventi. Due dei suddetti testimoni affermano che « molti dei massi eruttati erano più grossi di un bove e ch'essi erano lanciati all'altezza di oltre 1000 metri dall'orifizio in cui ripiombavano in gran parte. Le ceneri leggiere erano in tal quantità che coprirono in breve tutto il paese adiacente e nembi di esse furono trasportati persino in Calabria. L'atmosfera era satura di gas così nocivi che gli uccelli cascavano morti ed animali eli varie specie lavatói volontariamente in preda all'uomo >.
(1) La relazione dei due primi, ora fra le rarità della letteratura italiana, si conserva nella biblioteca del Museo Britannico a Londra. Quella del terzo testimonio è rara nella sua edizione separata dal titolo: De Conflagrutione Agri Pulcolani, ma ò inclusa nella raccolta dei suoi scritti. Quella del quarto testimonio trovasi tradotta nel Quarterly Joui ned dulia Società Geologica di Londra. Tutti quattro i testimoni concordano sui punti principali dell'eiuzione con leggiere varianti nei particolari.
5 — la Patria, voi. IV.