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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Napoli
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 450

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Provincia di Napoli
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   Isole. — La provincia di Napoli è ricca d'isole importantissime come Ischia e Procida, che descriveremo nel circondario di Pozzuoli, e Capri che ritroveremo in quello di Castellammare di Stabi a. Le isole minori di Ventotene (132 chiloni. quadr. e 1357 ab.), di Santo Stefano (0.29 chil. quadr. e 898 ab.), di Yivara unita a Procida (con insieme una superfìcie di 4.07 chil. quadr. e 9802 ab.) e di Nisida (0.31 chil. quadr. e 1202 ab.), appartengono anch'esse al circondario di Pozzuoli ove ne tratteremo distesamente.
   Laghi. — Uno dei laghi più prossimi al golfo di Napoli, rinomatissimo nell'antichità e che troveremo nel circondario di Pozzuoli, è il famoso lago Lucrino fra Baia e Pozzuoli, anticamente laguna vantata per le ostriche, collegato all'altro lago d'Averno ed al mare da Agrippa ( Julius Portus). L'emersione del monte Nuovo, nel 1538 lo separò di bel nuovo dal lago d'Averno ed ora, assieme alle ostriche, contiene una specie assai ricercata di pesci, detta Spigola che è il Lupus dei Romani, Esso ha un perimetro di ettari 1.5 circa.
   Il lago d'Averno. di cui Virgilio, uniformandosi alle antiche leggende, aveva fatto l'ingresso all'inferno, ha un perimetro di 3 chilometri circa e una profondità massima di 33 metri. Le sue acque chiare e pescose riempiono un antico cratere che nulla ha più di spaventevole e non esala più gas mortiferi sì che gli uccelli acquatici volano senza pericolo sopra di esso e percorrono incolumi le sue sponde. E anch'esso sarà da noi descritto nel circondario di Pozzuoli.
   Il mare Morto, con un perimetro di metri 3200 e m. 1.50 di profondità, nel territorio dell'antica Baia, divenne, dopo che il Lucrino fu interrato ai tempi d'Augusto, il ricovero della squadra romana custode del Mediterraneo. Qui si trovava il gran Plinio quando, sovraccolto dalla memorabile eruzione vesuviana del 79 dell'era nostra che seppellì Pompei e le città adiacenti, perì asfissiato in un nembo di ceneri, di lapilli e di zolfo.
   Il Fusaro, l'antica Acherusia Palus, anch'esso in quel di Baia, di metri 4000 di perimetro e metri 3 di profondità media, serba ancora nella, sua foce l'antico canale romano. Celebre anch'esso per le sue ostriche e pe' suoi pesci, ha intorno rovine di ville, di peschiere, di sepolcri e vi si dissotterrano non di rado monete, vasi vitrei, iscrizioni ed oggetti antichi.
   Il lago di Li cola o Fossa di Nerone, caccia regia in Pozzuoli e finalmente il lago di Patria, con un perimetro di chilometri G.3 bonificato in parte.
   Fiumi e Torrenti. — La provincia di Napoli, ricca di formazioni vulcaniche, è povera d'acque, e il fiume principale che la bagna è il Sarno, che nasce presso Saruo nella provincia e circondario di Salerno: corre da prima da nord a sud, indi piega a sud-ovest, passa per Scafati e si scarica nel golfo di Castellammare fra Castellammare e Torre Annunziata. L'odierna sua foce è a breve distanza a sud-ovest da Pompei (chil. 2.5), ma sappiamo che anticamente scorreva sotto le mura di questa sepolta città ed entrava in mare vicino alle sue porte. Il cambiamento nel suo corso fu prodotto, non ha dubbio, dalla grande catastrofe del 79 di C., che seppellì Pompei ed Ercolano.
   Virgilio (Aen., vii) parla del Sarno come scorrente in una pianura:
   Stirrastes populos et qitae rigat aequora Sarnus,
   E Stazio (Silv., ii,2):
   Nec Pomjìeiani -pluccant magis etiam Sarni.
   Secondo Strabone, Plinio, Tolomeo e Svetonio era navigabile e serviva all'esportazione e all'importazione in Pompei. Vibio Sequester dice che derivava il nome in mi coll'origine da una montagna detta Sarus o Sarnus, identica evidentemente alla stessa che ergesi sopra la moderna città di Sarno e che chiamasi tuttora monte Saro o Sarno. Una delle fonti principali del Sarno sgorga infatti alle falde dì codesto monte ed è. tosto raggiunta da alcuni influenti.
   Secondo una tradizione a ciii allude Virgilio nel verso succitato, le sponde del Sarno e la pianura che percorreva erano abitate anticamente da un popolo detto Sairastes,