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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Napoli
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 450

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   38 l'arti; Quarta — Italia Meridionale
   il suo restauro nell'anno 400 sotto l'imperatore Onorio. All'estremità est, sopratutto presso la punta della Gajola, superbe vedute delle isole di Nisida, Procida, Ischia e Capri, del golfo di Napoli e del mare.
   Sull'altura a destra incomincialo a comparire gli avanzi della suddetta villa Pausi* Iman, o villa di Lucullo, che fu poscia di Vedio Pollione e di Augusto; essi sono disseminati sul declivio delle colline e, lungo la spiaggia sino all'isoletta di Nisida, coperti di mirti, di ginestre e di lentischi. Divenuto Vedio I'ollione, dopo lunghi anni, padrone di questa villa di Lucullo, costumava — dice la tradizione, alla quale si può anche non credere — nudrire col sangue e le carni de' suoi schiavi affogati nei vivai quelle enormi murene che lasciavausi vivere sin 00 anni e che abbondami anche ai dì nostri. Molti edifìzi furono scoperti in quella grandiosa e sontuosissima villa: un teatro, un odeone, una basilica, terme, ninfei, portici, gallerie e, nel 1838, un gruppo marmoreo de' più bei tempi della scultura greca.
   Grotte numerose c succedentisi lungo la marina addentratisi per lnngo tratto nel promontorio di Posillipo ed una sala circolare, con nicchie per riposarsi, chiamasi ancora la Scuola, o piuttosto lo Scoglio di Virgilio, tanto popolare in quei luoghi, il quale non è altro per avventura che un tempio antico della Fortuna o (li Venere Euplea a cui gli antichi navigatori facevano sacrifizi dopo un viaggio felice. La diramazione sud-ovest di Posillipo addhnandasi Capo Coroglio e in faccia ad esso sorgo dal mare l'isoletta rocciosa di Nisida.
   3. Punta Campanella. — Terzo promontorio della provincia di Napoli. Movendo da Massalubrense, si arriva in poco d'ora per Santa Maria a Termini appiè del monte San Costanzo (108 m ), il più eccelso della parte anteriore della penisola, con in vetta un eremitaggio. Oltre Termini la strada scende grado grado verso l'estremità della penìsola, alla punta Campanella (alta 47- ni.) così detta modernamente dalla campana della torre di guardia costruita sotto Carlo V per far la gente avvisata dell'arrivo dei corsari. Questa punta rocciosa, nuda e solitaria, che separa la baia o il golfo di Napoli da quello di Salerno, è illuminata da un faro ed offre una veduta deliziosa sul mare, sulle coste e sull'isola di Capri, discosta appena 5 chilometri. Dietro il faro sono ruderi cospicui (li una villa romana.
   La punta Campanella è il celebre promontorio di Minerva dell'antichità, così detto da un tempio di Minerva situato su quella vetta, e fondato, al dir di Strabene (v, p. 217), da Ulisse. Nel lato sud del promontorio e alla distanza di 8 chilometri dalla punta estrema sorgono dal mare alcuni isolotti rocciosi detti i Galli, in citi la tradizione pose la dimora delle Sirene, denominandoli Siren usce Insulae (Tol., ni, 1, § 00; Stuab., v, p. 217). Dalla prossimità di codesti isolotti il promontorio stesso fu spesso chiamato, sempre secondo Strabone, Promontorio delle Sirene; ma tutti gli altri scrittori gli (làmio il nome di Promontorio di Minerva; e nel lato verso Sorrento sorgeva un tempio vene-ratissimo delle Sirene come affermano concordemente Strabone, Plinio, Ovidio, Livio ed altri scrittori. Tacito {Ann., ìv, 07) dà al promontorio il nome di Surrcntinuui Pro-monim'hm per la sua vicinanza alla città di Sorrento da cui non dista che pochi chilometri, e Stazio altresì parla del tempio di Minerva come situato in vertice Surrentino.
   11 promontorio di Minerva o la punta Campanella, è un punto d'importanza nella linea costiera d'Italia: ragione per cui lo troviamo scelto nel 181 av. C. qual plinto di limitazione o separazione per1 le due squadre destinato a spazzar dal mare i pirati: una proteggeva le coste di là sino a Marsiglia, l'altra quelle a sud sino all'ingresso nell'Atlantico (Liv., xl, 18). Nel 3G av. C., porzione della squadra di Augusto sotto Appio Claudio, veleggiando dal capo Miseno alla volta della Sicilia, fu sopraccolta sulla punta Campanella da una fiera tempesta che le cagionò gravi danni (Appiano, lì. C., v, 08). È ricordata anche da Lucilio (Sat., m) qual punto importanti nel suo viaggio lungo la costa d'Italia.