Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincia di Napoli', Gustavo Strafforello

   

Pagina (36/475)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (36/475)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Napoli
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 450

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   36
   l'arti; Quarta — Italia Meridionale
   Qui sorgeva l'antica città di Miseno, rivale di Baia per le morbidezze come oggidì per lo squallore, Il pendìo settentrionale di capo Miseno è ora coltivato; lungo la strada che mena sino alla chiesa di Casal uce (Miseno) incontrarsi una quantità di ruderi antichi. Sulla vetta (alta 108 ni. dal livello del maro) spuntano fra le vigne le rovine di una torre niedievica. Nel pendìo meridionale si vedono un castello medievico ed un Faro moderno. 11 panorama da quell'altura è uno dei più stupendi ed originali di quella magnifica costa, è l'ideale di un rilievo dei due golfi e delle isole. Nel lato occidentale veggonsi gli avanzi di un antico serbatoio d'acqua, detto Grotta Uragonara, la cui vòlta tonda è sorretta da dodici grossi pilastri in quattro ordini. Questa grotta formava parte della vicina villa di Lucullo, in cui morì Tiberio e di cui scorgonsi i ruderi fra le grotte e il teatro. A nord-ovest ergesi scosceso il monte di Procida, monte tufaceo, vestito di vigneti
   11 tratto di spiaggia che stendesi sino al monte di Procida addimandasi Miliscola, corruzione di Militimi schola, per l'addestrarsi che vi facevano i soldati della squadra negli esercizi guerreschi. Oltre Miliscola sono gli avanzi dell'antica città di Miseno, distrutta dai Saraceni, che doveva giungere sino al luogo dotto Torre di Cappella. Il suo sepolcreto s'incontra immediatamente dopo nel cosidetto Mercato del Sabato ed un Circo, di cui parlano i vecchi scrittori napoletani, doveva trovarsi nel trivio. Miseno fu la stazione della squadra romana non solo sotto Augusto, che vi aveva fatto costruire il nuovo porto, ma anche sotto Tiberio che vi accolse le navi rostrate.
   Su quella classica spiaggia avvenne un fatto memorabile. Sesto Pompeo, figlio di Poni](co Magno, aveva inceppato e distrutto con la sua squadra ogni commercio con Roma, ridotta alla fame. Il popolo insorse e costrinse Ottavio e Marco Antonio a trattar la pace. 1 tre rivali convennero su questa spiaggia, nel punto detto ora lo Schiavane, specie di piccolo promontorio vulcanico che si addentra nel golfo a piò del suddetto monte di Procida. Nel mare stava ormeggiato il naviglio di Pompeo e sulla spiaggia erano schierate le legioni dei Triumviri. Altri crede con maggior probabilità che l'abboccamento seguisse sul molo fra il mare e il porto.
   Le condizioni della pace furon presto dibattute e fermate. I contraenti si strinsero la mano e abbracciaronsi fra le grida d'entusiasmo e di giubilo così in terra come in mare. 11 giovine Pompeo convitò Ottavio ed Augusto sulla sua nave. Fu allora che Mena, curvandosi all'orecchio di Pompeo, gli bisbigliò: Vuoi tu con un colpo divenir padrone del mondo? E gli fe' cenno di tagliar la gomena e salpare. E a lui Pompeo: Dovevi farlo e non dirlo! 11 dì seguente fu restituito il banchetto a Pompeo, e fu statuito clic il giovane Marcello avrebbe impalmato sua figlia. Ma l'ambizione di Ottavio mandò a monte ogni cosa. Riarse la guerra e, quantunque Ottavio rimanesse più volte sconfitto sul mare, la sua costanza superò tuttavia ogni ostacolo frapposto dall'avversa fortuna finché Sesto Pompeo fu vinto da Agrippa ed ucciso a Milcto. Di Miseno e di molti altri classici luoghi tratteremo più largamente nel circondario di Pozzuoli,
   2. PUOMONTOKIO in PosiLLii'O. — Si avanza in mare fra il golfo di Pozzuoli e quello di Napoli per porgere un sollievo alla malinconia, secondo significa il suo nome greco. La strada nuova di Posillipo, che costeggia in prima il mare e sale quindi a poco a poco contornando il piovente sud del promontorio, fu incominciata dalla parte di Napoli nel 1812 sotto il governo di Murat e compiuta nel 1823. E fiancheggiata da molte ville e vi si gode della veduta di 1111 panorama stupendo, comprendente i Campi Flegrei, l'isola di Nisida, i seni di Baia e di Pozzuoli, del mare solcato primamente dai Pelasgi, e dei lidi esplorati dagli Argonauti, da Ulisse e da Enea. 11 genio di Omero e di Virgilio vi aleggia tuttora; Palinuro, le isole delle Sirene, Baia, Miseno e Gaeta conservano sempre i loro nomi antichi.
   Al principio della strada, a destra, è la villa Angri e quindi a sinistra, a 12 mimiti dalla chiesa in riva al mare, sono le rovine pittoresche del palazzo di Bonn'Anna.