Campania
V'ó
Le città e i borghi antichi della Campania si possono dinumerar brevemente :
1. Incominciando dalla frontiera del Lazio e procedendo lungo la costa, eranvi VuUurnum, alla foce del fiume omonimo, Liternum e Cumae; Misenum, adiacente al promontorio di Miseno, ed immediatamente entro di esso, Bauli, Baia e Pozzuoli, chiamato in origine Uìcaearchia dai Greci. Procedendo di là intorno al circuito del Creder, o golfo di Napoli, incontravansi le floride città di Napoli, Ercolano, Pompei, Stabia e Sorrento; oltre le quali noi troviam menzione di Retina. ora Presina, appiè del Vesuvio Q>mk, Mp.,n, 16) e di A equa, villaggio presso Vico a circa mezza strada fra Stabia e Sorrento (Sil. Ital.,v, 464). Ninno di questi due ultimi luoghi aveva il grado di città: erano inclusi nei villaggi popolosi, o vici, che incoronavano le spiagge di quel magnifico golfo e della più parte dei quali sonsi perduti persino i nomi.
2. Nell'interno della provincia, a nord del Volturno, stavano : Venafro, nell'alta valle del Volturno, la città più settentrionale della Campania, confinante col Lazio e col Sannio; Teano, aì\e radici delle montagne dei Sidicini e degli Àurunci; Suessa (ora Sessa), sul pendìo opposto del medesimo gruppo, e Cal.es (ora Calvi Risorta), sulla via Latina, fra Teano e Casilmo. Nel medesimo distretto voglionsi collocare Trebula (Treglia), appiè del pizzo San Salvatore, al nord-est di Capua, rinomata pe' suoi vini; Forum Pompila, la cui situazione è incerta; Urbana Colonia, ove Siila aveva fondata una colonia e che giaceva sulla via Appia, fra Sinuessa e Casilino; Caedia, un mero villaggio, mentovato incidentalmente da Plinio (xiv, 6, s. 8) sulla medesima via Appia, a 9 chilometri circa da Sinuessa; Aurunca, l'antica capitale degli Àurunci, che cessò d'esistere di buon'ora e di cui alcune vestigia furono scoperte al sommo di un giogo detto La Serra o La Cortinella, a circa 8 chilometri a nord da Sessa.
3. A sud del Volturno stavano Casilino, immediatamente sul fiume che dominava Capua; Calatici (Cajazzo), A tei! a, Acerra, Suessula (Sessola), Nola, Abella (Avella vecchia) e Nocera detta Alfaterna per distinguerla dall'altra omonima. Il sito di Tan-rania, che avea già cessato di esistere al tempo di Plinio (ili, 5, s. 9), è ignoto affatto del pari che quello dUlyrium o Hyrina, città nota soltanto dalle sue medaglie.
4. Nel territorio dei Picentini (il quale, come fu già osservato, era compreso nella Campania nella designazione officiale della provincia), stavano Salerno e Marcimi sulla costa del golfo di Posidonia (ora di Salerno) e Picentia nell'interno, sul tìumicello detto sempre Picentìno. La città d'Eburi (ora Eboli), quantunque situata nel lato nord del Silaro, è assegnata da Plinio alla Lucania (in, 11, s. 16).
La Campania era traversata dalla via Appia, la principale strada maestra dell'Italia antica (vedi Lazio), la quale, a dir vero, non era stata spinta nella sua costruzione primitiva per Appio Claudio clic da Roma a Capua; il periodo in cui fu continuata da Capua a Benevento è incerto ma 11011 potè scorrere prima del termine delle Guerre San-nitiche. Codesta strada conduceva direttamente da Sinuessa (Sessola, ultima città del Lazio), ove abbandonava la spiaggia del mare, a Casilino, e di là a Capua, donde proseguiva a traverso Calatia 0 Cajazzo e Gaudi uro (celebre per le Forche Caudine nel territorio Sannita) a Benevento. La via Appia entrava nel territorio Campano ad un ponte sul fiumicello Savo 0 Savone, a 5 chilometri circa da Sinuessa, detto perciò Pons Campanus {Itin. Hier., p. 611; Tab. I'eut.).
La via Latina, altra arteria antichissima ed importante, entrava nella Campania da settentrione e procedeva da Cashmm (San Germano) nel Lazio, per Teano e Cales, q Calvi, a Casilino ove innestavasi alla via Appia, ¦