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l'arti; Quarta — Italia Meridionale
lago di Patria (l'antica Literna Palus) e che sembra si ad dimandasse anticamente Interno anch'esso.
11 Sebeto, che bagnava le mura di Napoli, non è che il fimnicello che scorre sotto il pronte della Maddalena, un po' a est dell'odierna Napoli e noto perciò comunemente col nome (li Fiume della Maddalena.
Il Vesevis, mentovato da Livio (vili, 9) come scorrente non lungi dalle falde del Vesuvio, se 11011 è identico al precedente, doveva essere un rigagnolo ora scomparso.
Il Sanio, elie nasce appiè dell'Apennino presso la moderna città di Saruo, fra Nola e Noce ira, è un fiume più ragguardevole, ed irriga tutta l'opulenta pianura a sud del Vesuvio (quae rigat aequora Sarnus, Vikg., Aen., vii, 758).
Viene in seguito l'Irno, che scende dai monti di Solofra ed ha foce in mare presso Salerno; indi il Picentino, il Tusciano e, più ragguardevole di tutti, il Sele (antico Sil-laro), che nasce nei monti di Calabritto in provincia di Avellino e, ricevuti il Tanagro ed il Calore, scaricasi in mare a 26 chilometri al sud-est di Salerno, dopo avere attraversata la pianura di Pesto. Si hanno in seguito ì fiumi del Cilento, quali l'Aleuto, il Mingardo e il Bussento, tutti però di pìccola portata.
La pochezza dei fiumi dei dintorni di Napoli è dovuta in parte alla natura particolare del snolo vulcanico, il quale, come osserva Plinio (xviii, 2, s. 29), permette alle acque che scendono dalle montagne circostanti ili filtrare a grado a grado nel terreno
senza clic si arrestino a formare corsi di qualche importanza.
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Le montagne principali della Campania furono già mentovate parlando in genere dell'Italia meridionale; solo qui ricorderemo il gruppo della. Meta che la separa dall'Abruzzo, e quello del Matese che fa confine col Saimio. Il braccio dell'Apeimino, che separa ì due golfi di Napoli e di Salerno ed ergesi sopra Castellammare ad un'altezza di 144-3 metri, fu chiamato anticamente Mons Lactarius (Capiod., Ep., xi, 10) dai suoi pascoli abbondanti appartenenti alla vicina città di Stallia, che erano molto frequentati dagli invalidi desiderosi di guarire. Parecchi dei monti più piccoli appartenenti al gruppo vulcanico di cui monte Gauro era il principale;, distinguevansi con nomi speciali, fra gli altri il Collis Leucogaeus, fra Pozzuoli e Napoli e il Mons Pausilypus, o Posillipo, in vicinanza immediata di Napoli
Nei dintorni di Napoli si hanno parecchi laghetti dei quali l'Averno sta entro un cratere vulcanico; ì rimanenti son meri stagni formati dall'acculimiarsi delle sabbie lungo le spiagge, il che impedisce il defluire delle acque fluviali. Tale si era la Literna I'alus, presso la città omonima, detta ora lago di Patria; e VAchernsia I'alus., ora lago del Fusaio, un po' a sud di Ciuna. 11 Lar.us Lucrinus, ora lago Lucrino, era semplicemente una porzione di mare rinchiusa fra un'angusta diga apparentemente di costruzione artificiale, simile a quella parte del porto (li Miseno che chiamasi ora Mare Morto.
Le isole principali sulle coste della Campania, Aenaria (Ischia), Frochjta (Procida) e Capreae (Capri) furono già mentovate. Oltre codeste sonvi ancora altre isolette, meri scogli la piii parte registrati per la loro prossimità alle floride città di Pozzuoli e di Napoli. La principale è Nesis, o Nisida, dirimpetto all'estremità di monte Posillipo, il quale è il cratere di un vulcano estinto che pare serbasse ancora nei tempi antichi alcune tracce della sua attività primitiva. Megaris, detta da Stazio Megalia (Sii.v., ni, 1,149), par sia la roccia occupata ora da Castel dell'Ovo entro Napoli; mentre i due isolotti ricordati dallo stesso poeta coi nomi di Limon e Euploea si suppone sieno i due scogli fra Nisida e il promontorio adiacente, detti Scoglio del Lazzaretto e La Gajola.
A sud del promontorio di Sorrento e dirimpetto al golfo di Posidonia, o golfo di Salerno, giacciono, a qualche distanza dalla spiaggia, alcuni scogli staccati e pittoreschi detti anticamente Sirenusae Insulae, od Isole delie Sirene, ed ora Li Galli.