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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Napoli
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 450

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Campania
   V'ó
   Gli scrittori antichi non ci hanno tramandato che scarse informazioni intorno la caratteristica nazionale e le abitudini dei Campani durante il periodo della loro esistenza qual popolo indipendente, se ne eccettui alcune vaghe declamazioni risgttar danti la loro mollezza. Ma un fatto in istrano contrasto con le suddette relazioni intorno alla loro effeminatezza e il loro carattere poco bellicoso si è quello che noi troviamo i Campani arruolati 111 gran numero quali mercenari}, principalmente dai despoti della Sicilia, ove li troviamo primamente! sin dal 410 av. C., al servizio dei Cartaginesi (Diod., xui, 41-62) e successivamente di Dionisio il Vecchio. Ma non paghi di servire come semplici mercenarii i Campani stabilironsi nelle due città d'Etna e di Entella di cui tennero il possesso per un lungo periodo (Diod., xiv, 9, 58, ecc.). Oltre di ciò i mercenarii al servizio di Àgatocle, che si resero sì formidabili sotto il nome di Mamertini, erano in gran parte d'origine Campana.
   È singolare che nei casi di Entella e di Messina noi troviamo codesti mercenari a rinnovare precisamente la medesima condotta proditoria, onde i Sanniti eransi impadroniti iu origine di Capua; ed anche una legione Campana, al servizio dei Romani, si rese rea del medesimo delitto e s'impossessò di Reggio coli'eccidio degli abitanti (Diod., xxn; Frani., 1, 2). E probabile per altro, come osservò il Niebuhr (voi. 111, p. 112), che questi formidabili mercenarii 11011 fossero esclusivamente natii della Campania, ina reclutati eziandio fra i Sanniti ed altre tribù d'origine Sabellica ed Osca.
   In altri rispetti i Campani, per essere di una razza sì mista, erano probabilmente dotati di un carattere men particolare di quello dei Sanniti 0 degli Etruschi. Le opere d'arte scoperte nella Campania, ad eccezione di quelle appartenenti ad 1111 periodo posteriore ed attestanti l'influenza romana, sono quasi esclusivamente greche. Le medaglie greche di Nola, del pari che i bei vasi dipinti scoperti colà in gran numero e tutti del più puro stile greco, provano che questa influenza 11011 era punto ristretta alle città lungo la costa.
   Dall'altra parte le iscrizioni sono quasi tutte latine ed osche e gli scritti sui muri di Pompei dimostrano che quest'ultimo linguaggio continuò ad essere in uso sino ad 1111 tardo periodo. E certo fuor di dubbio, come osserva il Niebuhr (voi. 1, p. 7G), che fra gli avanzi rimanenti noi non troviam traccia del periodo del governo etrusco, quantunque questa circostanza non basti a guarentirci nelPaccoglier l'opinione del dotto storico tedesco e rigettare intieramente le relazioni storiche del dominio etrusco nell'Italia meridionale.
   Della configurazione generale della Campania abbiam già discorso. Il suo fiume più ragguardevole è il Volturno, che nasce nel monte della Rocchetta nel Sannio ed entra nella Campania presso Venafro; esso attraversa tutta la fertile pianura di Cap.ua e formava il limite fra VAger Campanits, il territorio proprio di Capua, a sud, e VAger Falernus, a nord. È un fiume rapido e profondo, e Casilino, che ne signoreggia il ponte principale, dovette esser seni]tre un punto importante.
   Gli succede per importanza il Garigliano, il quale, formato dalla confluenza delLiri, proveniente dalla provincia d'Aquila, col Sacco, proveniente da quella di Roma, ingrossato poi dalle acque «lei Rapido sotto Cassino, mette foce nel Tirreno presso Mintumo.
   Era i due correva il Savo, piccolo e pigro flume (piger Savo, com'è chiamato da Stazio e Plinio), detto sempre il Savone, clic ha la foce a circa G chilometri a nord di quella del Volturno.
   Pochi chilometri a sud dallo stesso fiume è il Clauio, che nasce nell'Apennino presso Avella, fiume più ragguardevole nell'antichità, ma le cui acque furon poi divertite 111 un canale artificiale detto il Lagno. 11 suo sbocco sta a 7 chilometri circa a sml-est. della foce del Volturno e ad 8 da quello di un tiuuiicello che serve d'emissario al