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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Napoli
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 450

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   ^jfc. a Campania comprende, secondo le divisioni ora in uso, le provincie di Avellino, jlrA Benevento, Caserta, Napoli e Salerno, le quali si possono tutte considerare come appartenenti al piovente tirrenico, siccome quelle che son situate fra l'Apennino e il Tirreno. Solo piccole porzioni delle provincie di Avellino e dì Benevento appartengono al piovente opposto per correr che fanno le loro acque all'Adriatico.
   Confini. — La Campania confina a nord con le provincie di Roma, Aquila e Campobasso; a est con quelle di Campobasso, Foggia e Potenza; a sud col Tirreno e a ovest pure col Tirreno e con la provincia di Roma. Sta fra i gradi 0°.52' e 3°.22 longitudine est dal meridiano di Roma e fra i 40°.3' e 4K48 latitudine boreale.
   Superficie e popolazione. — La popolazione presente della Campania, calcolata al 31 dicembre 1893, sommava a 3,095,132 abitanti, sopra una superficie di 16,292 chilometri quadrati. Questa popolazione è distribuita come segue: provincia di Avellino, 414,026 abitanti su 3037 chilometri quadrati; provincia di Benevento, 246,508 abitanti su 2118 chilometri quadrati; provincia di Caserta, 739.036 abitanti su 5267 chiloin. quadrati; provincia di Napoli, 1,125,350 abitanti su 906 chilometri quadrati; provincia di Salerno, 570,212 abitanti su 4964 chilometri quadrati.
   Coste. — Tutta quasi la parte occidentale della regione Campana è bagnata dal Tirreno clic vi forma seni e golfi. Singolare è il contrasto che porge codesta costa in cui a punti incantevoli per mitezza di clima, feracità e varietà di suolo subentrano squallide lande inabitabili pei miasmi esalanti dalle paludi che l'incuria secolare ha lasciato invadessero città fiorenti ed ubertose campagne.
   D litorale del Compartimento incomincia poco di là da Terracina col laghetto di Fondi e prosegue quasi in linea retta senza seni e promontori! sino alla punta di Gaeta. Ivi s incurva quasi a semicerchio per proseguire poi nei bassi fondi di Minturno e di Sessa, rinomati nell'istoria per antica civiltà e per esservisi rifugiato Mario perseguito da Siila. Squallido e deserto il litorale oltre il monte Massico prolungasi a Castelvol-turno, ove il Volturno, il maggiore dei fiumi della regione, si versa nel mare. Seguono i pantani di Mondragone e di Castel volturno, ì laghetti di Patria, di Licola, di Cannilo (l'antico Averno) e del Fusaro; fra questi tre ultimi e il mare sono le rovine dell'antica famosissima Cuma.
   Lasciato appena il lago del Fusaro e superati lo scoglio di San Martino e la punta di Fumo, si gira il classico capo Mi seno e si entra nella baia deliziosa di Pozzuoli e quindi, girato il capo Posillipo, nel non men delizioso e incantevole golfo di Napoli. Superata la punta Campanella si para poi innanzi l'ampio golfo di Salerno e poco oltre ricomincia il litorale triste e deserto con le rovine della vetusta Pesto, finché si arriva ai
   monti del Cilento e al golfo di Tolicastro con in mezzo la punta Licosa e il capo Paliiinro.
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   T confini precisi della Campania variarono in periodi diversi. Il Liri par fosse riconosciuto dapprima qual suo confine settentrionale, ma in seguito il distretto meridionale