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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Napoli
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 450

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arti; Quarta — Italia Meridionale
   dell'Ofanto e del Ccrvaro, i quali erano, secondo alcuni scrittori, navigabili per lunghi tratti; il Garigliaiio e il Sarno avevano persia porticciuoli presso lo sbocco. Il traffico lungo l'Ofanto rendeva Canosa un emporio commerciale rinomato. Ora le condizioni sono ben diverse e nessuno dei fiumi indicati si può dire navigabile, fatta eccezione di qualche breve tratto e per piccole barche
   Vili. — Laghi e Paludi.
   La conformazione dei monti e il corso dei fiumi favoriscono assai l'origine e la conservazione di laghi situati a livelli diversi, talora in seno airApenniiio, più di frequente nelle basso pianure e vicino ai litorali. Vi sono laghi senza scoli visibili, altri comunicanti col mare e taluni che alimentano fiumi.
   I laghi dell'Italia meridionale sono i seguenti: lago di Fucino o Celano (ora prosciugato), di Fondi, dì Patria, di Licola, di A forno, di Lucrino, del Fusaro, di Maremorto, di Agnano (ora prosciugato), del Eagno d'Ischia, degli Astroni, di Telese, del Matese, di Ansante, del Dragone, dell'Acino, di Palo, di Monticchio, di Scanno, di Carinola, della Posta, di Buccino, di Lesina, di Varano, il lago Salso, di Salpi, di San Giovanni Rotondo.
   II maggiore di tutti laghi era il Fucino nella provincia d'Aquila degli Abruzzi, di figura quasi elittica, formata da un gran numero di curve ora concave ed ora convesse e creduto erroneamente un cratere di smisurato vulcano estinto. Codesto lago, a 6G0 metri di altezza dal livello del mare, fu prosciugato, com'è noto, dal principe Torlonia mediante la ricostruzione (nel 1853-62) del canale di scolo, sotterraneo e conducente al Liri, fatto scavare, nel 44 al 54 di C., dall'imperatore Claudio. Quest'impresa colossale del Torloilia risanò una regione di 100,000 ettari con 260,000 abitanti e bonificò 6217 ettari di terreno, ripartiti fra i Comuni ripugni per la legge del 21 aprile 1880.
   Ma di tutti i laghi suddetti i più famosi nell'antichità erano il Lucrino e FAverno, di cui tratteremo nel circondario di Pozzuoli, ove si trovano. Il Lucrino, tanto apprezzato dai gastronomi romani per le sue ostriche, distava poco dal mare, con cui era in comunicazione; e l'Averno, ove Virgilio pose l'ingresso all'inferno, o Tartaro, era unito per un canale al Lucrino. Ora le acque chiare, pescoso e profonde del lago d'Averno riempiono un cratere antico che non ha più nulla di spaventevoli e non tramanda più esalazioni mortifere. Ma le classiche tradizioni dell'inferno pagano persistono ancora nei dintorni del cratere-lago ; il lago o stagno del Fusaro è divenuto VAcheronte delle Guide; allato, l'antro di Cerbero; il Cocito e il piccolo rivolo d'acqua morta che scola dallo stagno nel mare; il Lucrino, o, a meglio dire, una fonte che vi si versa, è lo Stigo; ed una grotta artificiale, avanzo di una strada sotterranea, scavata dagli antichi dal lago di Averne al mare, è divenuta la Grotta della Sibilla.
   Lungo il litorale stendonsi inoltre alcune paludi formate dalle acque salse del mare: fra queste paludi è notevole quella di Salpi presso il golfo di Manfredonia e non molto lungi da Barletta. Il suolo su cui giace è sabbioso con istrati argillosi sottoposti e sorgenti sotterranee. I suoi lati sono circoscritti a nord-est dal mare, a sud-ovest e a sud da pascoli; ha due foci per le quali s'introduco l'acqua dal mare. Di questa cosidetta Palude Sipontina si addossò il bonificamento il Comune di Manfredonia mediante scoli ben diretti non essendo possibili lo colmate come in Toscana, ove fecero sì buona prova.
   Altrove torrenti irrefrenabili allagarono e trasformarono le soggiacenti campagne m pantani, come avvenne nelle pianure di Vico, di Capua, di Salerno, di Eboli, della valle del Crati, nello sterpine di Ginosa e in altri luoghi, ora però bonificati in gran parto, a far capo dal secolo XVI, fra cui quelli dei dintorni di Napoli, mediante opere idrauliche o canali, detti Regi Lagni, dalle Bocchette di Nola sino a Vico di Pantano,