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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Modena e Reggio nell'Emilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1902, pagine 328

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Reggio nell'Emilia
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   in corpo ad onorare quel luminare o, meglio, quel fondatore della scienza naturale moderna in Italia. Il monumento dello Spallanzani è opera lodata dello scultore Guglielmo Fornaciai! di Reggio e consta d'un bel basamento in granito sul quale sorge diritta la statua del celebre scienziato, in attitudine di osservazione pensosa davanti ad un frammento fossile che tiene nella destra. Grandiosa e di buon disegno è la parrocchiale di Scandiano con titolo arcipretale e dedicata alla Natività di Maria Vergine; nè mancano di pregi architettonici le altre chiese sussidiarie.
   Ma l'edilizio più notevole di Scandiano e di importanza storica è l'antica rocca, che fu dei Boiardo, grandioso edifizio sorto in gran parte su altro precedente, con tutta l'elegante raffinatezza dell'arte del secolo XV, allo sbocciare del meraviglioso nostro rinascimento artistico. La rocca di Scandiano consta di un gran palazzo a due piani, fiancheggiato ad un lato da un alto ed elegante torrione, avente alla sommità ballatoio e merlatura a strapiombo, ora coperto da tetto e da un cupolino o belvedere. Questo castello, nei secoli XV e XVI fu la residenza prediletta dei Boiardo, una fra le più nobili e cavalleresche famiglie italiane di quel periodo, che tenne in pari onore le virtù civili, le arti e le armi. Nella sala di questa rocca, ove Matteo Maria Boiardo pensò e scrisse F Orlando Innamorato, ove fu più volte ospite dei congiunti Lodovico Ariosto, ove già nel secolo XIV aveva dimorato Petrarca e dove, nel XVI, furono ospiti il Castelvetro, Calvino e papa Paolo III, dipinse a fresco Nicolò Dell'Abate da Modena (1512-1571) le bellissime istorie dell' Eneide, prendendo a soggetto per ciascun dipinto un canto del poema virgiliano. Diede commissione di questi dipinti il conte Giulio Boiardo, amantissimo delle arti e protettore degli artisti. Nel 1772, venuta la rocca in potestà della Camera ducale di Modena, il duca Francesco III fece togliere questi dipinti segando i muri cori cura estrema e così furono portati a Modena, ove vennero collocati nella gran sala della Pinacoteca ducale. L'incendio, a cui, nel 1815, andò soggetta quella parte del palazzo Ducale, ne distrusse tre, cioè quelli illustranti i canti ut, ìv e xi. In seguito a questo avvenimento quei dipinti furono di nuovo tolti dal muro e, per ordine di Francesco IV, collocati in apposito gabinetto, ove meglio potevano essere salvaguardati. Il duca Francesco V ne ordinò il trasporto sulla tela, che fu con molta perizia eseguito dal pittore Giovanni Rizzoli di Bologna. Il ristauro fu operato dal pittore modenese Carlo Goldoni, che con somma pazienza lavorò a scoprire e ripulire le tinte originali, limitando i ritocchi alle parti che eransi perdute. Così questi dipinti formano uno dei più interessanti ornamenti della Pinacoteca atestina. Di questi dipinti, che furono un tempo onore della rocca di Scandiano parlarono il Forciroli, il Vedriani, il Tiraboschi ed il Lanzi. Quest'ultimo afferma che i quadri dell'Abate con libri ùeWEneide < soli bastano a conoscerlo eccellente in figura, in paesaggio, in architettura, in animali, con ogni lode che può competere ad un egregio seguace di Raffaello >. La rocca di Scandiano fu in questi ultimi anni acquistata dal Governo per farne il soggiorno estivo degli allievi della Scuola militare di Modena.
   Oltre di buone scuole pubbliche, Scandiano vanta numerose utili istituzioni educative, di previdenza e di beneficenza, quali la Banca agricola, la Banca popolare,
   Fig. 43.
   Ritratto di Lazzaro Spallanzani (da fotografìa Fantuzzi).