Mandamenti e Comuni del Circondario di Reggio nell'Emilia
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detto Bibbianellum) e nello stesso anno Arrigo vi ritornò a convegno col pontefice, onde Donizzone ebbe a scrivere:
Rexque die sexto remeauit Bibbianellum Corde dolo pieno, cum piena mente veneno. Pastor fille carens ad eum descendit ab arce, Crebro scrìpla rupeo ; mox est comitissa sequnta.
(TI sesto giorno il re ritornò a Bibbianello, pieno il cuore d'inganni e la mente di veleno.
Il pastore, che fiele non aveva, discese a lui dalla rocca (Canossa) più volte menzionata innanzi,
o la contessa tosto lo segni).
Nel 1092, quando Arrigo IV tentò di vendicarsi su di lei delle precedenti sconfitte e dell'appoggio dato al pontefice, tentando un improvviso assalto a Canossa, finito colla rotta di Cavilliano presso San Polo, la contessa Matilde eluse il tranello d'Arrigo, recandosi con forte scorta a Bianello. Infine, nel 1110, essa ricevette in Bianello i legati di Arrigo V, durante la sua prima venuta in Italia, e nell'anno seguente vi ricevette lo stesso imperatore, reduce da Roma, ov'era stato incoronato imperatore dal pontefice Pasquale II. Morta la grande contessa, Rianello fu compreso tra i boni da essa lasciati alla Chiesa e poscia nelle controversie che per il patrimonio matildico scoppiarono tra la Curia romana e l'Impero: controversie che restarono senza soluzione, perocché l'elemento nuovo entrato nella vita politica italiana, coi Comuni, portò ben presto gli animi a ben altre e più complesse quistioni. Il feudo delle Quattro Castella, con Bianello a capo, restò peraltro alla famiglia dei Canossa, non senza contese fra l'uno e l'altro ramo di questa famiglia. Il ramo dei Canossa di Reggio si estinse nel 1742 e, nel 1757, il territorio di Quattro Castella fu dato in feudo alla famiglia dei conti Gabbi con titolo di marchesato.
Durante il periodo della rivoluzione francese, soppressi quei residui d'ordinamenti feudali, il castello di Bianello fu sede del Comune. Indi, rivendicato a proprietà privata, passò d'uno in altro dominio fino al presente.
Coli, elett. Castelnovo ne' Monti — Dioe. Reggio — P1 e Str. ferr. a Reggio, T. a Montecchio.
Vezzano sul Crostolo (2819 ab.). — Il territorio di questo Comune si stende nella parte sud-est del mandamento, nella zona delle colline preapenniniche ed è attraversato dalla strada nazionale da Reggio alla Lunigiana e dal fiume Crostolo. E Comune di carattere essenzialmente rurale, assai frazionato, ma in via di progressivo miglioramento ed industrioso. — Vezzano, capoluogo, sulla sinistra del Crostolo e a 13 chilometri da Peggio, è una discreta borgata di circa 1100 abitanti, con qualche edifizio signorile ed una notevole chiesa parrocchiale. Altre frazioni sono: Montalto, Casola Canossa e Paderna, villaggi tutti di minima importanza.
Il territorio di Vezzano sul Crostolo è riccamente produttivo in cereali, foraggi, viti, frutta ed ortaglie. L'allevamento del bestiame da stalla e da cortile e la produzione dei latticini sono le industrie di maggior importanza del luogo. Esistono pure cave di pietra calcarea e di gesso, che trattate in apposite fornaci, dànno ottimo prodotto in calce viva e gesso anidro, consumato generalmente in Reggio e dintorni.
Cemio storico. — Vezzano è luogo antico ed il suo nome si riscontra in documenti del periodo matildico e successivi. Fece parte del patrimonio della gran contessa; ma fuori di questo non vi sono intorno a Vezzano fatti notevoli o di qualche risalto.
Coli, elett. Castelnovo ne' Monti — Dioe. Reggio — P2 e T. locali, Str. ferr. a Reggio.
Mandamento di SCANDIANO (comprende 6 Comuni, popol. 30.235 ab.). — Il territorio di questo mandamento, che, per effetto della legge 30 marzo 1890, venne ricostituito col territorio del soppresso mandamento di Castellarano (Castellarano e Baiso) e con parte del soppresso mandamento di Rubiera (Casalgrande), occupa nella massima parte la regione che si stende tra il Crostolo e la Secchia. Esso confina quindi: a nord,