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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Modena e Reggio nell'Emilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1902, pagine 328

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondano di Reggio nell'Emilia
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   Fig. Sì. — Ciano d'Enza: Castello di Canossa.
   Si sale dal liasso all'alto della rupe per una strada, che fu in questi ultimi anni, dacché i ruderi di Canossa vennero acquistati dal Governo e dichiarati per legge monumento nazionale, alquanto migliorata, per una strada mulattiera a zig-zag, sì da rendere, grossolanamente la figura di un M colle gambe rivolte verso nord. Ogni tratto di rampa ha una lunghezza che varia dai 20 ai 50 metri e per una lunghezza complessiva di circa 150 metri, dal principio della salita lino al luogo ov'è un'ampia cisterna, che servì certo un tempo agli abitanti del castello e che serve a quei dei dintorni anche ai nostri dì. « Il piano in alto della rupe — scrive il prof. Angelo Ferretti nel dottissimo suo volume di Studi e ricerche, su Canossa, pubblicato nel 1884 dal Loescher — ha forma di un quadrilatero irregolare somigliante a trapezio, ma con tali svolte, specialmente ad est, da non potersi abbracciare coll'occhio la forma del perìmetro per chi lo guarda standovi sopra. 88 la parola piano è da prendersi nel suo rigoroso significato, chè or si abbassa, or s'innalza il suolo, alternandosi la viva pietra col molle terreno. Potei non pertanto calcolarne la superficie e la trovai di oltre a 2000 metri quadrati. Il perimetro si avvicina a 200 metri, partendo però dui sito ove termina 1 ultimo ramo della salita; la lunghezza massima è di 80 metri; la larghezza media di 30 metri. Gli ultimi scavi hanno però estesa alquanto la sommità della rupe, potendosi ora discendere per un certo tratto specialmente ad est. Inoltre, seguendo attorno al margine superiore del sasso, si trova allargato il perimetro di poco più che 20 metri, mentre che la superfìcie viene complessivamente accresciuta di circa 500 metri quadrati. Ma tutta questa estensione non potrebbe, a stretto rigore di termini, considerarsi come costituente la spianata alla sommità della rupe.
   « L'area, osserva a sua volta il prof. N. Campanini in una sua monografia sul castello di Canossa, dunque era comoda e sufficiente a un grande castello, nè per Canossa è bisogno di imbrigliare la fantasia, che ama rappresentare la rocca feudale assai più vasta che in realtà non fosse, tanto più se si pensi che Canossa fu una fortezza, non ini palagio signoresco creato per agi di una vita queta nell'ozio. La stessa Matilde vi dimorò solo a brevi intervalli e nei pericoli, mentre comunemente soggiornò alle Carpinete nel castello fabbricato da lei, dove tenne l'ordinaria sua Corte e dove, passata la minaccia di Arrigo, condusse il pontefice Gregorio VII. che vi rimase oltre tre mesi, secondo ne fanno fede molti atti pubblici di ambedue datati da quella rocca ».
   11 paesaggio che si gode dall'alto della rupe, e precisamente dal piccolo belvedere moderno, sul Sillaro di Zireo, stonante però coi ruderi ed i massicci avanzi di quello che fu castello e tempio di Canossa, è celebrato fra i più belli che si possano godere non solo dalle colline reggiane, ma da tutta la zona preapenninica emiliana. Isolata ed alta, la rupe di Canossa ha davanti a sé un'ampia linea d'orizzonte, sulla quale l'occhio può liberamente spaziare da ogni lato. A nord si stende la gran valle del Po, il cui corso è tracciato quasi sempre da una linea nebbiosa sospesa a mezz'aria, sopra alla quale talvolta, a tempo bello, imporporate dai raggi dell'aurora o scaldate da quelli del tramonto, emergono le cime nevose delle Alpi Camonie fino all'Adamello ; ad oriente