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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Modena e Reggio nell'Emilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1902, pagine 328

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Reggio nell'Emilia
   sa
   qualche consistenza: sono la Modolena, la Campola, il rio della Coda, il rio di San Biagio, la Brausana ed altri piccoli colatoi scendenti dalle circostanti vallette.
   Arteria stradale di questo territorio è la bella via rotabile che da Montecchio sino a Vedriano risale la vai d'Enza toccando San Polo e Ciano, che sono i principali centri del inandamento. Altra via assai battuta è quella che da San Polo d'Enza, per Bibbiano mette direttamente a Reggio.
   Il mandamento di San Polo d'Enza in Caviano è plaga esclusivamente agricola; ma non nelle prosperose condizioni di produttività che vantano i limitrofi territori di Montecchio Emilia e di Reggio. Storicamente questo territorio ha, come si vedrà più innanzi, altissima importanza.
   San Polo d'Enza in Caviano (3230 ab.). — Il territorio di questo Comune, capoluogo del mandamento, si stende a nord-ovest del medesimo, parte in pianura e parte in collina, sulla sponda destra dell'Enza. Tasta è la sua superficie, che, con una lunga lite sostenuta nauti la Corte d'appello di Bologna e la Cassazione di Torino, rivendicò gli antichi suoi possedimenti; la superficie totale fu censita in 19.388 ettari. Il Comune consta di due frazioni principali : San Polo e Grassa no. e di numerose ville e gruppi di cascinali sparsi per il vasto territorio. — San Polo, frazione principale, è bello e ridente villaggio sulla destra dell'Enza, a 166 metri sul mare e 19 chilometri da Reggio, con edilizi in gran numero moderni, d'aspetto civile e di buona architettura. La chiesa parrocchiale risale, per costruzione, al periodo matildico, ma fu più volte ed anche ultimamente rifatta e ristaurata. La vasca battesimale del secolo X od XI con scolture di' stile romanico, posseduta da questa chiesa, ora figura fra i pezzi più interessanti del periodo cristiano nel Museo di storia Patria in Reggio. La rocca, della quale le truppe imperiali durante la guerra per la successione di Spagna sul principio del secolo scorso, avevano fatto scempio, ricostrutta dai Glie-rardini che l'avevano in feudo, è ora diventata proprietà del Comune di San Polo, il quale vi ha la propria sede, le scuole e gli uffici della Pretura. E un edilizio grandioso e di bell'aspetto.
   Il Comune di San Polo ha buone scuole elementari di grado inferiore e superiore ed istituzioni di beneficenza, amministrate dalla locale Congregazione di carità, con un patrimonio di circa 75.000 lire.
   Il territorio di San Polo, abbastanza fertile, dà cereali, ma soprattutto foraggi in magnifiche praterie irrigue; viti, gelsi, ortaglie e frutta. L'allevamento del bestiame è in luogo l'industria dì maggior sussidio all'agricoltura, dando luogo ad un'attiva esportazione e dalla provincia e dallo Stato. Vi sono inoltre 5 caseifici per la produzione dei latticini e soprattutto del formaggio di grana, accreditato in commercio come parmigiano. L'industria casalinga più diffusa in luogo, è la lavorazione degli utensili da cucina e da caseificio in legno di faggio.
   Cenno storico. — Nel prato della Selvirola, in vicinanza di San Polo, si rinvennero numerosi ed importanti avanzi di tre epoche preistoriche: la neolitica, l'etnisca — con oggetti che si rapportano al periodo di quelli rinvenuti nella necropoli di Mar-zabotto presso Bologna — e la celtica ; con questi si rinvennero anche antichità del periodo romano. Queste scoperte provano come intorno all'odierno San Polo fosse un' importante stazione di gente preistorica, continuata poi anche nel periodo storico. Ma la sua celebrità maggiore questa località la ritrae dalle vicende medioevali, nel periodo matildico, specie per essere stata teatro di una delle più memorabili rotte toccate dall'imperatore Arrigo IV, nella sua fiera lotta colla Chiesa. Fallita l'impresa di Montebello ed in procinto di rientrare in Germania, l'imperatore non sapeva decidersi a lasciare l'Italia senza aver prima data una fiera lezione alla contessa Matilde, che di tante umiliazioni gli era stata causa. Venuto perciò in Reggio (1092), città a lui fida, con molti armati, vi stette alcuni giorni per studiare il suo piano, indi partì