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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Modena e Reggio nell'Emilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1902, pagine 328

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Reggio nell'Emilia
   •287
   San Martino ponesse a raffronto a quelle dei paesi circostanti ed anche col secondo statuto di Modena per ravvisare le differenze che tra un luogo e l'altro intercessero sovrattutto riguardo alle pene criminali, che furono, a seconda dei tempi, più o meno crudeli, dissomiglianze che non è raro appariscano tra l'una e l'altra rubrica di uno statuto medesimo ».
   Il feudo di San Martino in Rio fu governato direttamente dai marchesi e gran-duchi di Modena e di Reggio fino al principio del secolo XVI. Nel 1501 fu, dal duca Ercole I, investito di quel feudo, insieme ai territori di Campogalliano e di Castella-rano, il marchese Sigismondo d'Este, nato da Ranionda di Saluzzo e da Nicolò III d'Este nel 1434. Con costui cominciò una nuova dinastia di signori feudali diretti in San Martino, dinastia che fu detta degli Estensi di San Martino. Questa, assunto con Filippo I, nel 1569, il titolo di marchesato, durò fino al 1752 con Carlo Filiberto II, ultimo della famiglia, morto in quell'anno. Il feudo fu allora devoluto alla Camera ducale di Modena; nel 1772 il duca Francesco III lo concedeva a Don Paolo Rongo d'Aragona, che lo tenne fino al 1792. Dall'investitura a Sigismondo d'Este in poi il marchesato, serbando pur sempre la propria autonomia amministrativa e giuridica, non si staccò mai politicamente dall'orbita d'azione dei duchi di Modena.
   Durante il periodo rivoluzionario e napoleonico, abolito il titolo feudale, la Comunità di San Martino in Rio venne aggregata al dipartimento del Panaro, avente per capoluogo Modena, e da questa città dipese direttamente fino al 1859, avendo la giurisdizione mandamentale in Carpi. Nel 1860 fu di nuovo aggregato alla provincia di Reggio, mandamento di Correggio.
   Coli, elett. Correggio — Dioc. Reggio — P2, T. e Str. fèrr. a Reggio e Correggio.
   Mandamento di MONTECGHIO EMILIA (comprende 4 Comuni, popol. 18.100 ab.). — Il territorio di questo mandamento, la costituzione del quale non fu alterata dalla legge del 30 marzo 1890, si stende nella parte occidentale della provincia e confina: a nord, col circondario di Guastalla; ad est, col mandamento di Reggio; a sud, con quello di San Polo d'Enza; e ad ovest è. diviso dall'Enza dalla provincia di Parma.
   La maggior parte di questo mandamento si stende in perfetta pianura, solo alla estremità meridionale sopra Bibbiano rasenta le prime ondulazioni delle colline pre-apenniniche. L'Enza è l'unico fiume della regione e ad essa, il territorio di Montecchio, fa per lungo tratto da sponda destra. Dall'Enza sono derivati canali, ed altri rivi discendono dalle soprastanti colline a bagnare il territorio di questo inandamento.
   La via Emilia, alla quale corre quasi sempre parallela la grande linea ferroviaria adriatica, attraversa il mandamento di Montecchio nella sua parte settentrionale. Vi sono inoltre altre importanti strade tra Montecchio e Poviglio e tra Montecchio e la collina reggiana. Il territorio è plaga intensamente agricola e sotto questo rapporto una delle più ricche e produttive nella regione emiliana.
   Montecchio Emilia (4874 ab.). — Si stende il territorio di questo Comune, capoluogo del mandamento e del 4° Collegio politico della provincia di Reggio, in una bella pianura, sulla destra dell'Enza. Il Comune ha una superficie censita di 2500 ettari ed è alquanto frazionato, formato, oltreché del capoluogo, da ville e da gruppi di cascinali e fattorie sparse per il suo territorio. — Montecchio, capoluogo del Connine (98 metri sul mare e chilometri 15 a ponente di Reggio), è una grossa e bella borgata di 3000 abitanti, indubbiamente il più cospicuo centro della valle dell'Enza. Esso ha, nell'aspetto e nell'insieme, tutti i caratteri d'una piccola città. Ha vie ben sistemate, fiancheggiate da edilìzi in gran parte moderni o rimodernati; nè vi mancano case signorili. Notevoli la chiesa prepositurale, di antiche origini, ma più volte rinnovata e il tempio della B. V. dell'Olmo. Monumento importante è l'antica rocca, abbastanza ben conservata, messa dal Comune a disposizione dell'Autorità militare, che vi alloggia