Mandamenti e Comuni del Circondario di Reggio nell'Emilia
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Il monumento più importante di San Mattino in Rio è la rocca, costituente una delle sezioni del paese: edilizio ragguardevole, per quanto deteriorato dall'incuria e dalle manomissioni degli ultimi secoli. 11 dottor Clinio Cottafavi, autore di pregevoli monografie storiche su varii argomenti e di accurate ricerche storiche in San Martino in Rio (dal 1050 al 1859), ci dà la seguente descrizione di questa rocca, quale appariva sul principio del secolo XVIII :
< Essa sorge isolata nel centro del paese. Di forma perfettamente rettangolare, aveva ai suoi quattro lati quattro torrioni, uguali all'unico che sovrasta ancora. Circondata da ogni parte dalle fosse interne che ne la dividevano, comunicava col paese col solo ponte levatoio e con una via sotterranea che conduceva alla porta di soccorso, ora porticella, presso ai Grondoni; più era difesa ad occidente ed un po' anche a mezzogiorno ed a settentrione da fortissime mura e barbacani. Appena entrati pel ponte levatoio si dava in uno spazioso cortile d'armi, dalla cui sinistra si accedeva all'appartamento del barigello e dei bravi, unito al restante fabbricato, di cui anzi 11011 era che l'ala meridionale. Proseguendo ancora a sinistra si trovava un fabbricato diviso dal palazzo, di dimensioni piuttosto piccole, ove eranvi le scuderie, il fienile e, all'angolo nord-ovest, una cucina e una stanza. Di fronte all'entrata stava una piccola ma elegante costruzione, di dietro, quasi appoggiata alle mura, e che serviva da teatro. Alla parte destra del cortile d'armi era vi la cappella di San Giovanni Evangelista in istile gotico, a un solo altare con due tribune, una pei Roberti patroni e l'altra per i feudatari ; due porte conducevano alla cantina nei sotterranei e al magazzino d'anni. Per maggior sicurezza e difesa dei feudatari la parte nord del cortile d'armi era ricca di merli e feritoie e di una torretta, la cui scala serviva anche alla tribuna dei feudatari nella cappella. Il voltone dava accesso al secondo cortile. Questo era circondato da due parti da spaziosi porticati, a levante e a sera...; dal porticato a sera si accedeva all'ampio scalone. Le due prime stanze (le attuali del teatro e sala del Consiglio) col soffitto a cassettoni, tutto a pitture simboliche e che il professore Adeodato Malatesta, in una sua visita del 1870, giudicava se non del Correggio certo di uno dei suoi migliori allievi, come pare lo confermi la cronologia... Nel torrione che ancora rimane eranvi le prigioni e le segrete : benché si dica le più tetre e paurose fossero nel torrazzo all'angolo sud-est ed in quello a nord-ovest... >.
Nelle altre sezioni o frazioni di San Martino in Rio notansi, ai Borghi, la chiesa dei Cappuccini ad una sola navata, coi sepolcri di sette marchesi feudatari e l'annesso convento; a Villanova l'oratorio dei Montecuccoli col Casinaccio, antica villeggiatura di questa celebre famiglia; a Marzano, scavando anni sono, si rinvennero colonne e capitelli di qualche pregio, avanzi di antichissime costruzioni; a Cazzata si hanno memorie antiche del luogo, che fu anche patria di Sagasio della Cazzata, monaco al convento di San Prospero, autore d'una pregevole Cronaca reggiana dei secoli XIII e XIV.
Il Comune di San Martino in Rio è ricco di istituzioni benefiche, tra cui citiamo: l'Ospedale per gli infermi, con una sezione pei cronici; il Monte annonario; il Monte pegni gratuito, che è amministrato dalla locale Congregazione di carità, con un patrimonio complessivo di circa 200.000 lire ; una Banca popolare; una Società operaia di mutuo soccorso, ecc.
Il territorio di questo Connine, fertilissimo, produce cereali d'ogni specie, foraggi copiosamente, siti, canapa, gelsi, ortaglie e frutta. L'allevamento del bestiame è in luogo industria fiorente, com'è pur quella della produzione dei latticini, ottenuta in 7 caseifici. Altre industrie del luogo sono : la fabbricazione delle paste da minestra, in 2 opifici; la fabbricazione dell'olio dai semi oleosi, con 2 torchi; la macinazione dei cereali a vapore; la tintura delle stoffe e filati, in un opificio; la fabbricazione dei cordami; ed infine la lavorazione casalinga del truciolo, alla quale si applicano in media annualmente da 750 donne e fanciulli.