Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincie di Modena e Reggio nell'Emilia', Gustavo Strafforello

   

Pagina (283/331)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (283/331)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Modena e Reggio nell'Emilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1902, pagine 328

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Mandamenti e Comuni del Circondario di Reggio nell'Emilia
   •281
   Parma è tal poema (l'arte che trascina all'ammirazione più alta ed illimitata chiunque abbia intelletto d'arte e si renda conto dei metodi e dei procedimenti artistici in onore, quando il Correggio operava. Narrasi che Tiziano, ammirato davanti a quel capolavoro, redarguisse un canonico, il quale lamentava il costo dell'opera (1100 ducati d'oro) gridandogli: « Voltate la cupola, riempitela d'oro e non sarà ancora ben pagata >.
   Quasi riposandosi da quel grandioso lavoro, il Correggio dipingeva la famosa Notte del Natale, altro dei grandi tesori dell'arte italiana, custodito nella Galleria di Dresda; il San Girolamo e la Madonna della Scodella, perle della Galleria Ducale, ora Nazionale di Parma; il San Giorgio, VAdorazione del Bambino, la Diana cacciatrice ed altri soggetti mitologici per il parlatorio del monastero di San Paolo in Parma, d'ordine di una abbadessa assai mondana; gli Evangelisti, i Dottori della Chiesa, il Cristo cogli Apostoli, per la chiesa di San Giovanni; ed infine, ultima opera sua, quando lo prese, insieme alla malinconia profonda per la morte della moglie, avvenuta nel 1529, quel languore progressivo che qualche anno appresso (1534) lo condusse alla tomba, la Maddalena famosa, stesa a terra seminuda, colla lussureggiante capigliatura bionda sulle spalle nivee: tesoro pur questo della Galleria di Dresda, alla quale, insieme ad altri quadri, fu venduto, in un momento di strettezze, dal duca Francesco III d'Este.
   < Carattere sommo, principalissimo del Correggio — lasciò scritto il Leoni — è la grazia. Non potendola esso trarre dalle forme aride e minute, la cercò nelle grandi e suntuose, e la trovò. Così, rendendo il suo disegno morbido, vario, ondeggiante, alla grazia accoppiò l'eleganza, all'eleganza la maestà della forma. Nessuno fu più felice di lui nel chiaroscuro; nessuno conobbe e mostrò meglio come l'eminenza d'un tal pregio (lo diresti armonia) pose nello scompartimento delle linee e delle ombre e nei riflessi tutti di un quadro. Però nessun altro preparò più dolcezza e riposo all'occhio dei riguardanti. Egli temperò le sfumata sue tinte in modo che le fece, diremmo quasi, apparire venute col fiato, e nei dintorni seppe conferire alle estreme parti dei colori una tal leggerezza e trasparenza, un tal rilievo da confondere quasi l'effetto dell'arte col naturale. Le quali soavità di pregi fu detto, a ragione, essere nella pittura ciò che la melodia è nella musica >.
   Ciò che nei dipinti del Correggio è tipico e li fa distinguere all'occhio avvezzo in mezzo a cento e li rende superiori a quante altre pitture delle antiche scuole italiane si conoscano e degni di stare allato ai lavori di Raffaello e di Tiziano, è il modo col quale è trattata la luce. L'abbondanza, l'intonazione, la verità della luce è la caratteristica artistica del Correggio e nessuno fra i grandi maestri ne ebbe, come lui, il sentimento, l'intuito vero e profondo. Nei suoi quadri Correggio è padrone della luce, come Raffaello lo è del disegno, Michelangelo della notomia umana, Tiziano del colorito. Originale, individuale come fu il Correggio, nelle sue grandi opere non si potè mai precisare dai critici e competenti d'arte quali delle scuole e dei maestri che lo precedettero esercitasse maggiore influenza su di lui; all'incontro, oltre all'influenza generale da lui esercitata sulle scuole ed i maestri che vennero dopo, appaiono sua derivazione diretta il Parmigianino, lo Schedoni modenese, i Caracci, il Mengo. il Ron-dani ed altri pittori emiliani di fama illustre.
   Fig. 40.
   Correggio : Casa ove nacque Antonio Allegri, detto il Correggio.
   110 — La Patria, voi. Ili, parte 3».