Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincie di Modena e Reggio nell'Emilia', Gustavo Strafforello

   

Pagina (269/331)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (269/331)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Modena e Reggio nell'Emilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1902, pagine 328

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Mandamenti e Cornimi del Circondario di Reggio nell'Emilia
   mi
   quali si facevano le breccie nei muri o se ne facilitavano le scalate..... Le fortificazioni esterne erano unite, a quanto sembra potersi dedurre dai vestigi visibili, mediante un doppio ordine di fortilizi e cortine piuttosto disposte a spira che in linee parallele. L'estrema cinta esterna, di cui restano interrotte traccie, fa capo a due grandi porte, di cui si osservano gli avanzi. Tra le cinte giacevano i borghi, dei quali rimane ancora conservata una casipola e la chiesa parrocchiale di Sant'Andrea », Questa chiesa fu consacrata da Bonsignore vescovo di Reggio, indizio storico, secondo il citato Vigano, bastevole a stabilire essere stata quella chiesa eretta per ordine (li Matilde. < Questo fatto — prosegue il Vigano — ha la più ampia conferma dai dati artistici. Conserva tuttora la chiesa, all'esterno, intatti i caratteri della sua primitiva costruzione nella facciata, a pietre naturali riquadrate, col solo ornato degli stipiti alla porta ed all'archivolto a pieno sesto. Le colonnine ed i capitelli hanno lo stile gotico (??) del XII secolo. Sopra l'arco della porta è praticata una finestra che, sia per la sua forma, sia per il taglio delle pietre, pare sia stata aperta successivamente. A destra della porta si vedono i resti di un affresco, che dicono cancellato da molti anni. Riinpetto alla chiesa, verso ponente, è l'altra casa, attualmente ad uso di pecora ia; di fianco alla quale trovasi, a settentrione, l'ingresso alla rocca determinato da una porta a levante.
   < A sinistra della porta entrando si scende ad un sotterraneo, ora ingombro dalle macerie dei soprastanti muri diroccati; di fronte alla porta d'ingresso chiudesi, ai muri di mezzodì e di settentrione, un rivellino a forma di quarto di cilindro; al lato settentrionale della piazzetta d'armi vi è l'altra porta che dalla piazzetta stessa mette ali*interno della rocca. Da questa porta si aveva accesso ad un lungo corridoio che costeggiava il muro di ponente, del quale ormai sono visibibili poche traccie.
   < L'area determinata dalla cinta interna ha la forma di un quadrilatero allungato di forma non regolare, chiuso a meriggio dalla piazzetta d'armi all'ingresso, a ponente del corridoio più sopra ricordato, a settentrione dalla casa ed a levante da altro corridoio corrispondente a quello dianzi indicato. Questi corridoi, che mettevano in comu-uicazione tutte le parti del castello, davano ricovero, in tempo di guerra, ai soldati.
   < La casa signorile che limita il quadrilatero a settentrione occupa un'area determinata da tre lati (li quasi uguale lunghezza ed a settentrione la figura è chiusa da un baluardo semicircolare. La grande sala del castello occupava quasi interamente il secondo piano, vedendosi ancora a pianterreno due prigioni, sulle quali, al primo piano, un solo vano, che sarà stata la cucina. Oltre questi ambienti, la camera del capitano e la scala, del cui sesto rampante non v'ha più un indizio, non ve n'erano altri. Le camere da letto erano certo praticate nello spessore dei muri.
   < Nel mezzo della grande piazza d'armi si raccoglievano le acque piovane dei tetti in una cisterna e poco discosta da questa, verso levante, sussiste ancora la torre gentilizia (dnnjon), coll'ingresso a pianterreno verso meriggio. Al primo piano vedesi ancora nella torre l'uscita che metteva al corridoio. L'uscita è superiore ad una prigione a terreno, tra la torre e la cinta di levante. Altra prigione, detta il Forno, trovavasi al primo piano del corridoio, fra la torre e la casa. Fra questi due fabbricati si osservano pure gli avanzi di una chiesetta (fig. 38), nella quale è fama che Gregorio VII celebrasse quotidianamente la messa >. — Ecco ciò che rimane del celebre castello delle Carpinete, intorno alle cause della cui decadenza ed attuali rovine la storia tace.
   Il territorio ili Carpineti ò lavorato con molta cura e produce innanzi tutto cereali, foraggi, viti, gelsi ed ortaglie. Vi si alleva bestiame da stalla e da cortile; ed all'in-fuori dell'allevamento del bestiame, delle piccole industrie agricole e d'un po' di tessitura casalinga del lino e della canapa, non vi sono in luogo altre industrie. Nelle vicinanze di Carpineti si trova una sorgente d'acqua minerale, avente qualche efficacia curativa.