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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Modena e Reggio nell'Emilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1902, pagine 328

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Reggio nell'Emilia
   c263
   Ma i fati furono più forti delia volontà umana ed alla notte del 3 agosto le truppe piemontesi che si trovavano in Reggio ebbero ordine dal comandante supremo nell'Emilia, conte di Sainbuy, di ritirarsi oltre Piacenza. Il regio commissario, dovendo partire con quelle, rassegnò ogni cosa nelle mani dei magistrati municipali.
   Pochi giorni appresso, col solito accompagnamento di Austriaci, il duca rientrava nei suoi Stati ed in breve tempo tutto ritornò allo stata quo. Fecero ritorno i Gesuiti, scacciati dal Governo provvisorio, e ad essi furono nuovamente affidate le scuole, la educazione degli orfani fu affidata agli Ignorantelli ed alle monache quella delle fanciulle, Il più ristretto sanfedismo ritornò a regnare in tutti gli Stati estensi ed i sentimenti liberali delle popolazioni più che mai compressi.
   Nel 1855 Reggio fu crudelmente bersagliata dal cholera morbus, manifestatosi nella città il 13 luglio e durato fino alla fine del settembre.
   Gli ultimi anni della dominazione estense furono segnalati in Reggio dall'erezione dei due importantissimi edifìzi, cioè il teatro Massimo, considerato, come fu detto, fra i più belli d'Italia, inaugurato nel 1857; ed il Foro boario, che, cominciato nel 1845, fu condotto a termine nel 1853.
   Nel 1859, l'anno fortunoso dell'indipendenza italiana, Reggio seguì in tutto le sorti dell'Emilia e con patriottiche manifestazioni assecondò il movimento nazionale.
   CITTADINI ILLUSTRI
   Reggio ed il suo territorio hanno in ogni tempo dato largo contributo alla patria comune di uomini illustri in ogni ramo dello scibile o chiari per virtù civili, valore personale. Ne ricordiamo, a titolo d'onore ì più famosi: Matilde di Canossa o la Gran Contessa (1016-1115), la più celebre donna del medioevo italiano e che ebbe parte predominante nella politica d'Italia del suo tempo. — Guido da Castello de' Roberti, poeta reggiano, che visse tra lo scorcio del secolo XIII ed il principio del XIV, amico di Dante, il quale soleva chiamarlo il semplice Lombardo. — Ugolino de' Sessi, valoroso capitano ghibellino al servizio della Francia e poscia di Can Grande della Scala, dal 1318 al 1327. — Bonaccolsi della Palude, uomo politico e capitano, difensore di Roberto re di Napoli contro Carlo di Boemia, nel 1333. — Francesco De' Zoboli, giureconsulto celebre e letterato, segretario dell'imperatore Carlo IV, vissuto intorno alla metà del secolo XIV. — Filippo e Taddeo de Cassoli, fratelli, giureconsulti di grande grido nella seconda metà del secolo XIV, il primo dei quali dettò giure nell'Università patavina. — Pietro della Garruta, abate di San Prospero, vìssuto tra il secolo XIV ed il XV, scrittore dì una Cronaca di Reggio, assai apprezzata. — Matteo Maria Boiardo conte di Scandiano, poeta precursore dell'Ariosto col suo Orlando Innamorato, morto nel 1494. — Aliprandi Arlotti, giureconsulto, negoziatore politico del duca Ercole II di Ferrara, vissuto tra lo scorcio del secolo XV ed il principio del XVI. — Lodovico Carbone, poeta laureato, vissuto nel secolo XV. — Carlo Ruini, uno dei più celebri giureconsulti che abbiano insegnato diritto nelle Università italiane tra il secolo XV ed il XVI; morì in Bologna nel 1530 in età di 74 anni. — Lodovico Ariosto, uato in Reggio nel 1474 e morto in Ferrara nel 1533: tanto nomini, ecc. — Ippolito Malaguzzi, poeta e professore di lettere, vissuto sullo scorcio del secolo XVI. — Sebastiano Pighini, teologo celebre e cardinale, presidente al Concilio di Trento, morto nel 1554 ili Roma. — Raffaele Motta, detto il Raffaellino, pittore eccellente, morto in Roma nel 1578. — Giambattista Isacchi, matematico ed ingegnere meccanico al servizio del conte Lodovico Pico della Mirandola; pubblicò in Roma, nel 1579, un volume Sulle invenzioni: viveva ancora nel 1596. — Guido Panciroli, annalista e giureconsulto reggiano, dottore allo Studio di Padova, ove morì nel 1599 in età di 76 anni. - Fulvio Azzari, cronachista reggiano, morto nel 1617. — Gabriele Zurani, poeta drammatico,