Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincie di Modena e Reggio nell'Emilia', Gustavo Strafforello

   

Pagina (251/331)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (251/331)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Modena e Reggio nell'Emilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1902, pagine 328

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Reggio nell'Emilia
   c249
   Morto, nell'anno 917, Lotario re d'Italia senza lasciare prole maschia da Adelaide, sua moglie e figlia di Rodolfo li re di Borgogna, non senza sospptto di veleno propinatogli da Berengario d'Ivrea per usurpare il regno, nè volendo Adelaide cedere alle pressioni dello stesso Berengario, che voleva darla in moglie al proprio figlio Adalberto e temendo ch'essa potesse sollevargli contro i suo* fautori, la rinchiuse, com'è noto, nel castello di Garda sotto strettissima custodia. Di là, la perseguitata regina riesce a fuggire in quel modo romanzesco che tutti sanno, venne a Reggio, ove — secondo il Donizzone — fu da quel vescovo Adelardo, impietosito dai suoi casi, mandata nella rocca di Canossa, tenuta dall'amico e vassallo suo Azzo Adalberto, come nel luogo più sicuro in cui potesse starsi. Ricoverata in quel castello, Azzo Adalberto mentre spediva messi al pontefice per informarlo del fatto e chiederne consiglio, ebbe a sostenere l'urto del vescovo Guido di Modena, che, nominato cancelliere del regno da Berengario, era tutto per costui, dal quale, in premio dei suoi servigi, sperava l'investitura della pingue abbazia di Nonantola. Ma non si perdette d'animo il signore di Canossa ed oppose forza alla forza, mandando frattanto, per consiglio del pontefice, per legge politica naturalmente contrario alla monarchia di Berengario, a proporre la regina Adelaide in isposa al cavalleresco Ottone I re di Germania.
   In quel periodo Reggio ed il suo territorio fu corso da eserciti d'ogni fatta. Berengario. per punire Azzo Adalberto dell'aiuto e dell'ospitalità accordata alla fuggìasca regina, venne ad assediare Canossa con forte nerbo di truppe; ma la lunga resistenza opposta da Azzo Adalberto diè tempo ad Ottone di giungere con fortissimo esercito dalla Germania (953) ed a correre in soccorso di Canossa, costringendo Berengario a levare il campo, vincendolo a Pratofontana presso Reggio. Liberata, col castello, anche l'avventurosa regina, Ottone la sposò e la condusse con sè in Germania, non senza aver affermato i proprii diritti sulla corona d'Italia in conseguenza di quel matrimonio.
   Partito Ottone, Berengario tentò la rivincita ed insieme la risurrezione della sua parte ritornando ad assediare Canossa, poiché non poteva perdonare ad Azzo Adalberto di avere salvata Adelaide e di avergli attirato contro sì potente competitore. Ma questa mossa fu causa della definitiva sua rovina, perchè Ottone, saputo del pericolo in cui si trovava il fido signore di Canossa e del risollevarsi della parte di Berengario, mandò subito il figlio Litolfo con un agguerrito esercito, cui seguì egli stesso con un altro più forte ancora. Invano Berengario tentò di fronteggiare sì potente nemico; ma di sconfitta in sconfìtta fu costretto a chiudersi in San Leo, ove, dopo vana resistenza, dovette darsi prigioniero di Ottone, che lo mandò, insieme alla moglie Willa, in Germania a finirvi i suoi giorni. Ottone, tolto di mezzo Berengario, che s'era reso odioso a tutti gli Italiani, fu da questi considerato come un liberatore e facilmente potè cingere la corona di re d'Italia in Milano prima e poi quella d'imperatore in Roma (2 febbraio 962). Questi fatti misero naturalmente il Vescovado, la città di Reggio ed il signore di Canossa nel migliore aspetto di fronte ad Ottone, che proclamò il diritto imperiale sulla città di Reggio, sollevandola così da qualsiasi infeudatone presente e futura indiretta: Azzo Adalberto ottenne privilegi d'ogni sorta ed il titolo di conte. Da questo momento comincia la fortuna ascendente dei signori di Canossa, che, di privilegio in privilegio, di infeudazione in infeudazione, estendono il loro dominio dall'una parte e dall'altra dell'Apennino, in Toscana, nel Reggiano, nel Modenese, nel Ferrarese, nel Mantovano e nel Bresciano.
   E all'ombra dell'alta signoria dei Canossa, i quali avevano interesse a tener servili ed in freno i loro vassalli o feudatari minori, verso la metà del secolo XI si hanno anche in Reggio i primi indizi della vita comunale: vita che prende grande slancio sulla fine del secolo medesimo e in tutto il susseguente.
   Anche nella seconda metà del secolo XI Reggio è teatro di importanti avvenimenti m attinenza diretta colla storia generale d'Italia. A Reggio giunse con poco
   106 — l.a Patria, voi. Ili, parte 3«.