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Parli1 Terza — Italia Centrale
liutaio : « Due. ritratto ile marmerò sopra li ussi, cioè Cesare et Giulio Cesare. Una vedrata ila finestra et la finestra de legno », Sopra le porte ci sono ancora le nicchie a bocca di forno, ma mancano i due ritratti.
« Gli usci aperti l'uri contro l'altro danno accesso a due stanze un po' più vaste della prima; per quello a sinistra si entra nella camera che l'inventario chiama dell'Ariosto, dove è notabile un camino di pietra che reca incisa la data 1432 e nel mezzo, in rilievo, lo stemma dei Malaguzzi. La mobilia era, nel 1583, la seguente: « Una lettiera ile pioppo con le colonnelle di noce pulite et le cantinelle con li ferri et il suo fondo.. Un descolino di noce con le sue cassettine. Una lettiera da campo de pioppo ». Ed è probabile fosse quello il letto dove l'Ariosto amava posare « le poltre membra », quello stesso deschetto sul quale scrisse gli eleganti distici a Lidia, carissimi al Bembo, poiché in nessuna carta riguardante il Mauriziano anteriore a questo inventario, si trova notizia di mutamenti clic a dette stanze fossero fatti.
« La terza cameretta che il notaio, non troppo forte nella storia romana, chiama dell'Orba Coclidi, perchè sulle pareti sono raffigurati gli Grazi e i Curimi e Orazio Coclite, conteneva un letto simile a quello che si trova nella stanza dell'Ariosto, un deschetto di noce, un forziere e alcuni quadri, ed era presso la scala.
a Oggi due di queste stanze sono vuote allatto ; iu quella dell'Ariosto c'è una cassa, qualche sedia ed ima tavola antiche; sulla tavola l'inevitabile albo e dentro i nomi, soli, di poeti illustri e quelli di molti cameadi sotto ai versi senza prosodia e quasi senza grammatica...
« Alle terzine già citate tien dietro tosto la seguente:
« Non mi si por, dalla memoria torre « Le v^ne e i solchi del fecondo Jaco « La lalle e il colle e la ben posta torre ».
« E al secondo verso che con la scorta del rogito già accennato del 1521 si può restituire il senso con che lo scrisse l'Ariosto, senso frainteso e sciupato dai commentatori.
a I più dei quali, non conoscendo il libro del J\Iau-riziano, credettero anche questo verso riferirsi al suburbano di Malaguzzi, neppur sospettando che l'Ariosto avesse voluto alludere ad altro luogo. E così il Baruffaci ed il Molini trassero in inganno lo stesso industre e copioso Mazzucchelli, il quale, nelle note alla Vita dell'Ariosto, se pare un momento dubbioso intorno al senso preciso di questi versi, si sottomette poi all'opinione comune; onde può dirsi che i biografi del poeta copiarono, senza aggiunta di alcun'altra notizia, ciò che a questo proposito scrisse Messer Simon Fornai! da Reggio nella vita che premise alla « Spositione sopra l'Orlando Furioso)). Dove è detto che l'Ariosto «eleggeva per suo affienissimo ricetto e convenevole stanza a provocar le muse il giocondo sito di Reggio, e una vaga e dilettosa possessione presso al Rodano ili Sigismondo Malaguzzi suo parente, come potrà vedere chi legge la quarta satira, dove è da avvertire che in quel luogo pel Rodano intende un piccolo fiumicello pur cosi detto, che tra Reggio e Modena trascorre,
presso San Lazzaro, dove è una vigna ed un molino del Malaguzzi ». 11 Fornari non poteva essere più diligente e preciso, ma questo particolare della vigna io credo abbia servito a trarre in errore i commentatori, i ((unii non avvertirono che con le parole non mi si pori dalla mente, torre, il poeta segua un modo nuovo d immagini e cominci una nuova ripresa d'idee secondarie a compimento del pensiero principale. Questo dal verso :
g Già mi fur dolci inviti a empir le carte
si svolge nei terzetti successivi e si compie nei seguenti :
« Cercando or questo ora quel loco opaco « Quivi in più d'una lingua e in più d'uno stile « Kivi traeva sin dal Gorgoneo Jaco i
accennando manifestamente ad un altro luogo diverso dal Mauriziano. Coi solchi del fecondo Jaco l'Ariosto ha voluto indicare un'altra possessione dei Malaguzzi ch'essi avevano sui colli presso ad Albmea, (love talora soggiornò l'Ariosto durante la dimora eli'ei fece a Reggio e quando qui veniva ad intervalli da Ferrara. Nel rogito di divisione del 1521 tra i figli di Valerio Malaguzzi questa possessione è descritta nel modo che segue : Item et aliam possessionem positam in territorio Albineae in loco dieta a monte Jaccho cum terris dimtinibus... Contro le quali parole è in margine notato d'altra mano, ma con carattere del tempo, Monte Jacho, hialc.be. 103. Ciò altresì conferma alcune lettere di Prospero e Valerio Malaguzzi; oggi col nome di Jatico, evidente trasformazione di Jaco, si designa tuttavia il eolle dove fu la culla del Malaguzzi, ricordata con tanto desiderio da Ludovico ».
Manicomio — Nella stessa valle di San Maurizio, ove trovasi il descritto casino detto ora dell'Ariosto, nella località di San Lazzaro sorge, sulla via Emilia, quella dolorosa e purtroppo popolosa città di alienati cli'è detta il Manicomio di San Lazzaro, che accoglie i dementi delle provincia di Reggio e di Modena.
L'istituzione di questo Manicomio data da! principio del secolo, e coll'immenso progresso fatto dalla scienza nella cura della terribile malattia mentale, ha subito continue trasformazioni, ampliamenti e perfezionamenti.
Attualmente il Manicomio ili San Lazzaro è regolato sul metodo detto dagli Inglesi, che ne furono, si può dire, i creatori, no restraint, con tutte quelle modificazioni elle la diversa indole dei nostri ammalati o dei nostri costumi ed ì perfezionamenti introdotti al metodo primitivo nei manicomi più celebrati di Germania e di Svizzera, resero utili e necessari.
La parte più antica, il nucleo primitivo del Manicomio, che un tempo bastava, o per meglio dire, serviva a tutti gli ammalati, ora è serbato solamente alle donne ed agli uomini addetti ai lavori delle officine ed ai servizi generali dell'Istituto, il quale ora basta a sè medesimo, e quanto è necessario al vestimento ed alla nutrizione degli infermi, tutto vi si prepara da coloro cui non è negato dal male di prendere parte a quel lavoro per il quale ciascuno è atto.
Nell'orto del vecchio fabbricato è il casino o padiglione Guislain, ove si apportano gli uomini agitati o