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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Modena e Reggio nell'Emilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1902, pagine 328

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Fig. 33. — Reggio nell'Emilia : Teatro Comunale (da fotogralia Fantczzi).
   Mauriziano, \anno a spandere ciò ili che Giovenale voleva bagnata l'effigie del famoso libello ili Domiziano. E, dopo tutto, sulla lapide che il Municipio fece porre al lato sinistre della porta, si legge « che la Città di Reggio — dov'ebbe la madre e i natali — l'immortale poeta — conoscente e superba di tanta gloria — n'acquistò la villa, che sarà in tutti i secoli venerata ».
   « Il boschetto nereggiava a levante dove adesso verdeggia il prato mi lo ed era ancora amenissimo nell'anno 1611, quando Giulio Borzumi visitò il Mauriziano per disegnare e deserhere nella sua Curiosa raccolta delle più notabili meraviglie delia città di Meggia, di cui esistono due sole copie manoscritte, i monumenti romani, che ho detto.
   « La gran sala d'entrata e quella a sinistra, onde si accede alle stanze ove l'Ariosto abitò e scrisse, furono ristoratenel 17^1 da Prospero Malaguzzi. il quale perchè fu ordinato cavaliere di Malta e cavaliere dell'Ordine ih San Giorgio di Baviera, volle della cerimonia serbata memoria ni due gran quadri dipinti sulla parete della propria sala, dove ve ne sono pure quattro più piccoli ciascuno dei quali però porta raffigurati alcuni fatti di famiglia. Nella seconda altri quadri rappresentano Lodovico Malaguzzi, che fu podestà di Siena e di Firenze dall'anno 1477 al 1481 mentre fa ragione d'una lite; un'ambasceria che Orazio Malaguzzi sostenne nel 1573 presso Filippo 11 ; un'episodio della battaglia di Lepanto, dove Alfonso Malaguzzi fu comandante di una galea; e il combattimento clic nel 1233 avvenne sulla piazza Maggiore di Reggio fra i Malaguzzi ed ì Ruggieri, sostenuti con l'armi dai fautori e seguaci delle due famiglie. Sull'uscio d'ingresso e ili quello a sinistra sonvi quattro medaglie a chiaroscuro accoppiate due per due, che portano ritratti iu profilo di illustri Malaguzzi. Gli altri due usci più piccoli aperti nella parete di fronte all'ingresso, sono sormontati da una medaglia sola : in min il ritratto del sommo poeta
   coronato ili lauro, nell'altra e raffigurata l'impresa di Lodovico ; un'alveare da cui si espellono le api col fuoco, con la scritta sull'eserga: Pro bona mulum, Un'iscrizione latina incisa sul marino ricorda la visita che vi fece, nel 1841, Maria Anna Carolina, imperatrice, mentre era ospite in Reggio del duca Francesco IV.
   « D'intatte, o di conservate sempre medesime, come ilice l'iscrizione del Municipio, non ci sono che tre camerette a levante che furono abitate dall'Ariosto; l'inventario del Gabbi è il solo documento che accerta indubbiamente quale delle tre fosse occupata dal cantore d'Orlando.
   « Salita la scaletta di pochi gradini intagliati nella grossezza del muro, quando, nel 1721, la villa fu ristampata, si entra ili una stanzuccia piccola e bassa che riceve luce da una sola finestra 11 piano non può più dirsi tale per le molte sinuosità ed inegnagliaiize ; le pareti sono spartite a riquadri e fregiate ili figure di poeti aggruppati a montagne che dovrebbero rappresentare il Parnaso e disposti a varie altezze, secondo la nobiltà della loro fona : sotto a ciascuno è il nome. I)a inibitogli epici, dall'altro i lirici,quindi i dramnialin, i satirici ed altri gruppi a divisioni minori; e in vetta a ciascun monte solivi tronchi a cui stanno appesi cetre, socchi, coturni e armi simboliche o altre figure d'allegorie, che male oggi si possono distinguere, ^ono pitture del Cinquecento di qualche pregio: peccato che qua e là siano guaste ila sgorbi o imbrattate da ritocchi ignorami. Su tali dipinti gira all'intorno un leggero cornicione, sul fregio del quale si legge: Mie olim Ludovicns mtns Regii anno MCCCCLXXilll ex cornile Nicolao de Ariostis urbis Gubernatore et Daria de Mulagutiis cuni tmisis se oblectahal circiter anno Munii. Sopra quest'iscrizione, nei vani degli archetti della vòlta, sono dipinte sedici scene diverse.
   « Questa stanzuccia è nell'inventario indicata col il oh le ili Camarino de' poeti e così la descrive il