Parte Terza — Italia Centrate
Pubblici passeggi —Oltre del bello eri ombroso giardino che si stende nell'estremità nord-ovest della città, tra d teatro Massimo e la casèrma d'artiglieria ed antico Foro Boario, Reggio possiede piacevoli passeggiate pubbliche.
Meno qiialehe hrnve tratto, la via di Circonvallazione è un liei viale alberato a platani, cosi il viale che dalla barriera Vittorio Emanuele (fig. 35) conduce alla stazione ferroviaria e quello che da porta Castello conduce al ponte del Crostolo.
Notevoli edilìzi privati in Reggio sono : il palazzo Sacrati, in via Emilia, presso San Pietro, serbante l'originaria impronta del secolo XV nel (piale fu eretto ; — il palazzo della famiglia Ferrari Corbelli Grego, in via Emilia, architettura della metà del secolo scorso, dell'ardi. Marchelli, lo stesso che ideò il vasto ed incompiuto edifizio del Foro Boario, ora caserma di artiglieria; — il sontuoso palazzo Franchetti, presso porta Santo Stefano; —¦ il palazzo Toschi, sulla via omonima, ora dei conti Rocco-Saporiti; — l'edilizio del Monte dì pietà, in via Emilia, del quale è notevole l'avancorpo sopra un alto porticato a tre arcate; — l'edilizio dell'Ospedale di Santa Maria Nuova, presso alla caserma di San Marco; — l'antica casa dei Boiardo, signori di Scandiano, sulla via dello stesso nome, ora assai deteriorata dalla incuria e dalle manomissioni, ma non tanto però da non mostrare nei vari particolari l'arte squisita del secolo XV colla quale fu costrutta;— la magnìfica palazzina o villino Levi, nella località dell'antico convento delle monache Bianche, eretta sui disegni degli architetti Sisto e C'ombi di Milano; — il villino Enrichetta, pure, di proprietà Levi, sórto in gran parte sul luogo ove fu l'antico palazzo Fontanelli, costrutto nel 1878 sui disegni dell'architetto Gasoli, ecc., ecc.
Dintorni di Reggio.
I dintorni di Reggio, specialmente dal lato della collina e lungo la via Emilia, sono abbastanza pittoreschi ed hanno località interessanti. Fra queste vanno ricordate: la villa o casino dell'Ariosto ed il grandioso Manicomio di San Lazzaro, che serve alle Provincie di Modena e di Reggio.
Villa dell'Ariosto. — Della villa che fu, se non
dell'Ariosto, dei Malaguzzi, suoi congiunti strettissimi per lato materno e nella quale il poeta più volte ed a lungo dimorò, il prof. Naborre Campanini, in una pregevole sua pubblicazione (Note storiche, e. letterarie, Reggio, Tip. Boiidavalli, 1883) dà la seguente interessante descrizione :
« Seguendo la via Emilia che da Reggio va a Modena, appena oltrepassato San Lazzaro, il famoso Manicomio coi palazzi e i villini ridenti, a circa 2 chilometri dalla città, s'incontra, a sinistra presso il ponte sul Rodano, una chiesetta. È la pieve di San Maurizio che diede il nome alla villa e quello è il ponte, allargato come oggi si trova da Sigismondo Malaguzzi, vivente Lodovico. Sin dal 1200 era chiamato Pelalo, ivi tenevasi ogni anno una gran fiera, che fu principio a quella durata insino ai di nostri e, nel 1409, vi pose campo Nicolò d'Este, quando mandò a Reggio a chiedere la città. Di fianco alla chifsa, dall'altro lato della strada, s'infossa il mulino, così superbo dei versi dell'Ariosto che In ricorda tuttavia con un' iscrizione
latina tutta eleganza e civetteria (1). Il Rodano ha mutato le naiadi in lavandaie e, se il classicismo ci perde il paesaggio guadagna.
« Passiamo sotto l'arco, che fu rislaurato nel 1874 in occasione della festa ehe vi fu celebrata ricorrendo il IV centenario della nascita di Lodovico; sovr'esso, nel fregio, si leggeva il verso :
Onorate l'altissimo poeta.
« La carraia che conduce alla villa è squallida, non ombreggiata da nessuna pianta; del lucido vivaio e del giardino neppure un vestigio, solamente il fresco rio, fedele al suo passato, continua a rigar l'erbe ed a fare il molino. La siepe di bosso, che pochi anni sono circondava folta ed intatta il palazzo — lo chiamavano così nel Cinquecento — è qua e là guasta per incuria, o rotta e squarciata dai porci che liberamente vanno a grattarsi la schiena contro i muri nudi e sgretolati. E contro ì liei monumenti romani, illustrati dal Domani e dal Cavedoni, murati ancora come nel Cinquecento, luugo il lato di levante, ì ragazzi della scuola elementare, che ha sede in una sala del
(1) 11 luogo è ricordato e descritto così da Ariosto
Già mi fnr dolci invili a empir le carie Li luoghi ameni di clic il nostro Reggio, 11 nalio nido mio, si ha la sua parte; Il suo Maurizi,™ sempre vagheggio, La bella stanza ed il Uodan vicino,
medesimo nella Quarta satira con questi versi:
Dalle Najadi amato, e ombroso seggio; 11 lucido vivaio onde il giardino Si cinse intorno, il fresco rio che corre Rigando l'erbe, ove poi fa il molino.....