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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Modena e Reggio nell'Emilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1902, pagine 328

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parli1 Terza — Italia Centrale
   Il vestibolo, ricchissimo, come tutta la sala del teatro, furono decorati dal celebre scenografo Girolamo Magnani di l'arma, che vi lavorò a lungo insieme ai migliori suoi scolari. Due medaglie in marmo di riscontro I una all'altra sulla parete sono opera del-lTlarioli. Nello stesso vestibolo furono collocati i busti di Cesare Costa, autore del teatro, e del maestro Peri, egregio musicista ed operista e clic fu direttore d'orchestra al teatro stesso per vari anni.
   L'atrio, che sta fra il vestibolo e l'ingresso della platea, è adomo, sulla vòlta, da Dottici baccanti, dipinte con grande maestria dal reggiano prof. Ugolini; le medagliette con putti a chiaroscuro, si da sembrare rilievi, sono del già ricordato prof. Magnani. Altre nicchie contengono ricordi marmorei di Cesare Panati, valente drammaturgo reggiano, e di Francesco Fonta-nesi, pittore valentissimo e perfezionatore della scenografia. All'estremità dello scalone che conduce ai locali del Casino è l'erma col busto di Ludovico Ariosto, opera del Sedotti.
   Bella per linee e ricchissima per dorature e decorazioni è la sala degli spettacoli: con quattro ordini di palchi ed il loggione; magnifico per pitture del Pel-lizzi, reggiano, e decorazioni del Magnani è il soflìtto o velario ; suntuoso il palco reale sopra la porta d'ingresso, di fronte al palcoscenico.
   11 sipario, opera del pittore Alfonso Chierici, è celebre fra i sipari dei grandi teatri italiani, perle molte riproduzioni che ne furono fatte per le stampe e pel concetto altamente civile e patriottico — in epoca ed in uu paese nei quali i sentimenti patriottici erano ancora considerati e puniti come delitti — al quale fu inspirato. Raffigura: « il Genio delle Arti italiane che loro addita i più chiari nomini d'Italia in ogni età, nei quali guardando, s'inspirano e risorgono ». Sul davanti, il Colosseo da un lato ed il porlo d'Anzio dall'altro, additano a scena della visione il Lazio. Nel mezzo il Genio colla face in mano mostra in quattro ordini le schiere dei grandi Italiani quivi evocati ad esempio, a rimprovero, ad eccitamento dell'età presente. Sedute a terra da un lato le tre Arti del disegno e dall'altro, sotto un gran salice piangente, le tre Muse precipue del teatro: Talìa, Euterpe e Clio.
   Tra le figure della prima schiera si riconoscono facilmente Canova e Michelangelo, Tiziano e Rallaello, Correggio e Vignola, Foscolo e Leopardi, Vittoria Colonna e Veronica Gambara ; dietro al Genio appare la onesta figura di Giuseppe I'arini. Più addietro mostratisi le figure dell'Ariosto, del Tasso, del Bojardo, del Tassoni, dello Spallanzani, del Muratori, di Volta, di Galilei, di Alfieri, di Melastasio, di Bellini, di Goldoni Nella schiera superiore si distinguono, fra le altre, le figure caratteristiche di Dante, di Petrarca, di Cristoforo Colombo, di Napoleone, ecc.
   11 secondo sipario, o comodino, opera di Giovanni Fontanesi, rappresenta, con tinte vivaci ed allegre, un aprico paesaggio, ove, intorno ad un simulacro d'Apollo, pastori e pastorelle intessono danze sacre.
   11 teatro di Reggio è capace di oltre 1800 spettatori. Il palcoscenico, vastissimo e bene arredato, si
   presto per qualsiasi più grandioso spettacolo e ne furono dati di eccezionale importanza. Sopra alla sala degli spettacoli ed al palcoscenico soini vasti saloni per il vestiario, le prove, i scenografi, ecc.
   Bellissimi giardini statino intorno e dietro al teatro, rendendone la località oltremodo piacevole e facendone spiccare la mole su un pittoresco sfondo di verdi platani e di conifere.
   Politeama Aiuosto. — Questo teatro si trova al fondo dello stesso piazzale sul quale sorge il precedente, presso alle antiche mura della città. Sorge in luogo dell'antica teatro di Reggio, costrutto per la maggior parte in legname e finito coll'iiicendiarsi. Dell'attuale edilizio, abbastanza elegante per quanto economico, in muratura e ferro, fu architetto il professore Achille Grimaldi ed ò proprietà ili una società di azionisti. E aperto buona parte dell'anno e vi si dàniio spettacoli di commedia, d'opera, d'operetta, di varietà ed equestri.
   Teatiso Groppi, — E un elegante teatrino in una casa di via Emilia, presso San l'ir tra. Vi si producono compagnie di filodrammatici e vi si dànno concerti.
   L'Acquedotto. — Sebbene, per la natura sua. quest'opera pubblica non appaia con esteriorità monumentali, ò questo forse il maggiore e più utile monumento della Reggio contemporanea. Da lungo tempo era lamentata in Reggio la mancanza di buone acque potabili. La città, giacendo su un terreno alluvionale e facilmente permeabile, l'acqua degli antichi ed anche dei nuovi pozzi era tutt'altro che buona e soggetta ad inquinazioni di costante minaccia per la salute pubblica, dalle malattie infettive, nella stagione estiva specialmente, ridotta a mal partito.
   Ad ovviare a tale stato di' cose, le cui conseguenze facevansi ognora più gravi, un benemerito cittadino, il cornili. Ulderico Levi, volle, a sue spese, dotare la città di uuove e buone acque potabili. All'uopo fu nominata una Commissione di tecnici che, interprete delle idee del munifico cittadino, studiò sulla collina reggiana le migliori sorgenti ch'era possibile incanalare e condurre alla città. Dopo varii esperimenti ed assaggi si riconobbe che solo con una derivazione di acqua dall'Enza si sarebbe potuto dotare Reggio di acque potabili eccellenti e nella voluta quantità e continuità per le esigenze tutte della vita cittadina. Ciò avrebbe peraltro quadruplicata la spesa preventivata dal commendatorij Levi, il quale, non arrestandosi a siffatta difficoltà, con uno slancio veramente generoso, volle che l'opera fosse ugualmente compiuta.
   La presa delle acque è fatta liei prati-livelli di Mon-tecchio (Barleti d'Enza) e mediante una condotta-tubazione in cemento di 10 chilometri, dai pozzi viene immessa nel serbatoio di Codeinondo, consistente ili due grandi vasche di circa 5000 nielli cubi ciascuna, dì una camera di manovra per la distribuzione dell'acqua e dell'abitazione del fontaniere. Dal serbatoio, mediante una conduttura in ghisa della lunghezza di 10 chilometri, l'acqua viene spinta a pressione in città, ove è distribuita agli utenti con una rete di tubi di circa 8 chilometri.