86 l'arie Terza — Italia Centrale
Neil anno 1111 la contessa Matilde, con glande onore, fu visitata al suo castello di Inanello, nel Reggiano, dall' imperatore Arrigo V; nel 1114 ammalò a Montebaron-cino sulla montagna modenese; di là si fece trasportare a Bondeno dei Roncori nel Reggiano, ove morì il luglio Ilio in età d'anni 60. Morendo essa lasciò tutti i suoi beni allodiali, cioè il suo patrimonio privato alla Chiesa romana ; eredità che lii causa di nuove e talvolta anche sanguinose contese fra il Papato e l'Impero. Il dominio diretto degli Stati della contessa spettò all'Imperi al quale nominalmente tornarono; e abbiamo detto nominalmente perche, colla morte della contessa Matilde, si apre in
queste regioni il ciclo fortunosamente vivace delle autonomie comunali.
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Il Comune. — I primordii della vita comunale in Modena e Reggio, come fu anche delle altre città dell'Emilia e della Lombardia, sono anteriori d'un secolo ed anche più, dal principio del XII secolo, nel quale proprio si manifesta già sbocciata e rigogliosa la vita dei Comuni. Il Muratori, con grande solidità d'argomenti, ribattendo le contrarie ipotesi espresse dal Sigonio, sostiene che fin dagli ultimi anni del secolo X, mentre Ottone III era ancora fanciullo, le città italiane conlinciassero a giovarsi di quella a loro favorevole circostanza per regolarsi come più loro piacesse; che molto maggiore fecesi poscia l'indipendenza allorché, dopo la morte di Ottone, avvenuta in Roma, per opera della vedova del patrizio Crescenzio, scoppiarono le guerre tra Arduino ed Arrigo li, competitori nel regno d'Italia, e si rafforzarono sempre più nelle contese scoppiate in processo di tempo fra ì varii imperatori ed i grandi feudatari, indi tra l'Impero e la Chiesa per la quistione delle investiture.
1 primi accenni ad uu reggimento comunale che si trovano nelle memorie modenesi, si riferiscono al f)97, in cui nell'atto di fondazione del convento di San Pietro è detto che il vescovo Giovanni « fondando quel monastero, lo fa col consenso non solo del suo clero, ma dei militi, dei nobili, dei potenti >. Espressione che diventò significante inquantoehè vien ripetuta in atto di donazione allo stesso convento dell'anno successivo « donazione fatta col consenso dei militi, dei nobili e dei potenti >, i quali al certo dovevano rappresentare una magistratura cittadina, senza di che non vi sarebbe stato bisogno di dichiararne od invocarne il consenso in ogni atto pubblico e notarile.
Queste magistrature od organizzazioni popolari naturalmente andarono sempre più perfezionandosi ed allargandosi nelle loro mansioni, quanto meno si facevano sentire, o per una ragione o per l'altra, le autorità imperiale o reale, feudale e vescovile.
La morte della contessa Matilde, senza successori, e l'imperatore che in contrasto colla Curia romana per l'eredità della contessa, non pensò di crearle un successore effettivo, facilitarono nelle città emiliane, in Modena, in Reggio, in Bologna particolarmente, l'affermazione dell'indipendenza comunale,che nel 1115 può dirsi perfettamente stabilita. Non si veggono però nominati i consoli di Modena se non nell'anno 1135 ed il primo podestà di Modena di cui ci sia rimasto il nome è Gherardo lìangoni assunto nell'anno 1156, il quale s'ebbe anche da Barbarossa il titolo di legato imperiale. Le guerre tra l'uua e l'altra città però erano già cominciate ed una delle prime fu quella dei Milanesi contro i Comaschi, scoppiata nel 1118, la famosa guerra decennale. Dal poemetto anonimo intorno a questa guerra, pubblicato dal Muratori, risulta che » Milanesi domandarono ed ottennero l'aiuto di molte città, fra cui Modena, che
.....cum multis venti ìlio armala satjillis.
Ma è molto probabilmente parto della fantasia del poeta, cui piacque paragonare la guerra di Como con quella di Troja, anziché verità storica.
La prima volta che i Modenesi pensarono di fare ricorso alle armi per la difesa dei loro diritti fu nel 1131 nella guerra cosidetta nomili tofana, perchè suscitata da