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l'arie Terza — Italia Centrale
Dei suoi tre figli, Corrado scompari presto e senza luce dalla storia (1030): Tedaldo fu vescovo di Arezzo e vuoisi giovasse al monaco Guido coli'ini!uenza e la sua protezione 'ad introdurre nell'insegnamento della musica la segnatura o notazione da lui ideata; Bonifacio fu quello che successe veramente al padre nel governo della vasta regione, e questo personaggio ha, nella prima metà del secolo XI, parte emergente nelle vicende italiane.
Senza riprodurre qui tutte le sbalorditive magnificenze che intorno a Bonifacio furono narrate da Donizone nel suo Poemetto apologetico dei Canosshmi, ricorderemo come uno dei fatti più caratteristici della stia vita la grande baldoria o corte bandita ch'egli tenne in occasione del suo secondo matrimonio con Beatrice figlia di Federico duca di Lorena — matrimonio da cui venne la famosa contessa Matilde — nella sontuosa villa che aveva a Moreugo, 111 vicinanza di Mantova.
Il banchetto fu tenuto aperto tre mesi consecutivi: < I preziosi aromi vedevansi ivi profusi come acqua. Dai pozzi cavavasi vino e a cavarlo usavansi secchi e catene d'argento. D'argento e d'oro era parimente tutto il vasellame e questo recavasi alla mensa su cavalli nobilmente bardati. 1 timpani, le cetre e ogni altro musicale strumento rendevano più lieto il convito, e anche dalle più lontane parti d'Italia accor-revasi a vedere feste sì splendide ed inusitate >.
La sempre crescente potenza e ricchezza di Bonifacio suscitò invidie negli altri signori e cortigiani che lo misero in sospetto presso l'imperatore, come quegli che tentava di farsi incoronare re d'Italia. Arrigo tentò attirarlo per due volte in tranelli onde impadronirsene; ma 11011 gli venne fatto, perche Bonifacio scaltramente, senza guastarsi del tutto con lui, seppe eludere il tiro. L'imperatore, rinunziando all'idea di abbassarlo, se ne ritornò in Germania e da questo lato Bonifacio 11011 ebbe più a temere molestie.
Ma ben altri nemici Bonifacio, coll'insaziabile sua avidità, coll'ambizione di comando e cogli aggravi dì cui largheggiava coi popoli, si era creati ìli ogni parte, diventando odioso ai proprii soggetti. Ad onta dell'apologia di Donizone, molti scrittori contemporanei 0 vicini a quel tempo, naiTano, che odiato quale tiranno, Bonifacio fu ucciso a tradimento il 27 aprile 1052. Egli lasciò tre figli 111 tenera età: Federico e Beatrice, che morirono nel seguente anno 1053; e Matilde, che delle sue gesta doveva riempire la storia dello scorcio di quel secolo. La moglie Beatrice si rimaritò l'anno appresso con Gottifredo duca di Lorena ed in quella circostanza fu anche stabilito il matrimonio di Matilde con Goffredo il Gobbo, figlio di esso duca. L'imperatore Arrigo III 11011 volle riconoscere questi maritaggi, come pregiudizievoli agli interessi dell'Impero e proclamò ribelle e decaduto il duca dì Lorena e fece tenere 111 prigione la piccola Matilde. Ma l'anno appresso, morto pur questo imperatore, le cose si accomodarono col suo successore e Gottifredo e Beatrice furono rimessi in possesso dei paesi che erano nel dominio di Bonifacio.
Passarono anni di pace per queste regioni, che rifiorirono nell'agricoltura, nelle arti e nelP industria, mentre all'ombra di quella signoria donnesca si rafforzava nella città il sentimento democratico e le cose si avviavano al reggimento comunale.
Nel 1076 la contessa Matilde che l'anno prima aveva perduto il marito ed in quell'anno stesso la madre, rimase sola ed incontrastata signora del più grande e ricco Stato indipendente che allora esistesse nell'Italia superiore. 11 momento era difficile per la grave contesa scoppiata in quel torno tra la Chiesa di Roma e l'imperatore Arrigo IV intorno alla quistione delle investiture, quistione complessa che abbracciava tutto l'organamento del clero e varie altre quistioni, tra cui quella del concubinato. Grande era la sollevazione degli animi, tanto in Germania che in Italia, prodotta oltreché dall'importanza della quistione, 0 meglio dalla quistione sollevata dalla fiera intransigenza assunta da papa Gregorio VII nel sostenere le ragioni della Chiesa e