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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Modena e Reggio nell'Emilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1902, pagine 328

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arie Terza — Italia Centrale
   detriti che si trovano nelle terre ma re e che, dopo tanti secoli e tante successive devastazioni. ancora esistono. A qnal razza appartenesse questo misterioso ed antichissimo popolo delle terremare non è detto, nè sembra più possìbile l'appurare. Forse fu coetaneo ed affine o fu di quella poderosa razza di Liguri che attraversò l'Europa da oriente ad occidente, su una larga zona, nella quale fu compresa anche l'Italia nostra, lasciandovi un potente e duraturo fiotto di vita. A questi primi abitatori nella regione emiliana si sovrapposero gli Etruschi, oriundi pur essi della gran culla dell'umanità, l'Asia; ed anche di questi, accomunatisi forse dopo la conquista coi precedenti abitatori, il soggiorno fu lungo ed incontrastato nella regione emiliana, tanto che vi poterono, come si vide in Bologna, pervenire ad un cospicuo grado di civiltà e di abilità artistica e manifatturiera.
   Cogli ultimi tempi dell'occupazione etrusca si cominciano a sfiorare gli albori storici e si sa della calata dei Celto-Galli e del loro progressivo estendersi in tutta la regione, dalla quale gli Etruschi in parte sgombrarono ripassando l'A pennino, ove già erano forti e prosperose le colonie dell'Etruria propriamente detta, ed in parte affezionati, legati al territorio che peri primi avevano dissodato,bonificato col sistemarne le acque e inesse in produzione, rimasero confondendosi coi sopraggiunti conquistatori; poiché spazio, dalla gran plaga padana all'Apemiino, ve n'era e per gli unì e per gli altri.
   Nel periodo etrusco molto probabilmente cominciarono, nella direttiva delle grandi linee, di transito o lungo il corso dei fiumi, a formarsi i centri popolosi, la tradizione dei quali passò, con ben lievi modificazioni, ininterrotta fra i secoli, ed è ovvio che m questo periodo abbia avuto le sue origini Modena circa un dodici secoli avanti l'èra volgare e cinque prima di Boma, e vi fu perfino chi assegnò a Modena un governatore etrusco dal nome di Tazio Manco; ma questa ed altre simili versioni sono da confinarsi fra le leggende più inverosimili ed infondate, se 11011 assurde. Nò meno inverosimili sono le varie etimologie che si crearono al nome di Modena (latinamente Mulina e nell'italiano antiquato Modana). Non ci perderemo qui nella disamina delle varie ipotesi sulle origini del nome di Modena. Noi opiniamo, che come una gran parte dei nomi delle località più antiche della regione emiliana trae dal gallico — poiché con questa denominazione la regione entra nel ciclo storico italiano e precisamente nel periodo preromano — cosi anche quello di Modena (sebbene il centro abitato che lo portava possa avere origini etnische) ha voce d'origine gallica, dinotante Iuojo alto o costrutto in rialzo o colmata di terreno fatta sunna superficie pali dosa od acquitrinosa, come fu per lungo corso di secoli il luogo nel quale Modena sorse. Non va inoltre dimenticato che in Francia non mancano località con denominazioni consimili, quali Modin e Moderne — quest'ultima più nota — che anche per l'eufonomia corrisponde perfettamente col suono del nome di Modano nell'italiano del secolo XIII e XIV e fino a tempi non lontani dal nostro. Un piccolo corso d'acqua detto Mutina o
   Mutinella può anche aver dato il nome alla città nascente.
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   Periodo storico Epoca romana. — Il primo accenno che si abbia di Modena nel periodo romano data dall'anno di Roma 530, essendo consoli 1'. Cornelio Scipione e Tizio Sempronio Lungo durante la seconda Guerra l'unica.
   La ricorda Tito Livio, narrando come i Galli Boi, all'annunzio che Annibale, passato l'Ebro, si accingeva a venire in Italia, non altrimenti che s'egli avesse già valicate le Alpi, eccitati anche dagli Insubri, si ribellarono a Roma» < E però subitamente pigliando le armi — scrive il sommo storico romano — fecero assalimento ili quella parte medesima e tanto fecero di tumulti e di paura, che non solamente la moltitudine agreste, ma gli stessi triumviri romani, li quali erano venuti per assegnare li campi, si fuggirono a Modana, cioè C. Lutazio, C. Servilio e T. Acnaro, Questo ancora