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l'arie Terza — Italia Centrale
artificiali costitutivi di terremare e che, per modo ili dire, trovansi ravvolti in una scorza artificiale di terreno del luogo, fattavi a bello studio per opera dell'uomo.
« L'argine o rivestimento che ne cinge i fianchi, che s'addossa al cumulo marnoso e lo strato che lo ricopre, variano di spessore, a seconda che le necessità dei Ter-reinaricoli o le posteriori occorrenze ne fecero modificare le originarie costruzioni, come si è osservato nelle terremare di Gorzano, del Montale, di Casinalbo, ed in cotesto rivestimento esteriore dei nostri cumuli trovansi comunemente sepolcri od avanzi di costruzioni dei tempi romani e medioevali.
< Il sottosuolo sul quale poggiano i cumuli stessi è rappresentato nelle singole terremare dal terreno del luogo ove esistevano, poiché l'estremo lembo inferiore dell'ammasso interno era comunemente allo stesso livello dello strato in oggi coltivato e superficiale del campo che li attorniava, ed è in questo sottosuolo che scorgonsi i fori attribuiti ai pali, che innoltrandosi a profondità varie servivano poi di sostegno alle sovrastanti abitazioni; fori però che trovansi tanto nell'argine quanto nell'area occupata dal cumulo marnoso, ina sempre interrotti, irregolari ed a sbalzi. L'ammasso costituente la vera terramara si compone di terra comune del luogo mista a cocci di stoviglie, a cenere, a carbone, ad oggetti in bronzo, in osso, in terracotta, a corna di cervo, ossa di bruti, gusci di molluschi e ciottoli in quantità. Le stoviglie sono fabbricate a mano, cotte a fuoco libero e molte hanno sofferto un calore si intenso da restarne sforniate, vetrificate. Esse sono divisibili in due ben distinte classi: una rozza e grossolana, fine l'altra, che differiscono fra loro per impasto, per forine, per colore e per ornati.
« La classe rozza ha ceramiche d'un impasto impuro gremito di granelli di calcare o di quarzite, pareti grossolane ed irregolari, il cui spessore varia dal centimetro ai 5 millimetri di grossezza; il colore si attiene al bigio, al giallognolo ed al rossigno e comunemente presentano uno stile robusto negletto e grossolano, che le differenzia a colpo d'occhio da quelle della classe fina.
« Le forme predominanti sono quelle: conico-ovale, di due coni riuniti alle basi, più o meno ventricosi, e conico-troncate a fondo piano; gli orli sono bene determinati e talvolta svasati, e quando le stoviglie ne siano prive, la parete del vaso termina in semplice margine liscio ed ornato d'impressioni fattevi col polpastrello delle dita o colla stecca; le anse o i manichi sono seuiielitticbe, circolari, poste talvolta verticalmente, tal'altra orizzontalmente, lungo le pareti del vaso o rappresentate da tre o quattro grossi tubercoli o da protuberanze foggiate in piti maniere. Gli ornati sono per lo più a rilievo formati da cordoncini serpeggianti in nulle guise o da tubercoli disposti intenzionalmente» e tanto nei copiosi frammenti che raccolgonsi nel terriccio marnoso, quanto spezzando intenzionalmente le stoviglie si osservano nell'impasto ceramico tre zone, delle quali l'interno è nerastro, rossiccie le due esterne e nelle anse spezzate spesso vedesi l'ingubbiatura, particolarità comune colle stoviglie
dei sepolcreti di Bologna, Razzano, Savignano sul Panaro ed altri.....La classe fina lia
ceramiche d impasto omogeneo depurato dalle materie eterogenee e grossolane, pareti sottili, ben levigate all'interno ed all'esterno, d'un colore nero, talvolta perfino lucido ed in complesso mostra usi condotte con magistero, accuratezza ed eleganza. La forma predominante, e potrebbesi dire unica in questa classe fina, è quella della ciotola a fondo ombilicato od a fondo piallo; le altre forme di conico-ovale, di conico-troncate e di due coni riuniti alle basi sono proprie di poche stoviglie; gli orli sono appena svasati e per lo più la parete del vaso termina in semplice margine liscio, talvolta frastagliato da solchetti oda implosioni consecutive e leggermente rivolte, all'iiifuori. Le anse poi formano una specialità e può dirsi ima serie affatto diversa da quella della classe rozza; infatti poche sono le anse semicircolari, i grossi tubercoli o le protuberanze che ne facciano le veci; molte all'incontro sono le canaliculate, a cilindro