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l'arie Terza — Italia Centrali;
L'edifizio di maggior importanza nel suburbio modenese è il Cimitero comunale o necropoli di San Cataldo, che prende il nome dalla località nella quale si trova. Interdetto, per disposizione del duca Francesco III, l'uso dapprima comunissimo dì seppellire i morti nelle chiese della città e nel sagrato di quelle di campagna, il Comune, dovendo provvedere il campo pel seppellimento dei morti, acquistò dai Minori Riformati, clic avevano il loro convento alla villa di San Cataldo, il terreno necessario, ed in esso cominciarono a farsi le inumazioni. In questo periodo il Cimitero era chiuso da un muro di cinta e le tumulazioni vi si facevano, specialmente pei poveri e pei morti all'ospedale, un po' troppo alla rinfusa e non colla dovuta sorveglianza, tanto più che il governo ducale aveva riconosciuto alla nobiltà, a chi pagava certi canoni, al clero, ai membri di certe confraternite la facoltà di seppellire nuovamente 1 loro morti nel sottosuolo delle chiese in città e nel sagrato di quelle di campagna.
A meglio disciplinare questo importante e pietoso servizio pubblico ed a togliere gli inconvenienti e gli abusi che si lamentavano, il Comune di Modena, nel 1854, diede incarico all'architetto Cesare Costa, valentissimo nell'arte sua, come quello che ne aveva data splendida prova col l'erezione del teatro di Reggio Emilia, alla quale allora attendeva, di studiare il progetto d'un cimitero rispondente ad un tempo al decoro ed ai bisogni della città ed alle più rigorose esigenze del servizio, dell'igiene pubblica e del rispetto dovuto agli estinti. Il Costa presentò il progetto d'un grandioso fabbricato rettangolare, con cappella, pantheon e chiesa.
1 lavori furono cominciati nel 1858 e procedendo gradualmente anno per anno, a setonda degli stanziamenti in bilancio, non sono ancora compiuti; solo il corpo principale della fabbrica è finito. Consta questo di un edilizio a due piani, ili vaste gallerie. Un porticato a colonne gira tutt'intorno e dà luce alle sale del piano superiore, contenenti i maggiori colombari ed i monumenti; il piano inferiore contiene i colombari minori, i depositi delle cappelle superiori, e riceve luce da apposite finestre. 11 terreno circoscritto dal fabbricato serve di cimitero o campo. Nel lato del braccio settentrionale, cli'ò appunto quello compiuto, sorge la chiesa a cupola rotonda e con un grandioso pronao di stile classico, retto da bellissime colonne monolitiche di granito di Ilaveno sul lago Maggiore. Gli architravi, le colonne minori, le modanature ed altre parti decorative ilell'edifizio sono in un bellissimo serpentino verde-scuro, tratto dalle cave di Renno nell'alto Apennino modenese, e di bell'effetto, intonato all'uso del luogo.
Quantunque di recente costruzione, la grande galleria del tronco settentrionale è ricca di monumenti, per la maggior parte ni marmo di Carrara e condotti con buoni in tendimeli ti artistici. Citiamo fra gli altri i monumenti: Gaviali, dello scultore Pietro Aleotti di Reggio ; Campavi, rappresentante le Marie al sepolcro di Cristo, con bellissime figure di donne in marino di Carrara, compiute nel 1880 dallo scultore Tito Sarrocchi da Siena; Forni, del prof. Alessandro Gavazza; Molza, dello scultore Cesare Sighinollì ; Agazzotti, dello scultore Andrea Razzani di Carrara, con busto del Barberini di Modena ed altri di minore importanza, che qui riescirebbe superlluo lo enumerare.
CENNO STORICO
Periodo preistorico Le popolazioni delle terremare, — Nei remotissimi tempi nei quali ogni lume di nozione storica è spento per la nostra Italia, dopo che da quel gran golfo Adriatico che era la valle del Po, per le secolari alluvioni, furono espulse le acque marine, la plaga di terreno che ora forma la ridente e lussureggiante pianura modenese era nel pieno dominio delle acque. Era un immenso allagamento, del quale le tradizioni sono giunte agli scrittori più autorevoli dell'antichità in fatto di topografia e di geografia, Polibio e Strabene.