Modena
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nazionale. Il monumento è opera dello scultore modenese residente in Roma, prof. Cesare Sighinolfi.
La statua di Ciro Mi'notti stringente ni petto la bandiera della rivolta, vigorosamente tratteggiata, si alza sopra uno zoccolo ottagonale di Jwtìiglio, il quale poggia alla sua volta sul basamento a ottagono sconfinato.
Nelle quattro maggiori faccio del basamento sonvi altreitanli medaglioni in marmo di Carrara portanti i ritratti di Don Giuseppe Andreoli, di Mirandola, decapitato nel 1821 a Rubiera, perchè — secondo i giudici ducali — convinto di carbonarismo; avv. Biagio Nardi, dittatore in Modena nel 1831 durante d periodo della rivoluzione, condannato a morte ed impiccato in effigie perchè rososi contumace: morì in esilio; avv. Vincemo Barelli, membro del Governo provvisorio modenese, caduto nelle mani ducali ed impiccalo insieme al Menotti la mattina del 20 maggio 1831; cav. Giuseppe Ricci di Modena, fucilato il 19 luglio 1832, sotto I imputazione — che non fu mai provala — di avere attentato alla vita del duca Francesco IV il 2 marzo dello stesso anno. Questo monumento fu inaugurato, con grandi feste pubbliche, nel giugno del 1X75.
Monumento ai Martiri del 1821. — Sorge sull'estremità occidentale del piazzale Leale, (piasi davanti alla chiesa di San Domenico. Fu cretto c.ol lascito del cav. Gaetano Morenti di Modena, aulico patriota, che fu tra i partecipanti ed i perseguitati per più moti. Ne è autore lo scultore modenese Silvestro Barberini, Consta di un obelisco tronco formato con blocchi appena dirozzati di granito di Baveno ; sui gradini sorge una formosa figura in bronzo di donna seminuda siinboleggiante la Rivolta che col braccio teso mostra le catene infrante ; addossate al basamento sono palme ed altri simboli del martirio, colle date 1821 e 1831.
Dei monumenti di cui si ornano attualmente le piazze di Modena questo è forse quello che rivela maggiore intenzione artistica ed originalità.
Monumento a Vittorio Emanuele. — Sorge sulla rimodernata piazza Garibaldi, presso la barriera orientale della ciltà. Questo monumento fu fatto coi fondi votati dal Consiglio provinciale, dal Consiglio comunale ili Modena e con quelli raccolti per pubblica sottoscrizione dopo la morte del re Vittorio Emanuele II, sotto il cui auspicio gli antichi Stali estensi cessarono
d'essere e diventarono parto integrante della nazione italiana.
Il monumento fu allogato allo scultore modenese prof. Giuseppe GiboH'mi, il quale in quest'opera, sebbene. accurata nei particolari, non ha saputo levarsi dal comune. La statua del primo re d'Italia in uniforme di generale sorge su un alto piedestallo ili granilo, alla sua volta adorno, sulla fronte, da una statua simbolica dell 'Italia ed a tergo da un leone accovacciato.
Onesto monumento venne inaugurato con grande solennità, alla presenza dei Beali, il 21 giugno 1890.
Monumento a Nicola Fabnzi (fig 11). — Sul corso Vittorio Emanuele, all'ingresso che da quesla parie hanno i giardini pubblici, sorge il monumenlo al sommo patriota modenese, cospiratore con Ciro Menolli, esule e fondatore della Giovine Italia con Mazzini in Marsiglia nel 1833; combattente con Fanti e Cialdini per la libertà costituzionale in Spagna, con Garibaldi, che lo ebbe fra i suoi più cari e valorosi in tutte le sue guerre per la libertà italiana ; legislatore autorevole, incontaminato, venerato, intendiamo dire di Nicola Fabrizi, morto in Roma nel 1885.
Il monumento venne eretto in parie con fondo di concorso nazionale votato dalla Camera, in parte raccolto con pubbliche sottoscrizioni fra la cittadinanza modenese, per tanti anni dal Fabri/.i rappresentata degnamente nell'Assemblea nazionale. Ne fu autore In scultore Fasce di Roma e fu inaugurato, con feste civili il 3 febbraio 1890, anniversario della lolla in casa Menotti, avvenimento col quale si iniziarono i moti del 1831 e col quale il Fabrizi inizili la lunga sua vita di patriota ed ardente preparatore del patrio riscatto.
Sopra un piedestallo di granito, ili bella sagoma, che ricorda alquanlo un'ara romana, sorge l'alta e caratteristica figura di Nicola Fabrizi, dalla lunga e Unente barba sul petto, in abito di generale garibaldino con itti lungo cappello, in attitudine di scrutare l'orizzonte. E specialmente quale figurò nella campagna dell'agro romano del 1867 che l'artista intese n'Irai Io. La figura è modellata con una certa vigoria e venne fusa in bronzo.
Su due faccio del piedestallo veggonsi due bassorilievi, pure in bronzo, ricontati l'atti della vita del patriota e soldato; sulle altre due faccio notansi em-llicfiii allegorici e militari. Questo monumento è uno dei migliori che ora conti Modena.
MURA, POME E li A Riti ERE
Come fu già detto, Modena è tutto all'intorno ricinta da nutra solide e ben costrutto, che le (làmio in pianta la forma pentagonale. Ogni angolo del pentagono alla sua volta era terminato da un baluardo pur esso pentagonale, costrutto secondo le regole dell'arte militare dei secoli XVI e XVII. Di tali baluardi uno, quello detto di San Giovanni del Cantone, nella parte nord-est della città, fu pressoché spianato insieme ad un tratto delle mura per dare luogo all'ampliamento dell'Orto botanico e dei giardini pubblici e alla tendenza di allargamento mostratasi in questa parte della città; gli altri sono: il baluardo di San Pietro a sud, ove nella bella stagione danno i loro concerti,