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Parlo Terza — Italia Centrale
Iìiparti 9 e 10°. Sonvi gli esemplari della fauna delle terre mare, comunissima cioè le ossa di bue, maiale, pecora, capra; rare quelle degli altri animali domestici; rarissime quelle dei pesci e degli uccelli.
Riparti 11, 12° e 13°. È conservata la collezione Crespellani, dal donatore, erudito paletnologo modenese. Questa collezione di oggetti preistorici serve a dimostrare che prima assai della via Emilia, aperta nell'anno di Roma 5G7 tra Rimini e Piacenza, esisteva un'altra strada corrente al piede dei eolli fra i torrenti Samoggia e Secchia, la quale da un lato conginnge-vasi con Bologna e dall'altro, seguendo 1 andamento delle colline, spingevasi fino all'ora distrutta Velleia, tra Parma e Piacenza. Sopra la linea accennata il Crespellani avrebbe rinvenuto traccie di abitato dall'epoca della pietra alla medioevale, formanti sette borgate, dal Crespellani segnate sulla carta topografica, che illustra la collezione colle indicazioni dei luoghi nei quali si rinvennero gli oggetti da lui raccolti e classificati. Nello stesso riparto havvi pure un saggio delle costruzioni di epoca romana e delle stoviglie trovate a Magrcta nel luogo detto Gazz-oli, ove si suppone esistessero ì Campi Meri, ricordati da Var-rone ; nonché un saggio del copioso deposito di anfore vinarie, trovate a Sant'Anna nel Comune di San Cesario. Infine, nello stesso riparto, trovansi due enormi dulii o otri romani, trovati a San Michele presso Sassuolo, clic servivano a contenere il vino, l'olio od anche le granaglie.
Riparto TP. Scavi modenesi: oggetti diversi raccolti nel territorio nonantolano alla Scartazza in Col-legara presso il Panaro.
Riparti 15° e, 1G°. Altri srari modenesi: oggetti raccolti a Spezzano e Modena città: pesi romani, vetri — specialmente i bellissimi trovati in Modena nel piazzale Reale entro una cassa di piombo — oggetti in bronzo, mattoni, lv.cerne fittili o non, ecc.
Riparto 1 7°. Archeologia comparata: armi di pietra di diverse stazioni italiane e straniere, oggetti in bronzo e in terracotta, vetri di località estranee al Modenese; oggetti medioevali, istrumenti per fare orologi solari, granate di vetro, vetri di fabbrica modenese.
Riparto 18°. Sonvi frammenti di stoviglie di fabbrica ignota, che ritiensi però fosse al Poggio sopra Castel vetro.
Riparto 19°. Maioliche, terrecotte modenesi d'ogni tempo.
Riparto 20°. Copie in gesso di varie ornamentazioni del Duomo; oggetti in ferro, serrature, chiavi antiche ed ima croce d'argento del secolo XV', dovuta a Jacopo di Porto, orafo modenese.
Riparto 21° ed ultimo. Medaglie funerarie, gemme e carnei; sigilli antichi, medioevali e moderili, ecc.
Museo e Pinacoteca. Estense. — Queste splendide raccolte, cacciate dalla loro sede originaria, il palazzo Ducale, giacquero incassale ed occultate al pubblico nei magazzini del Municipio, clic non poteva improvvisare un locale per collocarle. Acquistato l'Al-
bergo delle Arti ed adattato allo scopo di sussidiarvi gli istituti dei quali più urgeva l'allogamento ed il riordinamento, quali l'Archivio comunale, la Biblioteca comunale, il Museo civico, ecc., venne finalmente trovato ed adattato lo spazio anche per i quadri della Pinacoteca Estense e per le collezioni del pregevole Museo, raccolte dagli ultimi duchi di Modena.
I locali non sono certo l'ideale per l'uso a cui furono destinati e molti quadri vi stanno a disagio e fuori luce : troppo addossati gli uni agli altri, dovendosi contendere uno spazio limitatissimo ; riè la divisione delle scuole e delle, varie epoche fu possibile ottenerli come nei magnifici ed alti saloni dell'antica galleria Estense, che non senza rimpianto ricordiamo; nè tutti ì quadri della collezione poterono essere collocati, che molti giacciono ancora incassati, nè si sa quando sarà loro dato di rivedere la luce. Tuttavia va data lode tanto al Municipio quanto a chi presiedette al riordinamento delle collezioni, poiché, nelle contingenze, di spazio e di mezzi fruiti, non si poteva fare nè più nè meglio.
La Pinacoteca Estense, ove non fosse avvenuta nel secolo XV11I la vendita latta dal duca Francesco IH di cento quadri considerati come capolavori dell'arte italiana al re di Sassonia per la sua galleria di Dresda, ove oggi ancora si ammirano, sarebbe senza dubbio una fra le primissime d'Europa, come tale è appunto la galleria di Dresda. Tele di Raffaello, del Correggio, del Tiziano, del Giorgione, di Frate Angelico, del Veronese, del Perugino, dei più grandi nomi insomma che figurino nelle glorie artistiche italiane dal XV al XVII secolo, emigrarono da Modena per Dresda, ove giunsero — dice la tradizione — salutate da 101 colpi di cannone, siccome si usa per le persone reali. Ad onta di questa grave ed irreparabile perdita la Pinacoteca Estense è rimasta sempre una fra le più ricche ed interessanti d'Italia. Essa conta oggidì quasi G00 quadri, nel maggior numero antichi e non pochi fra questi di grande valore ; e quasi 400 disegni, cartoni, schizzi, incisioni a matita, a penna, a seppia, all'acquarello, al carbone, d'eccellenti artisti, tra i quali Raffaello Sanzio, Alberto Durerò, Correggio, Guido Reni, Leonardo da Vinci, Giulio Romano ed una sequela d'altri che qui è ora superfluo il ricordare.
Fra le opere più notevoli ehe ora vanti la Pinacoteca all'Albergo d'Arti, ricorderemo: di Simone Avanzi (1370), la Va'gim con angeli ; di Rarnabada Modena (secolo XIV), la Vergine; del Baldovinetto (sce. XIV), VAdorazione del Bambino; di Gian Francia, I'/Issmn-iione; di Bartolomeo Bonasia (1483), la Pietà; di Fr. Bianchi Ferrari, maestro al Correggio, l'Annunziala; del Ghirlandaio (ili. 1493), una Vergine ; del Masaccio (in. 1413), ritratto di donna; di Andrea Mantcgna (m. 1505), Lucrezia in atto di ferirsi; di Alessandro Botticelli (m. 1515), Vergine col Bambino; di Jacopo Loschi (in. 1504), la Maddalena col Redentore; di Gherardo di llarlem (1400), grandiosa tavola della Croce/issione; dìGentile Bellini (ni. 1500). Madonna col Bambino; di Fr. Kaibolini, detto il