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Parlo Terza — Italia Centrale
ima terza sul basamento. Sul lato destro sono figurali i predetti due coniugi sul letto conviviale a mensa, giusta il generale costume romano: sul lato sinistro un uomo intento colla lancia a ferire sulla testa un cinghiale: appartiene al secolo IV dell'era cristiana. — Sarcofago venato dedicato a Lucia Peducea Giuliana, interessante per l'epigrafe ed i titoli dati alla defunta: è del periodo della decadenza perla sua mole e per l'irregolarità dei caratteri. — Cippo completo in granito del lago Maggiore, trovato nel 1855 sulla riva destra della Secchia. Il cippo, coll'epigrafe ricordante Quinto Petronio del sodalizio itegli Apollinari, è collocato sopra tre altri gradini: nella parte superiore termina a foggia d'ara con due volute laterali, in mezzo alle quali sta una calotta emisferica striata. Iìisale ai primi tempi dell'Impero romano ed è pezzo d'importanza e rarità grandissima.
Numerosi poi i frammenti di scolture, di decorazioni, di lapidi che si trovano in queste collezioni. Molti dei marmi che vi figurano nel Museo lapidario modenese erano incastrati sulle pareti del Duomo e della torre Maggiore, edilizi costrutti in parte cogli avanzi ilei materiali di edilìzi della Modena romana, per le sopravvenute vicende abbandonati o distrutti.
Anche la collezione di marini medioevali ha pregio ed interesse grandissimo per i raccoglitori di memorie storiche e per chi segue il cammino fatto dall'arte nelle sue più singolari manifestazioni ed evoluzioni Fra i pezzi più caratteristici ed apprezzati di questa copiosissima collezione ricorderemo: Testa colossale e grossolana in arenaria trovala nel 1828 a Cogliente presso Modena, rappresentante Apollo e che è come una transizione tra l'arte pagana e l'arte cristiana. •— Epigrafe del secolo Vili, ricordante la costruzione delle mura ili Cittanova, borgata fabbricala dal 712 al 744 dai Modenesi fuggenti dalla loro città allagata, a 7 chilometri a ponente dall'attuale città. — Varie pietre sepolcrali e coperchi di tombe, tolti nel 1771 dal pavimento di Sant'Agostino che si stava rifacendo. — Due sarcofaghi in marmo di due valenti medici della famiglia Cesi, cioè Pietro morto nel l.'ìlò e Geminiano nel 1383, tolti dalla chiesa di San Francesco. — Cassa sepolcrale in marmo rosso di Verona con pregevoli scolture di maniera lombarda rappresentanti il dottore in medicina dello Studio modenese Iacopino Gagnoli, morto nel 1312. — Monumento al giureconsulto Giovanni Sadoleto, innalzato da suo figlio, il celebre cardinale Jacopo Sadoleto, ad opera del tagliapielra Cristoforo Stoporone, che lavorava in Ferrara tra il 1509 ed il 1522 : il monumento porta la data del 1517. — Sarcofago dedicato, nel 1434, ad Alberto e Galeazzo Boschetti, ma per la sua fattura lascia credere d'essere uno dei tanti sarcofagi del periodo romano tratti dagli scavi modenesi e che le famiglie patrizie d'allora andavano a garancll'acquistare per le loro tombe gentilizie. — Altro sarcofago di marino patio venato, che fu tomba di Tommaso Fontana, onorato ili civile magistratura, è fregiato di buona scoltura del principio del secolo XVI, ecc.
Fra le lapidi commemorative che si conservano in questa collezione ricordiamo quella in marmo bigio di Carrara ni onore del duca Francesco IV, che con sovrano decreto del 31 marzo 1828 fondava ed istituiva questo Museo ; l'epigrafe che stava sopra la porta del castello, atterrata nel 1859 e surrogata dall'attuale barriera Vittorio Emanuele, inaugurata il 21 agosto 1859; l'epigrafe ricordante i rislauri fatti dal duca Rinaldo d'Este al baluardo di San Giovanni del Cantone ed alla cortina che lo univa a porta Bologna; l'epigrafe in marmo che stava sopra porta Bologna (ora barriera Garibaldi), postavi a ricordo del solenne ingresso ai Modena ilei nuovo duca Francesco IV di Austria-Este il 15 luglio 1814, ecc.
Archivio Comunale. — Importantissimo per tutto ciò che si ri flette alla storia locale, avente nesso grandissimo colla storia generale il Italia, è l'Archivio comunale di Modena, qui collocato nel 1880 per tutto quel materiale che può dirsi come un patrimonio acquisito alla storia. Il materiale di carattere amministrativo e quello riguardante gli affari correnti si conserva nella sezione dell'Archivio comunale rimasta nel palazzo stesso del Comune.
Fra i documenti e codici più preziosi posseduti dall'Archivio comunale modenese e custoditi nella sezione dell'Albergo d'Arti citiamo: molti codici membranacei, tra i quali è il Regiatrum privilegiorum, datante dal 1085 al 1200 e contenente la trascrizione di atti e documenti della massima importanza per la storia locale. Completa è la raccolta degli statuti, comprendenti: gli statuti modenesi del 1327 e loro riforme in epoche diverse ; gli statuti delle acque e dei giudici delle vettovaglie; le provvisioni sull'Archivio pubblico dal 1448 al 1521; i privilegi della nobiltà dal 1421 al 1009; i capitoli concessi ai Modenesi nel 1515 dal pontefice Leone X ; quelli di Clemente VII nel 1524 ; le grazie concesse a Modena dal duca Cesare d'Este nel 1597; gli statuti speciali delle arti dei medici, avvocati, fabbri-ferrai, beccai, mereiai, muratori, sartori, calzolai e giudici.
Fra i inanoscritli di lavori storici e letterari: quello autografo del poema la Secchia rapita, « donato dall'autore all'Ili.ma Comunità di Modena sua patria» il 10 marzo 1025 ed avente in line l'aggiunta di alcuni sonetti in parte inediti, il libro De politica di Giusto Leprio- tradotto con annotazioni ; autografo di Tarquinia Mulza, versi latini ed in volgare, frasi scelte latine, brani ili lingua ebraica. Nell'Archivio conservasi pure il diploma autentico col quale il Senato di Roma conferi, nell'anno 1400, la cittadinanza romana alla illustre donna; la Cronografia, parte I e li (specie di dizionario dei fatti memorabili ed uomini illustri dalla nascita ili Cristo al 1G00), ili Carlo Sigonio (inedito); codice greco, contenente le regole di retorica, versificazione ed un indice : ne fece una traduzione ridotta il dottissimo monsignor Celestino Cavedoni.
Fra i cronisti e storiografi : Spaccini Giambattista, Copia delle cronache di Iacopino e di Tomasino dei Bianchi detti De Lancelhlti, dal 1457 al 1554, con