Modena
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si ha un gruppo di cnmosri ed 1111 completo saggio della fauna modenese, con 1111 gruppo dei famosi colombi da vola o viaggiatori, l'allevamento dei (piali lia tradizioni remotissime nelle consuetudini modenesi ;
la sala Ercolanì, colle collezioni d'insetti, ragni, parassiti, echinodermi, crostacei, coralli, venni ed i bellissimi preparati in alcool dell'Istituto annesso al celebre Acquaritnn di Napoli;
la sala Malpighi, per le collezioni di molluschi, fra cui primeggiano quelli propini della regione modenese ; nel mezzo, sotto quattro grandi vetrine di cristallo, si conservano collezioni di gasteropodi pul-monati ;
la sala Scarpa (o di Osteologia), con molli scheletri di ammali fossili o 11011, di pietrificazioni ed avanzi delle terremare. Notevoli specialmente un cranio d'orea ed uno di tricheco, rarissimi,
la sala Ealloppio, con preparati di anatomia, specialmente riguardanti gli organi digestivi, respiratori], nervosi, ecc.
c) L'Istituto di geologia e di mineralogia colle seguenti sale: Doderlein, dal nome del valente scienziato che raccolse ed ordinò la ricca collezione delle roccie ivi conservate, tra cui primeggiano quelle interessantissime proprie della regione emiliana; Quintino Sella, con collezioni mineralogiche ; Meneghini, contenente collezioni generali di paleontologia; Brocchi, con collezioni di molluschi fossili terziari dell'Emilia, segnatamente del Piacentino e quelli pregevolissimi ili Moulegibbio presso Sassuolo; ed infine una sala con saggi di terreni incontrati nella trivellazione dei pozzi del Modenese.
La Biblioteca universitaria, formatasi tra il secolo XVII ed il XVIII, poi dispersa durante il periodo rivoluzionario della fine del secolo scorso e ricostituitasi in seguito, specie per impulso del duca Francesco IV, che liei 1844 la rimise con larghe donazioni 111 fiore, fu riunita ora alla Biblioteca Estense. Conta dai 16 ai 17 mila volumi, di carattere essenzialmente scientifico, giuridico e storico, attinenti allo materie che s'insegnano nell'Università. Possiede inoltre manoscritti ed autograti di illustri scienziati e pregevoli edizioni antiche.
Dipendono inoltre dall'Università : IP II Museo di Anatomia umana, con relativo Teatro anatomico. Questo Istituto, esistente in via Foro Boario, fu costrutto nel 1771 regnando il duca Francesco III, sui disegni del celebre anatomico Antonio Scarpa — che più tardi doveva essere gloria della scuola medica pavese — il quale lo inaugurò nel 1775. Nel porticato d'ingresso, insieme alle lapidi commemorative, fu collocato il busto del fondatore, o per meglio dire del creatore di questo istituto.
Le preparazioni celeberrime dello Scarpa costituirono il primo nucleo del corredo scientifico di questo istituto, che prese poi largo sviluppo coi lavori dei professori Sante Fattori, Alfonso Bignardi, Giuseppe Generali e si arricchì anche recentemente d'una pregevolissima collezione di tranii umani (collezione cranio-
logica ed etnografica), raccolta dal prof. Paolo Gaddi modenese, e che formò rauiniirazione degli scienziati di tutto il mondo accorsi in Bologna per il Congresso internazionale di materie preistoriche del 1871.
I preparati anatomici, variamente classificati, di cui questo istituto fa mostra, si avvicinano al cospicuo numero di seimila. Nella sala maggiore conservasi ancora la tavola sulla quale lo Scarpa dava le sue dimostrazioni e lezioni di anatomia.
II Teatro anatomico è installato nell'antico oratorio di San Nicolò, che serve anche di deposito provvisorio pei cadaveri dell'attiguo Ospedale civile.
2° 11 11. Osservatorio astronomico, istituito nel 1818 dal duca Francesco IV, è collocato, come già fu detto, nel torrione orientale del palazzo d'Italia. Lo ressero astronomi celebri, tra i quali l'Amici ed il siciliano Ragona, morto alcuni anni sono dopo lunga permanenza in Modena, di cui aveva fatta la sua seconda patria.
3° L'Orto e l'Istituto botanico, in un riparto speciale dei Giardini pubblici. Fu creato nel 1765 sotto gli auspicii del duca Francesco III d'Este, che volle istituita nell'Università ili Modena anche una cattedra di botanica. Grande incremento ebbe poscia questo istituzione per opera del duca Francesco IV, il quale fece acquisto della ricchissima raccolta rara del conte Cattaneo di Novara, famoso collezionista e botanico. Attualmente l'Orto botanico modenese è costituito da due scomparii o parlerres, separati dagli edifizi delle grandi serre da una pittoresca montagnola artificiale.
Nello scomparto meridionale si coltivano le piante rappresentanti i tipi morfologici delle principali famiglie vegetali, distribuite secondo il metodo di De Candolle, nello scomparto settentrionale si coltivano le piante clic forniscono i semi per cambio e gli scheletri da conservarsi in erbario. Nella montagnola si coltivano di preferenza le piante conifere ed altre specie di alto fusto. Gli edifizi delle serre constano di due grandi serre calde, di un vasto tepidario e d'una serra di propagazione, costrutta negli ultimi anni secondo le norme più razionali suggerite dalla scienza. L'Orto botanico modenese è ricco di piante di singolare rarità, tanto per le specie alle quali appartengono clic per lo sviluppo loro; completano il corredo di questo istituto un ricco erbario classificato ed il Museo botanico ;
4° L'Istituto o Museo di veterinaria, nella contrada di San Gemiuiano. Fu fondato nel 1787 dal duca Ercole 111, ultimo discendente maschio di Casa d'Este. Venne soppresso nel 1807 per decreto del Regno Italico, perchè sembrava fosse di danno ai consimili istituti di Bologna e di Milano. Venne riaperto nel 1826 per ordine del duca Francesco III. Nel 1878 fu ampliato e perfezionato coll'aggiuuta di varie cattedre di insegnamento e, sotto la provvida direzione del professore Generali, venne portato al livello degli altri consimili di priin'ordine esistenti in Italia.
L'edifizio della Scuola veterinaria, vasto e bene adatto, comprende, al pianterreno, i seguenti riparti: Cliniche medica e chirurgica perle malattie sporadiche ;