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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Modena e Reggio nell'Emilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1902, pagine 328

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parlo Terza — Italia Centrale
   crescente a lato della feudale e della vescovile, allora in più o meno aperto conflitto. Ma fi da supporsi clic il luogo di ritrovo o riunione di quei primi magistrali, preposti con un titolo o 1 altro al reggimento e alla sorveglianza interna della città, fosse nel cuore della città stessa presso alla sua cliiesa maggiore, considerata nel medioevo come il palladio della vita cittadina.
   bove ora è la via del Castellaro era forse un castelletto o palazzo pei feudatari, una torre del quale rimaneva ancora nel 1194 e fu demolita perchè dominava il vicino palazzo Pubblico. Di questo si hanno nolizie appunto nel 1194 e sorgeva ia parte dove ora sorge l'attuale fronteggiante la piazza Grande, fra il Duomo e l'anzidetta via del Castellaro. Gli scrittori del secolo XIII chiamano vecchio questo palazzo, essendone stato fabbricato nel 1217 un altro che fu detto il Nuovo 1 due edifìzi furono limo all'altro contigui e gli alti del Connine veggonsi ora seguati dal palazzo Vecchio ora dal Nuovo. In seguito l'edilìzio subì altre radicali trasformazioni ed ampliamenti. Nel 1G29 fu ricostruito sull'attuale disegno ad opera di Dall'ade di Mcnia, modenese, al braccio sinistro par chi lo guarda di fronte e, nel 1826, fu ridotto ed ampliato quale ora si presenta coll'aggiunta del braccio destro, che dalla torre dell'Orologio va fino all'angolo di via Castellaro.
   Osservato dalla piazza Grande il palazzo Civico di Modena ha linee belle e severe; bellissimo poi è il porticato sostenuto da colonne di granito, sotto il quale s'aprono i grandiosi negozi, e che è sempre uno dei punti più movimentati della città. Sulla fronte maggiore guardante la piazza l'uniformità della linea è rotta dalla torre dell'Orologio, edilìzio speciale di buona architettura, sul quale, all'altezza del piano nobile, si apre una vasta nicchia con .ringhiera, nella quale fu collocata una statua in marmo della Concezione; dalla ringhiera, ricostruita nel 1700, si bandivano gli atti pubblici ed i decreti del Comune, essendosi perduto l'uso di proclamarli dalla pietra ringadora.
   Sopra alla nicchia della Madonna è disegnato il grande quadrante dell'orologio pubblico, animalo da un meccanismo di grande precisione ed a compensazione, costrutto nel 1867 dal celebre meccanico modenese prof. Lodovico Baroli, meccanismo che serve anche per un altro quadrante porgente sulla piazzetta dell'Ova, di cristallo smerigliato ed illuminato di notte in mudo da lasciar vedere le ore.
   Dal voltone sottostante alla torre dell'Orologio, per un ampio scalone si accede ali interno del palazzo, che, costrutto in varie epoche come fu detto, ha pianta vasta ed irregolare, la quale dal Castellaro va a via Emilia e dalla piazza Grande, da quella della Torre, va alla via trasversale detta degli Scudati. Nel lato del palazzo guardante quest'ultima via, ch'è il lato posteriore, Lamio sede gli uffici della Pretura di mandamento e del conciliatore.
   Dal Iato di via Emilia, dotata pur questa di un ampio e bel porticato, aveva sede la Corte d'appello, sezione di Modeua. Sotto questo porticato si leggono le lapidi seguenti : una in onore di Pietro Gl'annone,
   esule napolitano del 1821, vissuto in Modena parecchi anni, iffiiico di (aro Menotti e con lui cospiratore per la causa della libertà, poeta, storico, scrittore civile e sopratutto uomo virtuosissimo e carattere adamantino; due in onore dei iModenosi caduti nelle campagne nazionali dal 1848 al 1860, dal 1860 al 1871 ; ed mia quarta commemorante la bella vittoria riportata dai volontari modenesi a Governolo, in quel di Mantova, il 29 aprile 1849.
   Salendo Io scalone comunale, clic dal porticato della piazza Maggiore conduce nell'interno del palazzo, si trova a destra l'antica sala delle udienze per la Corte d'assise, ora trapiantata nel nuovo palazzo di Giustizia, sorgente sulla fronte meridionale della piazza stessa. Sul medesimo lato del palazzo si trovavano le sale per le udienze del Tribunale civile e correzionale, gli uffici dell'Esattoria e quelli della Cassa di risparmio.
   Dall'altro lato del palazzo e sul piano superiore tro-vansi tutti gli ullìci comunali propriamente detti.
   Notevole è l'appartamento nobile, residenza ufficiale del sindaco e della Giunta, coll'aula per le sedute consigliali. Questa, costrutta in vòlta, è divisa in cinque riquadri ornati da pregevoli dipiuli, eseguiti nel 1604, due da Ercole dell'Abate, rapprcsenlaiili ; Moreno Tel/ano che dalle mura dell'assediata sua patria si getta sull'esercito greco; il Vecchio Alcide indossante la pelle del leone Nemeo, colla clava e l'arco, seguito dal popolo festante ; due di Bartolomeo Sghedoni, rappresentanti : Coriolano vinto dalle preghiere della madre desiste dall'impresa di Roma; YAmicizia figurata da sette donne di diversa età. Nel riquadro centrale i due pittori suddetti dipinsero un Genio che tenendo un globo sormontato da gigli di Francia viene sollevato da un'aquila, la quale, a sua volta, sostiene lo stemma di Modena, dalla croce azzurra in campo d'oro. Gli stessi pittori dipinsero inoltre il fregio che gira tutto intorno alla sala.
   Dalle pareti pendono : un quadro rappresentante San Geminiano proiettore della città, di Ludovico Lana; gli affreschi preziosi di Nicolò dell'Abate ed Alberto Fontana, eseguiti nel 1546 e levati nel 1866 dal muro di altra sala, ove erano soggetti a man omissioni e deperimenti e trasportati su tela dal Pfzzoli di Bologna, rappresentanti Fatti del seeo«(/o Triumvirato, quando Modena fu assediata da Maix'Antonio nel 710 di Róma.
   La sala riservata alle riunioni della Giunta ha dipinti del Vanulli, rappresentanti : la Stipulazione della pace di Costanza, la Conferma del trattalo di Costanza, il Podestà che presta il giuramento ai capi del Comune. Nella vòlta lo stesso pittore dipinse una simbolica Carità e sul camino una Flora. Le altre decorazioni sono del Vaccari.
   Nell'anticamera del sindaco, detta la Sala Rossa, si hanno nel sollitto buoni dipinti ili Geniiniano Vincenzi e sulle pareti suno disposti i ritratti su tela d'illustri cittadini, taluni dei quali di buon pennello.
   Palazzo di Giustizia — È il più moderno di tutti gli edilizi pubblici modenesi. Sorge sulla piazza