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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Modena e Reggio nell'Emilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1902, pagine 328

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   fj(') Parlo Terza — Italia Centrale
   III questa eliiesa conservanti pure i monumenti se-[)<»Ii-iili della contessa Maria Seghezzi Campoii , del prof. Giovanni Moreali, in marmo di Carrara ed opera del valente scultore carrarese Giuseppe Pisani, Nel chiostro dell'antico convento, ora ridotto a canonica, eraim dipinti d(!],0 Stringa, ora pressoché i,iterali Mite perduti.
   San Domenico. — Sorge sul piazzale omonimo, di fianco al palazzo delle ISello Arti. È di grandiose proporzioni ed è considerata fra le più ragguardevoli chiese della città.
   Ne fu posta la prima pietra nel 1708 dal duca Rinaldo d'Esle, la costruzione venne affidata all'architetto Tommaso Bezzi, veneziano. Ila pianta di croce greca, con un grande e slanciato cupolone nel mezzo. Ila ni complesso linee semplici, ariose, di bellissimo effetto. La facciata è semplice, harocclieggiantc, ma condotta colla slessa grandiosità di linee dell'interno. Notevoli dipinti ne adornano gli altari, tra cui ci piace ricordare: il bellissimo quadro fiammingo dell'aitar maggiore, rappresentante He Davi/I genuflesso in allo di suonar l'arpa, quadro terminato in Roma da Ignazio Stehcr, tedesco, essendo l'autore improvvisamente fuggito da Modena, lasciandolo incompleto; il San Pietro martire (lei bolognese Francesco Monti, il Ih 'alo Mario da Modena, dello Zattera ; l'affresco del Malatesta nella vòlta del presbiterio; il San Vincenzo Permei, dello Zoboli ; la Vergine del Rosario, di scuola bolognese. Nella sagrestia conservasi pure un pregevole dipinto di Giulio Secchiari, modenese, rappresentante il Mailirìo ili Sant'Agata.
   San Francesco. — Questa chiesa sì trova alla estremilà del corso Canal Chiaro, presso alla porta meridionale della città, che da essa prende nome. Fu incominciata nel 12-H dai Minori Conventuali da qualche leni]» già stabilitisi in Modena ed officianti nell'antica parrocchia di San Giorgio quivi sorgente. È in islile gotico, assai rozzo e semplice, nella facciata, atre navate nell interno. Ila una sola porta a sesie acuto, coli decorazioni tozze, pesanti, che ben poco hanno a che fare colla tradizionale e caratteristica eleganza e varietà delle decorazioni gotiche, Tanto allo interno che all'esterno questa chiesa fu assoggettata, negli ultimi anni, ad un l'istauro generale; che, specie per le tinte date all'intonaco clic si volle conservare in luogo di mettere i muri a vivo, coinè sarebbe stato più logico, non ci pare il più intonato allo stile ed al carattere dell'edilizio. Le vòlte e le pareti all'interno sono dipinte dal pittore Fermo Forti da Carpi per le ligoii'e e dal prof. Manzini per gli ornati e le decorazioni. La cosa più notevole che osservasi in questi chiesa è il grandioso gruppo di statue al vero rappresentanti la Dejmizioiie dalla croce, riputato per il migliore lavoro del celebre plastico Antonio Hegarclli. Occupa una vasta cappella e consta ili li figure In varia attitudine ; la parte più pregevole di questa composizione è quella dei quattro pietosi clic, sulle scale, stanno calando dalla croce il corpo di Cristo morto. L'aitar maggiore è adorno di 1111.1 bella ancona rappre-
   sentante San Francesco d'Assisi in allo di riecrere le stimmate, uno dei buoni quadri sacri del fecondissimo Adeodato Malatesta; altri quadri pregevoli conserva questa chiesa, del Manzini, delNigelti, del Baroni, del Socr.i. Un monumento in plastica, eseguito d d prof. Luigi Marinoni di Scandiano, ricorda che nell'anno 18-40 Modena fu preservata dall'invasione colerica clic fece strage in molte parti d'Italia. Ne dettò l'epigrafe il celebre archeologo, numismatico e latinista modenese Celestino Cavedoiii.
   San Giovanni Decollato (sulla via Emilia). — È una piccola chiesa che fu a lungo sede della Confraternita (li San Giovanni Battista della Buona Morte, avente per ufficio principale quello di assistere i condannati a morte. Ila antiche origini ed è d'architettura semplice e modesta. Suo tesoro è il grandioso gruppo di statue in terracotta al vero, rappresentante Cristo deposto dalla Croce colle Marie e San Giovanni Evangelista. E lavoro di pregevole verismo artistico del plastico modenese Guido Mazzoni, compiuta nel 1180.
   San Giorgio. —Ali estremilà del porticato di via Farini, verso la piazza Beale. Questa chiesa, di non vaste proporzioni, presenta, tanto all'esterno nella facciala clic all'interno, un buonissimo saggio di stile barocco. Ne fu architetto Gaspare Vigaram di Reggio, che la eresse nel 1G52 sul luogo stesso ove altra, ma più disadorna e cadente per antichità, sorgeva. Le statue in marmo ornanti la facciata, baroccheggianli, ma 11011 'fitte di merito, sono di Andrea e Tommaso Lazzuni di Carrara. L'aitar maggiore fu lavorato in ninnisi finissimi e pietre dure da Tommaso Lievitili ili Como. Vi si osserva una piccola ed assai venerala immagine della Vergine col Bambino (Madonna del Popolo), opera del pittore modenese cinquecentista Pietro dell'Aliate, già esistente in un piccolo porlien addossato all'antica chiesa; vi sono inoltre quadri del Consolli, del Minghelli e di altri ottimi artisti.
   San Pietro (l'ig. G), nella piazza omonima. — Questa chiesa è riguardata nell'origine per la più antica chiesa cristiana di Modena. Sarebbe sOi'ta nell'anno di Cristo 10 i su un area dedicala a Giove e fuori delle mura della città. Sceverando nella leggenda il verosimile dall'inverosimile è da ammettersi che anche i primissimi cristiani modenesi avessero il luogo adatto per radunarsi, pregare e compiere i riti imposti dalla loro fede: è pressoché sicuro che questo luogo doveva essere fuori delle mura della città, lontano dal sospetto, dagli sfregi, dalle persecuzioni, dal-I intolleranza ufficiale 0 personale dei pagani, ma non è ammissibile che, specie nel I 0 nel II secolo dell'eia nostra, il primo tempio cristiano in Modena sia sórto su un'arca dedicata a Giove. Tanto sarebbe valso per quei cristiani provare essi per i primi quelle persecuzioni alle quali, anche nell'interesse della loro propaganda, tentavano sottrarsi. Più verosimile è che il pruno oratorio 0 delubro cristiano sia sórto nel campo 0 nel giardino particolare di qualche neofita, pro-slaiitcsi ad accogliere i correligionari in casa propria. Comunque l'attuale chiesa di San Pietro in prossimità