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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Modena e Reggio nell'Emilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1902, pagine 328

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Modena
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   Ornano, in ampie nicchie ed in appositi loculi, la chiesa di Sani'\gostino statue, medaglioni, bassorilievi ed ornati ricordanti personaggi e fatti illustri della Casa d'Este, dalla contessa Matilde in poi: ne furono autori Lattanzio .Marchi, romano, ed il suo allievo Antonio Controversi, detto il Gistdlino, modenese.
   Tanto nel periodo delle guerre napoleoniche, che nel primo decennio del licgno ti Italia, la chiesa di Sani \goslino fu in parte chiusa al culto e ridotta ad un magazzino di foraggi e di attrezzi militarti \enne all'uopo eretto un muro divisorio tra il presbiterio e la navata ed altri muri preservarono la cappella e gli altari dalle inevitabili manomissioni.
   San Barnaba (nella via omonima). — Questa chiesa, eretta in onore del primo e leggendario evangelizzatore dei .Modenesi, sorse nel 1GG0 ad opera dei Minimi di San Francesco di Paola, in luogo dell'antichissima e cadente chiesa ivi esistente ed annessa al loro cenobio. La facciata, in mediocre barocco, è adorna di statue e decorazioni in marino, ritenuta opera dello scultore veronese Dioniiro Cignaroli.
   L interno è ad una sola navata, dipinta a fresco dal modenese Sigismondo fiatila per le ligure e da Giacomo Manzini di Bologna per gli ornati e le prospettive. Nel 18.38 questi dipinti, di buona fattura e di pregio, vennero rinfrescati dai professori Camillo Crcspellani e Luigi Manzini dell'Accademia di Belle Arti, 1 ultimo dei quali volle dipingere anche la vòlta del presbiterio e quelle della eappella laterale. Gli altari, per lo più barocchi, sono ornati di marini colorati di molto pregio. Vi si notano inoltre buoni dipinti del Taratimi, del Manzini anzidetta, del Vellani, del II ieri e dello Zattera. San Barnaba è chiesa parrocchiale.
   San Bartolomeo (nella via omonima). — Fu la chiesa dei Gesuiti e ne venne posta la prima pietra nel IG07 con disegno di Giorgio Soldati, di gusto barocco come l'epoca esigeva, ma abbastanza corretto.
   La facciata, a due ordini, è ornala di statue, di colonnati, con tre porle rispondenti alle tre navate interne del tempio, che ha pianti di croce latina. Questa chiesa fu riccamente decorata ad affreschi, stucchi e dorature. I dipinti del presbiterio e della navata maggiore abbastanza buoni, quantunque, secondo l'indirizzo del tempo, manierati ed a colori troppo vivi, sono opera del gesuita Andrea Pozzi, trentino, coadiuvato dal confratello Luigi Bnehev, savoiardo. Le due navate laterali furono dipinte da Pellegrino Spaggiari, reggiano, e Iacopino Consetli. modenese, lìmo per le ligure, l'altro per gli ornati e le prospettive. Gli altari sono adorni di buoni dipinti di Domenico Baroni, modenese, del reggiano Caracciolo, del Malatesta, di Giuseppe Crespi detto lo Spat/miolo, di Francesco Dal Cairo, veronese; del Boulanger, del Peruzzini e d'altri valenti artisti vissuti nel secolo XVII, nel XVIII e nel nostro.
   L'aliar maggiore ha un grandioso tabernacolo in finissimi marmi, lavorato intorno al 1020 da Giambattista Censori, tìglio Bezzi e Giambattista Bossoli. La statua che lo sormonta fu eseguita iri iscagliola da
   Antonio Controversi detto il Cislellino, discepolo del celebre stucchista romano, il Lattanzio.
   Annesso alla chiesa e l'antico edifizio dei Gesuiti nel (piale ora hanno sede il lìegio Liceo Muratori, il II. Ginnasio, le scuole municipali elementari maschili diurne e serali e la Scuola tecnica.
   1 Gesuiti furono introdotti in Modena nel 1552 dal duca Ercole li e dal cardinale. Morene, allora vescovo della città e che fu poscia uno dei più zelanti cooperatori del Concilio ili Trento. Nel IfiOfi ottennero ili officiare la parrocchiale di San Bartolomeo e d'aprire scuole pubbliche, che, salvo i periodi nei quali la corporazione fu espulsa, furono le più frequentale e complete della città. I Gesuiti vennero definitivamente espulsi ila Modena, coll'instaurazione del nuovo online dì cose, nel 1859.
   San Carlo. Si trova nella parte più cestiste della città, nella vìa omonima. Ne fu posta, con granile solennità e coli intervento dello stesso duca, la prima pietra nel 1 Gii e l'edilìzio doveva essere la riproduzione della chiesa di San Carlo de' Calmar; in Ilenia; ma la ristrettezza dell'area obbligò I architetto a strozzature ed a riduzioni, travisando l'originale disegno e, guastandone le proporzioni. Veline aperta al culto nel 1GG9 ma non fu ultimata se non nel 1700.
   La facciata è «iva di decorazioni ed assai semplice; ncH'interno ha forma ili croce greca, con altari adorni di marmi finissimi e ili buone pitture. Dietro all'aitar maggiore osservasi il grandioso dipinto a tempera di Marc'A u Ionio Franceschini, bolognese, rappresentante la J'e.ste di Milano del 159G con San Curio liorroiiieo in atto di soccorrere r/li appestati. Il colorito di qne.sta grandiosa e movimentata composizione è (liscutibile assai, per non dire falso; ma il disegno è buono, il lare largo e vigoroso. Fu eseguita nel 1G99. L'ornato ili stucco che la circonda è opera del già ricordato Controversi detto il Cislellino. Sulla porta maggiore havvi una granile tela del modenese Sigismondo Caiùi, rappresentante scene della peste di Milano, inerenti alla vita di San Carlo Borromeo.
   Chiesa del Cannine Sulla via Emilia, nella parte orientale della città, presso la piazza Garibaldi. Questa chiesa ha antiche origini. Fu fabbricata nel 1319 dalla famiglia patrizia modenese (lei Sadoleto pei frati Carmelitani, che in quelle vicinanze avevano fondata una delle loro case.
   Nel 1GG1 l'edilìzio fu interamente rinnovato ad opera dell'architetto Cristoforo Malagola dettò il Gtilarenia, modenese. L'interno è ad una sola navata, con pitture a fresco ili Mattia Preti detto il Calabrese, rappresentante il Paradiso con (fiorili d'anr/cli e. ili santi. Negli altari si notano fra gli altri un Sant'Alberto del caposcuola ferrarese Dosso Dossi: un Crocefisso iri lutto rilievo, ili buona Iattura, ritenuto di (.regorio Bossi, al suo tempo valentissimo iu lavori affitti : una Santa Teresa prostrala davanti a! Bambino, del veronese Cignaroli; ['Annunciazione dell'aitar maggiore, opera ili Giambattista («adibir ; un San Giovanni del Vellani ed altri di minor conto.