fj(') Parlo Terza — Italia Centrale
In una delle stanze della torre, le cui cliiau sono cu-Studite Ml'uOMo di segreteria «lei sindaco, appesa per lina catena di ferro alla vòlta, si conserva la famosa Secchia, clic si filile tolta dai Modenesi ai Bolognesi duraci.-.le guerre della prima metà del secolo XIII e clic si vuole causa della famosa battaglili della Fossalta, si disastrosa per il parlilo ghibellino ni Lombardia, come dio!» (Ikevasi nuche questa regione. Nel siinlo storico che pili avanti daremo sui fasti modenesi, procureremo di sceverare il vero dalla leggenda intorno alla Secchia, alla quale peraltro resterà sempre il vaulo di ave: dato argomento ad una delle più geniali e vigorose creazioni poetiche clic vanti la letteratura italiana nel fi disgraziato e depresso secolo XVII, il poema, diciamo, di Alessandro Tassoni.
Sulla parte inferiore della torre di Modena sono incrostali marmi di evidente provenienza da edilìzi più antichi e probabilmente del periodo romano. Sul Iato della torre guardante la via Emilia venne, per deliberazione del Connine, murala una grande lapide ricoi-dante i fatti principali dell emancipazione della provincia modenese, cioè; 20 agosto 1859, l'Assemblea Costituente dichiara decaduti d'ogni diritti gli Austro-Estensi dagli Slati Estensi; il 21 detto, conferma dell'annessione al Piemonte già deliberata nel 1848 ; I l e 12 marzo 1800, riconferma della dedizione al Pie. monte mediante il Plebiscito dei Comizi popolari; , maggio 1800, ingresso del le \illorio Emanuele in Modena,
Appiedi della torre, sulla piazzetta clic dà sulla ua Emilia, mostrasi un grosso masso di marmo ili Verona, che. il popolo chiama tradizionalmente la pietra rin-i/adora, perchè è fama clic quivi salissero ì banditori del Comune a pubblicare i bandi e ad arringare il popolo. Su questa pietra, clic un tempo era in piazza sotto la torre dell'Orologio, si mette vai; in berlina anche i debilori insolvibili, i falliti e coloro clic si rendevano colpevoli di qualche vergognoso reato.
Probabilmente questo masso è un avanzo della costruzione del Duomo e della torre. Un atto notarile del 7 gennaio 1201 pubblicato dal Tiraboschi, ci informa che presso il Duomo era vi « la casa nella quale si intagliano le pietre perla fabbrica di esso » ed eravi « un porticato fra la chiesa e la torre, clic non doveva essere levato o mutalo ». Era questo il ìahorerium (lei ('.«macini, clic Modena, al pari di Pavia, di Cremona e di Panna, possedeva intorno al suo maggior monumento. E quasi supertluo l'aggiungere che tanto il (Inomo di Modena clic la torre della Gbirlaudina sono stati per legge riconosciuti fra i monumenti nazionali di prima classe dell'Emilia.
Arcivescovado. — Alligno al Duomo, anzi collegato a questo mediante un voltone, il cui sottopassaggio mette ni comunicazione la piazza Grande col piazzale del Duomo, propriamente detto, sorge il palazzo Arcivescovile, ristaurato e in parte rinnovato nel 1105 dal vescovo Sandonini e terminato nel 1482 dal vescovo Giovanni Andrea Boccaccio, in onore del quale fu collocato un busto e leggesi un'epigrafe nel-
l'angolo dello stesso fabbricato. Venne poi rifallo nel 1777 per ordine del vescovo Fogliani. Pio 1\, con Bilia (lei 0 gennaio I 850, elevi la cattedrale di Modena ai grado di metropolitana ed il vescovo assunse quindi il titolo di arcivescovo. Nell'interno del Vescovado \i sono belle e spaziose sale, taluna delle quali adorna di buoni quadri di scuola antica, a soggetto sacro.
Sant'Agostino. — Sorge questa bellissima, maestosa chiesa sul piazzale limonimi), presso la porla occidentale della città, detta essa pure di Snnf A;/oxtino. Fu costrutta nel 1245 dai Padri Agostiniani stabilitisi in Modena: su disegno di architetto rimasto ignoto, ma probabilmente d'uno dei loro frati.
Nel 1002 la chiesa fu rifatta per volere ed a spese della duchessa Laura Martinozzi, madre al duca Francesco Il d'Este. La facciata c d'iti barocco semplicissimo non spiacevole, e sulla porta ha l'iscrizione Pantheon Atestinum, perché destinata ad accogliere i monuincnli in onore degli Estensi.
L'interno c ad ima sola navata con sodino in legno, a cassettoni ed intagli, con pitture e decorazioni di Giacomo Monti, buon secentista, creduto anche l'architetto della chiesa, e di Baldassarre lìianchi, entrambi bolognesi. I gruppi di figure sono dovuti ai pittori Oliveri, Stringa e Peruzzino. Notevole iu (pesti chiesa è l'altare del Cristo morto deposto dalla croce, presenti le Marie c diversi santi, grande composizione in terracotta, con figure al naturale del celebre modellatore in plastica Antonio lìegarolli. Fra i quadri vallilo ricordati : un San Michele, dello Zoholi; Sant'Andrea d'Acellino, del Manzini; i Dottori della Chiesa, ili Francesco Siringa: la Nascila della Ver-yiue, ili Ercole Setti; San Giusefipe, del Vellani; e Sanf Antonia da Padova, di Adeodato Malatesta.
In questa chiesa furono, nel 1774, traslale le ossa del sommo storico Lodovico Antonio Muratori, essendosi in quel tempo soppressa la pai .occhiale «li Santa Maria Pomposa, della quale d Muratori stesso era parroco e dove, per sua volontà, era stato sepolto. 11 deposito fu allora collocalo nella parie destra del vano, formante il vestibolo della porla laterale, dove ora ve-desi la piccola lapide che ne rammenta il luogo. Ni I 1872, ricorrendo il secondo centenario della nascila del grande storico, onde preservarne gli avanzi dalla umidità e metterli in luogo più degno, furono tolti di là e collocali presso la pilastrata a sinistra di chi guarda I altare maggiore con una nuova lapide murata sul deposito, sulla quale fu messa un'epigrafe ricordante le circostanze di quel secondo trasloco.
In Sant'Agostino mostrasi inoltre il monumento funebre dello storico Carlo Sif/onio — precursore al Muratori nelle indagini accurate sulle vicende, del medioevo italiano — inorili il 12 agoslo 1584: questa tomba è ornata dal busto in plastica dello stesso storico, eseguito dal Ilegarelb Altro monumento funerario rammenta essere stato sepolto in quesla chiesa l'illustre matematico modenese Paolo Infilili, morto il 9 maggio 1822. Questo mausoleo è opera dello scultore Giuseppe Pisani.