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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Modena e Reggio nell'Emilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1902, pagine 328

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Modena
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   i%, 4. — Modena (Duomo) : Fianco meridionale. 11 Pulpito coi simboli degli Evangelisti
   (da fotografia Allnahi).
   del secolo XV. Nel 1853 vi operò itiijiorltnjB risiami lo scultore modenese prof. Alessandro Gavazza il quale ne ornò incile l'arco ed ì pilastri con decorazioni ni terracotta verniciata, analoghe all'insieme dell sitare. L'antico Crocefisso in tutto rilievo, creduto lavoro del secolo \IV; gli affreschi delle pareti e dell'arco sono di Sigismondo Calila, modenese.
   Lateralmente alla porta minore d ingresso, a destra di chi guarda, notasi l'epigrafe della poetessa Tarquinia Molza, laureata in filosofìa, logica e retorica, conoscitrice di varie lingue, tra le quali la greca, la latina, l'ebraica, musicista perfetta, morta in Modena nel 1 <> 17 ; nonché l'epigrafe del generale Giacomo di Mtcuips, morto alla battaglia di llavonna, emulo di (iasione ili Foix ; ed il mausoleo del cav. Giambattista Molza, famiglia illustre negli annali modenesi.
   Dalla navata maggioro, generalmente essendo chiuse le altre cancellate, si discende nella cripta o confessione sottostante al presbiterio ed al coro. 1. ingresso della cripta si presenta di fronte a cinque arcate, sostenute da antichissime colonne in inanno, ornate, come già s'è dello, di capitelli o piedestalli scolpiti, stranamente figurati La cripta è internamente ad ardititi sostenuti da trenta colonnette, sui capitelli delle quali è per lo più rivolta I attenzione degli artisti e degli archeologi. Nel corso dei secoli questa parte caratteristica del duomo modenese subì non poche e non lievi manomissioni e soltanto liei tempi nostri, nel 1882-83, continuando l'opera altamente commendevole del l'istauro generale del Duomo, si tentò per quanto possibile di ritornarla lilla sua forma primitiva, spogliandola dei rivestimenti e dello superfetazioni aggiunte in varie epoche alle pareli ed all'altare, rimot-
   ' tendevi così in luce le antiche, originarie costruzioni, ed il vero sarcofago in marmo racchiudente le ossa di San Geminianoclie serve di mensa per l'altare. Dietro all'arca, fisso ilei muro, vedesi il quadro celebralo di Bartolomeo Isghedoiii, rappresentante Sun Ganiniaiw. Gli altri lavori di ristauro e decorazione clic si riscontrano in questa parte della cripta vennero eseguiti nel 1735 con pessimo gusto e per giunta in completa disarmonia col rimanente del luogo.
   Nell'abside di destra si mostra il famoso gruppo del sommo plastico modenese Guido Mazzoni, eseguito nel 148ì, rappresentante con figure al naturale m dieci attitudini la Sacra Farnii/Ua, fra queste figure è singolarmente notata colile saggio di ben riescilo realismo artistico quella della fantesca in atto di soffiare sopra il cucchiaio pieno di pappa da porgere al pargoletto.
   Nella cripta vennero sepolti molti vescovi modenesi ed insigni personaggi della città, in onore dei quali veggonsi ancora le lapidi murate nelle pareti.
   Abbiamo già accennato, nella rapida corsa fatta intorno e dentro all'insigne edilizio, alle pitture murali, che. procedendosi ai l'istauri e scrostandosi lo scialbo e giallognolo intonaco dei due ultimi secoli, vennero alla luce in varie parti del duomo di Modena. Uucste pitlure, per la loro antichità ragguardevole e per il loro valore intrinseco, meritano da parte nostra qualche altro breve cenno lisse cominciarono a scoprirsi tra il 1852 e il 1857 e le scoperte, mano a mano che si procedette nei lavori (li scroslaniento e di generale ri-puhnieiilo delle pareli, continuarono fino a quegli ultimi anni, nei quali l'antiestetico intonaco dei secentisti scomparve del tutto. Tali pitture, distribuite in varie parti del Duomo, rappresentano: San Pietro
   7'J — fin l*n Iri», voi. Ili, parte 3\