fj(') Parlo Terza — Italia Centrale
delle ragioni dell'arte in quegli albori della Rinascenza — ed ali interno dalle figure dei Dodici Apostoli e sull'architrave dei piccoli riquadri in bassorilievo rappresentanti i Fasti della l'ita di San Gmtniano, cioè: la partenza del santo a cavallo; il suo viaggio per mare; la liberazione della principessa indemoniala dagli spiriti diabolici e ricchi doni offertigli in riconoscenza dall'imperatore bisantino; ritorno dal viaggio, tumulazione del santo, coll'assistenza di San Severo arcivescovo di Ravenna, fi vestibolo è sostenuto da due colonnette con leoni in marmo e. la parte superiore porta ancora qualche traccia di dipinti trecentisti, completamente perduti.
Vicino alla porta dei Principi è una lunga epigrafe scolpita sul marmo stesso del quale l'edilìzio è incrostato ; \ i è ricordata la consacrazione del tempio, avvenuta il 12 luglio 1184 per opera del papa Lucio III.
Motivo principale della fiancata del duomo di Modena è la cosidetta porta Regia, eccellente lavoro architettonico ritenuto opera di Anselmo, se non del primo Arrigo Campionese. Venne incominciata nel 1200 con vestibolo ad archi e colonnette, le quali, restringendosi gradatamente verso l'interno, sono di molto effetto. Questa porta Regia ha molta analogia col portale di Santa Maria Maggiore in Bergamo, tanto che si direbbero opere dello stesso autore Sul vestibolo è un'ampia tribuna a balaustra inframmezzata da colonnette in marmo. Quivi sorge la statua di San Gemi-nifflil, vestito degli abiti pontificali in atto di benedire il popolo. La statua è iri rame battuto ed è lavoro curioso e pregevole per la sua antichità, essendo stata eseguita da Geminiano Parnolo nel 1376, per voto latto nel 1302 da Cecchino Ravasio da Modena.
Alla porta Regia, sulla stessa fiancata, fanno seguito: un piccolo pulpito collocato nel 1501 ed ampliato nel 1700 con marmi tolti dal soppresso altare di San Martino, nei quali, fra diversi ornati allegorici, si veggono le figure dei Quattro Evanr/elisti (fig. A) ; la lapide ricordante l'erezione in arcivescovado del vescovado di Modena e la venuta in questa città di Pio IX ; un'altra lapide, inaugurata il 29 maggio I87G in ricorrenza del centenario di Legnano, ricordante la parte attivissima avuta dal Comune di Modena nella Lega Lombarda ed in tutta quella guerra per la libertà. Infine è da notarsi una tavola in marmo nella quale, ad opera del fiorentino Agostino di Duccio, furono scolpiti in bassorilievo alcuni fra i più clamorosi miracoli di San Geminiano, la sua morte e la liberazione di Modena dall'invasione di Attila.
L'abside del Duomo è perfettamente orientato e consta dì tre semicerchi, rispondenti ognuno alle tre navate del tempio. L'abside di mezzo è coronato da due torricelle ottagonali terminanti in cuspide, di elegantissimo disegno, e sul tetto acuminato della navata sorge la statua in marino di un angelo tenente nella destra una specie di verga col globo fregiato dal fiordaliso e colla sinistra svolgente un rotolo nel quale è scritto : Gabriel,
Nella parte inferiore, sopra la finestra ornata di
fogliame, leggesi l'epigrafe ricordante la costruzione della basilica, e nell'abside verso la torre vedovasi una statuetta di San Geminiano che tiene un fanciullo pei capelli, postavi a ricordare la caduta di un fanciullo dalla torre rimanendo illeso, e si crede pnr quest'opera dello scultore fiorentino Agostino di Duccio, il quale lavorava in Modena intorno al 1462. Crac stata posta nell'interno del tempio, di fianco alla porta della sagrestia.
Passando sotto il largo voltone che unisce la cattedrale colla torre veggonsi a sinistra due belle finestre e due basi di colonne d'antica costruzione, messe allo scoperto nel 1885 dalla Commissione incaricata dei ristami interni della lìasilica, indi la porta detta della Pescheria, ornata con scolture arcaiche. Tali scolture, appartenenti indubbiamente al secolo XII, sono le migliori che siano state eseguite dal ricordato Veli-gelmo o Guglielmo e sono rimarchevoli sia per l'esecuzione più accurata e felice, quanto per l'immaginoso complesso dei soggetti rappresentati.
Nel cordone esterno evvi un arabesco colle solite figure di uomini e di animali fantastici ; nell'interno sono simboleggiati capricciosamente i dodici mesi dell'anno. Sull'arco è rappresentala la storia cavalleresca di re Arturo mentre assale l'ultimo rifugio di Modo-fredo, che lo aveva tradito usurpandogli il trono e per colmo gli aveva anche rapita la moglie.
L'architrave è ornato da scolture stranamente simboliche, delle quali ben difficile riesce ora afferrare il significato. Nel suo complesso questa porta è pezzo archeologico importantissimo per la storia dell'arte nostrale nel medioevo.
Prima del 1820 questa porta era scoperta ed aveva il suo vestibolo al paro delle altre ; ma dovendosi nell'interno del Duomo, sopra di esso, guadagnare spazio per la cella funeraria del monumento ad Ercole III, ultimo del ramo diretto degli Estensi, si dovette allungare il voltone congiungente la torre al Duomo, coprire la porta della basilica, trasportandone il vestibolo cogli ornati nel muro esterno guardante la piazzetta della Torre. Ora però, tolto il monumento di Ercole III, il vestibolo è stato rimesso al suo posto.
Il lato settentrionale è sialo di nuovo tutto isolato, abbattendo gli sconci edilizi che erano stati innalzati sull'antico cimitero.
L'interno del duomo di Modena è pienamente rispondente all'impressione grave e solenne che dà allo esterno. È, come s'è detto, a tre navate, nelle quali la luce penetra blanda e scarsa da lunghi e ristretti finestroni (fig. 5). In origine aveva tetto di legno, le vòlte cordonate a sesto acuto furono costrutte nel secolo XV. Le tre navate costituenti la parte inferiore della basilica sono ad arcate a tutto centro poggianti sopra robuste colonne di granito, con stupendi capitelli lavorati a foglie d'acanto d'ordine corinzio puro, tali che si ritengono lavoro del periodo romano ; sopra alle arcate dà vaghezza all'interno del tempio e leggerezza alle pareti dividenti la galleria ad archetti trifori, riprendente anche all'interno il motivo della