fj(') Parlo Terza — Italia Centrale
miìsrtadt®, clic ancora esiste, scAta in semibarbaro latino, la quali; sia stilla cornice del pergSlSdel Duomo c dire : clic Tonmiasiiio di Giovanni dal Fitto, massaro di San Gemini,ino, fece fare quel pulpito c fere ultimare altresì la torre — turreni quoque fine ni/ere
— per opera di Arrigo seni toro eanipìonese. Certamente cosini tiou poteva essere 1 Enrico clic stipulava l'alio del l'i54 ; ma l'avere il nome medesimo di Enrico e l'essere campionese fa credere ch'egli discendesse dalla famiglia di Otlaccio e di Anselmo ».
Oneste ed altre considerazioni dello storiografo dei Comaniii, che crediamo superfluo il riprodurre, se stabiliscono in modo indti'ùio la paternità assoluta dei Maestri Comacini sul duomo di Modena, non riescono a dirci il merito clic spelta a ciascuno dei valorosi, quanto modesti artefici, dal Lanfranco del 109'J all'Enrico del 1322, nell'edilizio medesimo.
L'erudito Amico Ricci, che con maggior precisione cronologica e con migliori disrerniinrnti artistici degli allri'discorre del principale monumento della città, attribuisce il concetto fondamentale del Duomo a maestro Lanfranco, die s'attenne allo stile caratteristico dei Comacini, introducendovi tuttavia qualche motivo dell'incipiente stile gotico. « Una prova di ciò
— egli scrive — la galleria praticala nella facciata, nella grossezza del muro, tutta ad archi sostenuti da piccole colonne, la quale circonda l'intero edilizio, sull'esempio del San Michele di Pavia. Quindi, nel propileo o vestibolo, fece rispondere il concetto eli® universalmente presentano i templi delle età precedenti, foggiandolo sopra colonne insieme annodale, le quali poggiano il plinto connine sul dorso di due leoni, mentre il vestibolo porge, a guisa di prospettiva, archi semicircolari sostenuti a quei tempi di nude colonne, e in appresso sostituite per opera di Anselmo da graziose ed esili colonnette, profuse di ornati ed arricchito di ogni maniera d'intagli, segnatamente finiti nelle più miriule parti, e due formanti una specie di recesso, il quale va gradatamente restringendosi fino alla porta ».
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La cattedrale modenese non è molto ampia né molto alta; sul suo fianco settentrionale si addossarono nei secoli successivi edifizi informi e casupole, che ora sono slate tolte per cura del Comitato che ne ha promosso e ne promuove i l'istauri, e cosi ciò che essa mostra tuttavia della facciata, dei fianchi meridionale e settentrionale e delle tre absidi, sulla piazza maggiore della città, 6 saggio d'arte lombarda o comacina si arcaicamente pura ed ingenua, serbante la sua primitiva originale impronta, clic non si può guardare a questo vetusto monumento della pietà, delia fede, del civismo, dell'arte dei nostri antichi, senza provare nell'animo un senso di commozione profonda: la commozione clic si prova per le cose sacre ed auguste.
La facciata (fig. 1), come fu canone dell'arte comacina, è a tre scomparti, rispondenti ognuno alle tre navate, nelle quali internamente il tempio è diviso. Notevole, singolarmente per eleganza e slancio architetto-
nico, è 1 o scomparto centrale, cuspidale, terminato da ducpicdritti sporgenti, sui quali sorgonodue toiricciuole od edicole ottagonali a cuspidi simili a quelle che si veggono ai lati della calotta dell abside, crollale, nella loro parie superiore per un terremoto del secolo XVII, da cui l'edilìzio fti assai danneggialo, e per inconcepiliib-negligenza (lei governi che suecedellero e degli uffici preposti alla conservazione dei palrii monumenti non mai ri-I aurati. Sulla cuspide frontale, ìu luogo della croce, sorge la statua arcaica d'un angelo slnngentesi al petto un giglio, o fiordaliso clic voglia essere. Sollo, nel timpano, sporgono incrostate, le sculture, parimente arcaiche, del Salvatore, in mezza figura, sul trono circondato dai simboli dei Quattro Evangelisti: scolture assai deteriorate dal tempo e dall'incuria. Sollo s'apre, amplissima, fa grande rosa o finestra circolare, finissimamente lavorata in marmo nella metà del secolo XIII da Anselmo da Campione, che ne fece, quel che si dice, un merletto in marmo. E questa grande rosa uno dei particolari artistici più apprezzati del duomo di Modena. Sotto il rosone, altro motivo architettonico tradizionale canonico dell'arte comacina, spicca la loggia incavata nello spessore del muro ricorrente tiitl'intoriio all'edifìzio. Qjicsi.it loggia è ingegnosamente tagliata nei vani: scompartì della facciata, per modu da formare due archini pieno centro, suddivisi in arclietLi trifori, per ognuno dei due scomparti laterali ; nello scompari») centrale disegna pure due arcate colle suddivisioni trifore ai lati della tribuna sovrastante al propileo, sulla quale fu poi collocata l'arca che tuttora si vede, contenente gli avanzi mortali ili due vescovi modenesi, fratelli, della famiglia de' Ferrari, che pia e caritatevole tradizione lasciarono di sé. Elegantissimo, nella semplicità delle sue lince arcaiche, è il propileo sovrastante alla porta maggiore, sostenuto da slanciate colonnette in inanno bianco, dai capitelli — in relazione col tempo — finamente scolpiti, poggianti su due leoni, che per essere troppo e dal tempo e dalle manomissioni deteriorati gli antichi, vennero, con buon disegno, rifatti nel 1843 in marmo rossigno di Verona dallo scultore modenese Luigi Righi (fig. 2).
Notevoli per scolture gli stipiti e l'arco della porta maggiore; ed interessanti, come saggi di scoltura ilei secolo XII, sono i bassorilievi incrostali in varie parti della facciata stessa — come lutto l'edilìzio rivestila in marmo — e segnatamente ai lati della porta maggiore e sopra le due porte minori. Questi bassorilievi hanno tutti soggetti biblici, molti con insegnamenti: e, cominciando da quelli posti sulla porta minore a sinistra di chi guarda il tempio, rappresentano: 1» Dio clic tiene un libro nel quale si legge il motto: Lux ego sttffl, via vera vita perennili ; la Creazione di Adamo ed Eva, la coppia felice che nel paradiso terrestre assapora il finito proibito ; 2° Adamo ed Eva al cospetto di Dio vergognosi della loro nudità; Cacciata dal paradiso terrestre coli'angelo dalla spada fiammeggiante; Adamo ed Eva costretti a lavorare la terra; 3° Caino ed Abele offrenti a Dio le primizie,colla scritta: