Mandamenti e Coi min: del Circondario di Bologna
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Sola Predosa (5280 ab.). —Questo Comune, che già appartenne al III mandamento di Bologna, fu — per effetto della legge 30 marzo 1890 — aggregato al mandamento di Bologna li, allora formatosi. Il Comune, con una superficie censita di ettari 3858, si stende a ponente di Bologna, ad 11 chilometri dalla città, alla quale è unito dalla strada provinciale, percorsa anche dalla linea di tramvia a vapore Bologna-Bazzano-Yignola. Zola Predosa, situata tra le colline preapenniniche ed il piano in posizione ridentissiina, consta di varie frazioni, cioè: Zola, Gesso, Lavino, Ponte Ilonca, Riale, San Pancrazio ed altri luoghi e ville minori. Il territorio è attraversato dall'impetuoso torrente Lavino, che più volte cagionò danni gravissimi alle campagne ed agli edifizi e dei quali restò memorabile la piena devastatrice del 10 agosto 1817 che travolse il ponte della strada provinciale, rifatto poscia ad un solo arco, ampio ed ardito. — Zola Predosa (il cui nome aggiuntivo non ò se non una corruzione della parola pietrosa), è oggi una grossa e bella borgata d'oltre 2000 abitanti, di aspetto moderno e civile, con edifizi notevoli, tra cui primeggia la bella e vasta chiesa parrocchiale, ricca di pitture di Jacopo Alessandro Calvi, del Guardassoni e del Samoggia.
I dintorni di Zola Predosa sono anieiiissinn e popolati di ville signorili, tra cui emerge il palazzo Albergati (ora Calcagno), uno dei più grandiosi e celebri del Bolognese, celebre specialmente nella cronaca letteraria e mondana bolognese dell'ultimo secolo. Quest'edifizio, chiamato comunemente palazzo di Zola, fu costruito per volere del marchese Giacomo Albergati nella prima metà del secolo X VII. L'Albergati, singolarmente ricco, amante delle belle arti, ma un po' strano ed originale, volle possedere una villa che tutte le altre dei suoi concittadini superasse in magnificenza e grandiosità. I lavori, secondo i criteri dell'Albergati stesso, furono cominciati nel 1039 sotto la direzione di certo Sacchi; ma ben presto vennero affidati a Giacomo Monti, pittore e architetto di grido, discepolo dell'Albani. Essi durarono oltre quarant'anni, sicché al fondatore non venne dato di compierli. Il palazzo sorge iu una pianura intensamente coltivata, ma uguale e distesa, avente per sfondo le amene colline di Zola, di Bazzane e Monte San Pietro e la linea più lontana degli Apennini. Vi si accede dalla strada provinciale per un viale alberato di circa 1200 metri. Il fabbricato è lungo metri 00, largo 30 ed alto 42,91; è fiancheggiato ai lati da quattro alte piattaforme, che danno agio di spaziare a grande distanza sul pittoresco panorama. Sulla fronte sorge la torre dell'Orologio. Nel centro del palazzo havvi una grande sala avente metri 15,27 di lato maggiore, ni. 14,55 di lato minore e in. 21,81 d'altezza, dal primo piano cioè alla torre; quattro immensi finestroni ai due lati vi riversano dentro torrenti di luce. E sostenuta da possenti colonne con robustissime balaustrate d'ordine composito e la circondano loggie con balconi e. ringhiere. Una grandissima ringhiera traforata gira intorno alla vòlta. Una comoda scala di là porta alla spianata della torre dell'Orologio — il cui meccanismo del Gandolfi, bolognese, serve per quattro quadranti — dalla quale si gode uno sconfinato panorama. Il salone del palazzo di Zola è dei più anipii e sontuosi che si conoscano nella regione; lo ideò e costrusse il Monti, mentre Gian Filippo Bezzi — detto anche Gian Bologna — modellava gli stucchi, un poco barocchi, che l'adornano. Ai lati del salone si aprono i varii appartamenti, ai quali si accede per quattro scale. I migliori pittori bolognesi della seconda metà del secolo XVII e del principio del successivo lavorarono alla decorazione degli appartamenti e si mostrano dipinti assai pregevoli di Vittorio Bigari, Giuseppe Valliani, Prospero e Gaetano Pesci, Angelo Michele Colonna, inspirati tutti, secondo voleva la moda del tempo, a soggetti mitologici, quali la Caduta dei Giganti, il Ratto di Pro-serpina, il Diluvio di Deucalìone, Arianna e Bacco, il Tempo, Febo, Icaro, Aurora e Cefalo, Cerere e Cibele, Prometeo, il Giudizio di Paride, VOlimpo, ecc., e sotto gli affreschi vi sono quadri ad olio di celebri autori, rappresentanti battaglie, paesaggi, scene mitologiche, ecc. Un magnifico giardino sta intorno a questo palazzo veramente
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