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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Bologna
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Bologna
   101
   sulla colonna del Mercato, ossia della Montagnola. Quattrocento coristi intuonarono un inno di G, Vincenti, che aveva per ritornello la strofa:
   0 (li nostra libertade Primi martiri ed eroi Questo a voi, cantiamo a voi Inno sacro a libertà.
   Nella breve e feroce reazione del 1799 le truppe austro-russe-papaline, rientrate in Bologna, abbatterono l'urna e dispersero i miseri avanzi di quei due eroici giovani martiri dell'idea.
   Dalla rivoluzione tentata dallo Zamboni fu per molto tempo creduto venisse il tricolore, adottato poi come distintivo nazionale dalla Repubblica Cisalpina e del Regno Italico, che fu il segnacolo della nostra rivoluzione e che ora è simbolo della nazionalità italiana. Ma un recente esame fatto negli atti processuali nella causa Zamboni-De Rolandis e complici, conservati nell'Archivio di Stato a Bologna, mostrano infondata la credenza. Da quegli atti risulta evidentemente che i congiurati, come distintivo, avevano adottato i colori della città (bianco e rosso) e poiché, nella perquisizione fatta in casa della madre dello Zamboni, merciaiuola, si erano trovate delie pezze di raso turchino, l'auditore, contestando all'accusato che con quelle si volessero fare coccarde alla francese, lo Zamboni, nell'interrogatorio, risolutamente protesta : « che non si volle saperne affatto (li turchino, nò di tricolore. Di robbe (così dichiarò) che potessero formare alcun distintivo di color turchino non mi ricordo che ne sia mai stata preparata di sorta veruna; anzi, fra noi quattro, cioè il De Rolandis, io, il Succi ed il Sassoli, era stato stabilito per massima principale di non mischiare verun altro colore con il rosso ed il bianco, e precisamente si era detto il turchino per non somigliare il terzo colore della Francia, mentre non so chi di noi, che ora non posso sovvenirmi chi fosse, mi ricordo benissimo aver detto in questo particolare delli tre colori la precisa espressione di non volersi fare la scimmia ». L'Aldini, nella difesa, e gli altri accusati o testi ed accusatori nel corso del processo, confermarono colle loro deposizioni l'affermazione dello Zamboni. Dunque il tricolore cisalpino non ebbe origine dalla tentata rivoluzione bolognese dello Zamboni: sventolò, è ormai profitto, perla prima volta in un Comizio popolare, tenuto nel 1796 a Reggio Emilia e riproduceva molto probabilmente gli antichi colori del Comune di Milano (che appunto erano il bianco, il rosso ed il verde) fin dal secolo XIV adottati come distintivi dei famigli di quel Comune.
   Il periodo repubblicano e napoleonico, tra il 1796 ed il 1815, parto anche in Bologna una corrente di nuove idee — oltre ad un salutare rinnovamento di cose e (l'istituti — che formarono la coscienza popolare a più alti e forti ideali. Difatti, crollato lo edilìzio napoleonico e l'istaurato, negli antichi Stati, il governo pontificio, questo trovò in Bologna ed in Romagna un ambiente ben differente (la quello lasciato nel 1796; si trovò su un letto tutt'altro che di rose; su un substrato rivoluzionario e pericoloso. Da Bologna alla Romagna ed alle.Marche le popolazioni, sulle quali, per quanto rapido e fugace, era passato un alito vivificatore di libertà, male si acconciavano al ritorno ed ai metodi or soporiferi, ora crudamente polizieschi (lei governo pontificio onde vennero a Murat i maggiori incoraggiamenti ed aiuti pel fallito suo tentativo di ricostituzione d'uno Stato indipendente e Bologna si conservò sempre un attivo focolare di cospirazioni, di preparativi e di propaganda patriottica.
   Bologna fu anzi il centro del movimento rivoluzionario e costituzionale ad un tempo, del 3 febbraio 1S31, scoppiato per ripercussione ed accordi stabiliti contemporaneamente anche a Modena; movimento che trovò l'Italia assopita, impreparata, sbigottita pelle non dimenticate condanne austriache allo Spielberg; ma che ebbe l'effètto di creare una forte legione di patrioti che, nell'esilio ed in patria, furono i preparatori, i soldati;