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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Bologna
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Bologna
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   bentivogliesco ne sono una prova. Ad ingrandire, rafforzare e ad assicurarsi un reciproco appoggio queste famiglie stringono facili alleanze di connubii e parentele ed ili meno d'un quarto di secolo i Bentivoglio sono imparentati cogli Sforza di Milano, i Gonzaga, gli Este, i Malatesta, i Torelli, 1 Manfredi, i l'io, i Rangoni e gli Orsini. < Del pari clie il Medici — scrive il Sismondi in un suo parallelo fra Lorenzo il
   < Magnifico e Giovanni II Bentivoglio — anche il Bentivoglio rallegrava il popolo
   < con splendide feste e ai cittadini, in cambio dei perduti diritti, apprestava lo
   < splendore di una Corte; come Lorenzo, adornava la capitale di sontuosi edilizi ed
   < ergeva palazzi e chiese, unico argomento degli Annali dì Bologna. Il Bentivoglio era
   < dappiù del Medici per virtù guerriere, dappoiché era egli stesso in grado di eonian-
   < dare i suoi eserciti; ai figli suoi faceva fare il mestiere di condottiere e non era
   < costretto di affidarsi in tutto a braccia mercenarie per difendere il suo Stato; ma « per molti altri rispetti egli era da meno del Medici perchè privo di quel gusto e di
   < quella eleganza per cui oblia vasi che il Medici era l'oppressore della Repubblica
   < fiorentina, per non ravvisare in lui se non il protettore delle lettere. Inoltre non « era dotato di quell'amenità d'indole, di quella dolcezza nel privato conversare coi
   < suoi famigliari, per le quali guadagnossi, Lorenzo, tanti illustri amici la cui testi-
   < monianza è giunta sino al presente ».
   Ciò non impedì peraltro che la grandezza dei Bentivoglio non suscitasse in Bologna potenti gelosie. La famiglia dei Malvezzi, principalmente, diventò il focolare, il centro della animosità dei nemici dei Bentivoglio. Giulio, Giovanni Filippo e Battista Malvezzi cugini, insieme ad altri nobili scontenti della supremazia dei Bentivoglio e loro aderenti, ordirono una congiura per uccidere Giovanni Bentivoglio e cacciarne gli altri congiunti dalla città. Ma furono scoperti nel momento di porre ad effetto il divisamente, il 29 novembre 1488 ; diciotto dei congiurati, presi dagli sgherri del Bentivoglio, furono tosto appiccati; scamparono Gerolamo e Filippo Malvezzi ; tutti gli altri della famiglia, ch'erano in gran ninnerò, vennero esiliati e, sebbene non avessero preso parte alla congiura, i loro beni furono confiscati. Più che contro Giovanni l'avversione dei Bolognesi andò formandosi contro la moglie sua, Ginevra Sforza, che preso uno strano ascendente sul marito lo dominava e, nel mentre abbandonavasi a tresche invereconde coi suoi favoriti, lo induceva ad una politica tirannica all'interno e dubbiosa all'esterno, legandolo alle sorti ormai vacillanti della politica degli Sforzeschi a Milano. I figli di Giovanni, colla loro condotta dissoluta, prepotente, provocatrice, contribuirono insieme alla madre ad alimentare l'odio dei cittadini verso l'intiera famiglia dei Bentivoglio.
   Il turbine guerriero che avvolse l'Italia nel triste tramonto del secolo XV e nel peggiore principio del XVI determinò, insieme alla caduta dello Sforza e d'altre signorie minori, anche quella dei Bentivoglio di Bologna. Già una minaccia, grave perii suo dominio, il Bentivoglio l'aveva avuta, nel periodo delle guerre suscitate in Romagna da Cesare Borgia, gonfaloniere di Santa Chiesa, che, col pretesto di abbattere i piccoli signorotti della Romagna e di riunire in un sol fascio quella regione sotto il dominio della Chiesa, vi preparava, aiutato da Alessandro VI suo padre, imo Stato per proprio conto. A salvarsi dalle minaccio del Borgia e per allontanarlo il più amichevolmente che fosse possibile dai suoi Stati gli pagò un tributo di 9000 ducati e gli diede l'aiuto di 100 uomini d'armi e 2000 fanti, per valersene contro Firenze, dell'andarsene, il Borgia palesò, come tratto d'amicizia al Bentivoglio, di avere presi accordi coi Mare-scotti, nobile e possente famiglia bolognese, per supplantarlo, nel caso si fosse mostrato meno arrendevole. Il Bentivoglio, temendo ad un tempo per la propria vita — perchè sapeva i procedimenti del Borgia — e perii suo dominio, ordinò al figlio Forcole d'assassinare proditoriamente Agamennone Marescotti, capo di quella famiglia, ed in seguito — da una turba di scherani sguinzagliati per la città- - fece uccidere altre trenta-