K)<2
Parie Terza — Italia Centrale
Repubblica, ancora golosa dolio sue prerogative. Bastò questo perchè una forte reazione si manifestasse tosto in Bologna contro il legato: gli antichi odii scomparvero, le fazioni avverse si unirono nell'intento di liberare la città dall'ambizioso prelato che ne minacciava la libertà. Taddeo de'Pepoli, ch'era il più ricco ed ambizioso cittadino della Repubblica; Brandaligi de' Gozzadini e Collazzo de'Beccadelli, insieme alle loro famiglie ed a numerosa clientela, si accordarono nell'intento comune. Con segreti messi indussero il marchese d'Este ad entrare nella Lega e questi, allo scopo di snidare parte delle truppe guasche e provenzali, che il legato teneva nella fortezza a minaccia del popolo, dopo avere occupato il castello d'Argenta s'impadronì anche di Cento, terre allora dipendenti da Bologna. 11 cardinale mandò subito parte delle sue truppe per arrestare la marcia del marchese d'Este e fu allora che Brandaligi de' Gozzadini ed il Collazzo, arringato opportunamente il popolo, invaso il Pretorio ed impadronitisi di quante armi vi erano custodite, mossero all'assalto della fortezza, nella quale s'era rifugiato il cardinal-legato, alle grida di: Viva il popolo! Muoia il legato! Muoia il tiranno iniquo, crudele! Fu una specie di Vespro. I Guaschi ed i Provenzali trovati per le vie vennero senza pietà trucidati. La fortezza, che sorgeva a porta Galliera, resistendo agli assalti, fu regolarmente assediata. I Fiorentini, saputo del caso, sebbene non avessero di che lodarsi di Bertrando del Pog-getto, ma nell'interesse della causa guelfa si intromisero e rissarono ad ottenere che i Bolognesi lo lasciassero partire per la loro città, senza ulteriori molestie. Appena partito Bertrando il popolo spianò al suolo la fortezza, sòrta ai danni della sua libertà (17 marzo 1334). Anche la Romagna nel frattempo, stanca della esosa tirannide del legato, si era ribellata e staccata dalla Chiesa.
Cacciato il legato da appena un mese risorsero le gare per la preminenza della fazione nel governo della città. Taddeo Pepoli, appoggiato da numerosa clientela di nobili, tra i quali cominciavano a figurare i Bentivoglio, che si dicevano venuti da un amore del re prigioniero Enzo con una donzella bolognese, ebbe facilmente il sopravvento sugli avversari Maltraversi e loro seguaci Ghibellini. I Maltraversi, i Sab-badini ed altri patrizi elio capitanavano queste fazioni furono proscritti, le loro case atterrate dopo essere state saccheggiate. I soli Gozzadini vennero eccettuati dalla proscrizione per la parte avuta nella cacciata di Bertrando del Poggetto.
Per assicurare vieppiù la vittoria e raccoglierne i frutti la fazione dei Pepoli procedette a nuovi atti di rigore verso ì suoi avversari. Tutti i cittadini ch'erano stati esiliati coi Lamberta zzi perchè Ghibellini e che in appresso, per condiscendenza del governo erano rimpatriati, furono di nuovo esiliati in numero di 357; i loro padri ed i loro fratelli obbligati a prendere stanza nel contado e quando, per le loro faccende, dovevano recarsi in città erano obbligati a starsene lontani dalla piazza Maggiore almeno 50 braccia, sotto pena di 2000 lire di multa.
Anche in Bologna, come nello altre città dell'Emilia e della Lombardia, maturavano i tempi per la signoria. I Pepoli, che nella cosa pubblica avevano preso un assoluto predominio, si comportavano già, senza riguardo alle forme, come se fossero i veri padroni della città. Gli storici del tempo narrano il fatto di Jacopo, figlio di Taddeo Pepoli, che vistosi ricusato dal vescovo un benefìcio per un prete suo amico gli diede un ceffone; il vescovo, reagendo, ferì il manesco giovane con uno stiletto ad una guancia; onde la città fu messa in subbuglio dagli accoliti di Casa Pepoli, che saccheggiarono il palazzo Vescovile ed il vescovo dovette la sua salvezza da morte certa alla rapida fuga preparatagli dai suoi partitanti.
Nò l'essersi valorosamente adoperato per la liberazione della patria dalla tirannide del legato valse a salvare Brandaligi de' Gozzadini, uomo assai beneviso e popolare, dall'odio e dal sospetto dei Pepoli, che a tradimento fecero saccheggiare le case dei Gozzadini, onde Brandaligi appena riesci a scampare dal tranello tesogli con furba