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l'arte Terza — Italia Centrale
Galliera e voltando dalle mura della Montagnola. All'entrata in città da porta Galliera, nella nuova, magnifica via dell'Indipendenza, fu dato di recente alla Montagnola monumentale accesso, mediante una grandiosa scalinata,- ornata di statue e bassorilievi.
Il Giardino Margherita, più moderno ed ampio luogo di ritrovo e di spasso per la cittadinanza, si trova a mezzodì della città, fra le porte di Santo Stefano e Castiglione, alle falde estreme delle belle e verdi colline di San Michele in Bosco. Il giardino Margherita occupa 55 ettari di superficie e fu cominciato nel 1875 su disegno del conte Sambuy di Torino. Quivi fu tenuta l'Esposizione Emiliana del 1888, organizzata con intenti e scopi lodevolissimi, ai quali però non corrispose pienamente la fortuna economica. Ma non sempre si può combinare Vutile col dolce.
Sebbene la bellezza dei parchi e dei giardini non s'improvvisi in pochi anni, ma si accresca col progressivo sviluppo delle piantagioni, il giardino Margherita, che ancora pochi anni sono i fogli satirici bolognesi e non bolognesi, chiamavano coi titoli di landa infuocata e di deserto di Sahara, è ormai un amenissimo ritrovo e fra pochi anni, col completo sviluppo delle piantagioni, potrà gareggiare, per ampiezza di luogo, per ombrosità di viali, per i pittoreschi dintorni, coi più celebrati d'Italia.
Dintorni di Bologna.
Sorgente al piede degl: ultimi contrafforti apenninici, tra lo sbocco delle valli del Reno e della Savena, Bologna ha, dal lato di mezzodì, una corona di ainenissime colline che ne forma quanto mai pittoresco il paesaggio.
Sono colli in gran parte verdeggianti pei boschetti e giardini, i vigneti che li ricoprono, tempestati da ville signorili e monumentali, che talvolta fan pensare all'incanto dei colli fiesolani, di quelli d'Albaro nei dintorni di Genova: senonchè invece del mare, che sta davanti ai colli d'Albaro, dai colli bolognesi si domina l'immensa distesa della valle padana fino al Po, oltre Ferrara ed il Polesine, che in certi giorni d'atmosfera densa e nebbiosa, nella confusione delle ombre e dei particolari, dà pure la lontana illusione del mare.
Molti edilìzi ragguardevoli sotto ogni aspetto popolano i dintorni di Bologna, specialmente nella parte a monte o meridionale; ma, fra questi, tre ne spiccano in modo eccezionale e la fama dei quali ha sorpassato di gran lunga i limiti della rinomanza locale, e per ragioni d'arte, di fede, di storia sono celebri dovunque: intendiamo il Santuario della Madonna di San Luca, la Villa di San Michele-in Bosco e la Certosa.
Santuario della Madonna di San Luca (sul monte della Guardia) (lìg. 62 e 64). —Il colle sul quale si trova questo santuario, celebre m tutta l'Emilia e la Romagna, sorge a breve distanza a sud-ovest della città ed è uno degli ultimi contrafforti apenninici facenti ala sulla sponda destra del Reno, sboccante dalla sua pittoresca e lunga valle nella pianura bolognese. 11 colle della Guardia, dalle carte e dai Bolognesi detto pomposamente monte, è alto m. 286 sul livello del mare, e la sua posizione geografica è calcolata a 44°, 27' 30 latitudine nord e 1°, 9' 20 longitudine ovest dal meridiano di Roma.
Si hanno notizie di un eremo stabilito sul monte della Guardia, presso Bologna, fino dal 1100. Sembra che in quel torno vi si stabilisse un tale Eutimie eremita, venuto da Costantinopoli con una tavola di cedro sulla quale era di-
pinta, in istile bisantino arcaico, una immagine della Vergine. A Eutimio fu fatto credere, ed egli diffuse la vocefrai Bolognesi, che quella immagine fosse dipinta dall'evangelista San Luca. Ma nulla però documenta storicamente quella leggenda : che le ragioni artistiche sfatano poi completamente. Questa tavola appartiene al genere delle pitture dette dagli eruditi Aghiorite, e della quale furono principalmente diffonditori i monaci del monte Athos, pressoché i soli che, nei bassi tempi abbiano tenuto viva la tradizione della pittura e dell'arte musica. Più tardi, nel 1149, l'eremo di Eutimia passò a due pio sorelle, Azzoliua e Bice, figlie di un tal Rampollino di Gherardi di Guezo, che entrate in possesso della preziosa immagine ampliarono l'eremo e vi chiamarono a coabitarlo altre fanciulle della città desiderose di darsi alla vita contemplativa e religiosa : cosi