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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Bologna
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arte Terza — Italia Centrale
   invece affronto il pubblico vero e pagante e cominciò il suo vero ciclo artistico. Fu nn grande avvenimento clte ebbe grandissime conseguenze per lo sviluppo dell'arte musicale in Italia. Chi non vede in questo fatto il precursore di quell'altro pure grande compiutosi a poco più di due secoli e mezzo dopo, nell'ottobre del 1871, nella stessa Bologna, aprendo i battenti del Comunale alla grande arte wagneriana, momento che segna un punto importante e di evoluzione innovatrice nell'arte nostra, sentito e subito fin dal massimo dei nostri musicisti viventi, da Verdi?
   La sala del palazzo del Podestà, sebbene soffrisse per molti incendi, fu usata a teatro fino al 1766 e vi si alternavano spettacoli d'ogni genere, dai Melodrammi primitivi agli esercizi dei funamboli, dai drammi pastorali, come VAminta del Tasso ed il Pastor fido del Guarnii, alle commedie goldoniane, riformatrici del teatro comico italiano, allora in balìa dei faticoni, delle maschere, dei creatori di spettacoli ci soggetto.
   Frattanto altri e più adatti teatri erano sòrti in Bologna. Non v'era casa patrizia, non Collegio, Conservatorio od Accademia che non avesse il proprio teatrino per rappresentazioni drammatiche e musicali. Ad uso pubblico erano specialmente adibiti: il teatro Formigliari, sórto nel 1640 per opera dell'architetto Segliizi, sul luogo ove sorge ora il palazzo mengoniano della Cassa di risparmio, ed il Malvezzi in via San Sigismondo, vicino al palazzo attuale dell'Università. Quest'ultimo sorse nel 1680. Il teatro Formigliari fu il primo che avesse la forma a ferro di cavallo, sì adatta per gli effetti acustici e sì comoda per la visuale, ed in quest'opera il Seghizzi si mostrò un vero innovatore; era il più frequentato dal popolo, mentre al Malvezzi si affollavano specialmente i nobili. Tuttavia il Formigliari seguì nel meglio e nel peggio gloriosamente la storia del melodramma italiano, dal suo inizio, si può dire, alla sua prosperosa giovinezza, raggiunta sulle scorcio del secolo passato con Gazzaniga, Piccinni, Ciinarosa, Paisiello. Fu distrutto nel 1802 dà un incendio. Il teatro Malvezzi abbruciò invece in una notte del febbraio 174-5 e la nobiltà, rimasta senza il suo teatro favorito e mal piegandosi ad andare ove conveniva il grosso pubblico della cittadinanza, tanto fece con suppliche, maneggi ed arti, che ottenne da papa Lamberti ni (Benedetto XIV) la facoltà di erigere un nuovo e grandioso teatro e dal Senato di Bologna gran parte della somma occorrente all'opera di non poco momento. Così fu che sorse il Comunale, uno dei teatri più meritamente celebri nel mondo dell'arte.
   Teatro Comunale. — Ottenuta dal Pontefice la concessione e deliberata dal Senato Bolognese la erezione di un nuovo grande teat.ro.in sostituzione del distrutto Malvezzi, fu stabilito che il nuovo edilizio sarebbe sorto nella località detta del Guasto : l'area sulla quale, due secoli e mezzo prima, sorgeva il palazzo famoso di Bentivoglio, il piti bell'edilizio civile che allora fosse in Italia. L'incarico della importante costruzione fu affidato all'architetto Antonio Galli detto il Bibbiena, il quale presentò all'uopo tre progetti o modelli in legno ; uno di questi trovasi ancora nell'aula della Biblioteca comunale, nel palazzo dell'Archiginnasio. Per quanto il Bibbiena si rivelasse con quest'opera artista di grande valore, fu bersagliato da satire e libelli che un nugolo di avversari e detrattori ad ogni istante gli lanciava contro : il Bibbiena tenne testa ai suoi detrattori, che molte volte parvero avere buon giuoco perchè i lavori per varie cause andavano a rilento. Fi teatro, compiuto ed inaugurato ili 4 maggio 1763 co! Trionfo dì Clelia del Metastasio, musicato da
   Cristoforo Gluck, conquistò di primo impeto la ammirazione della cittadinanza contro la quale dovettero finalmente tacere gli accaniti avversari dell'architetto.
   La sala del Comunale si distingue per eleganza e carattere architettonico da quante altre oggidì sono in Italia. È uno dei più eleganti e raffinati saggi che l'arte rococò abbia lasciato di sè. É a quattro ordini di palchi — oltre il loggione o galleria superiore, a balconate sporgenti L'apertura dei palchi nei tre primi ordini è ad arco romano : ti che dà maggior maestà alla sala, togliendole la inevitabile monotonia dei palchetti ad apertura squadrata. Così anche le balconate dei palchetti sporgenti con eleganti balaustre sono un bellissimo elemento decorativo e danno al Comunale un'impronta tutta propria. Nelle grandi serate di gala presenta un colpo d'occhio meraviglioso.
   Il Comunale fu più volte l'istaurato ed abbellito: eccellenti sono le pitture-decorative eseguitevi nell'ultimo restauro dai bolognesi Bori o