Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincia di Bologna', Gustavo Strafforello

   

Pagina (156/281)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (156/281)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Bologna
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   J40
   l'arte Terza — Italia Centrale
   Kg. 00. Bologna : Casa dei Carraeci (da fotografia Alinari).
   ili tempi abbastanza lontani e nei quali la musica i strumentai e e profana era allo stato embrionale, non essendo peranco apparsi il Palestrina, il Monteverde, lo Stradella e gli altri sommi, dai quali, sullo scorcio del secolo XVI, quest'arte tanto incremento prese, essa aveva in Bologna un notevole sviluppo ed ardenti cultori. Fra questi è ricordato un messere Lodovico di Felicino, che stava in Galliera, morto nel 1586, del quale Jacopo Ranieri, cronista, scrive che « si deletava de tutte le gentileze che fosse imposibile, zoè de sonare tutti li instrumenti, zoè liuti, violle, dolgemelle, ciavisembali, monacorde, orghano, violinali, pifari, cornetti et multi altri in strimi enti et chanturi per rasone de canto, ecc. ». Questo messer Felicino, che da solo rappresentava una orchestra, è un'altra prova del come, al principio del secolo XVI, fosse diffuso e sentito in Bologna il gusto per la musica, la quale, per destare tanto effetto e lasciare tanta impressione nei contemporanei, doveva dai suoi cultori essere eseguita razionalmente secondo le leggi dell'arte, che non molto lungi (la Bologna, al chiostro della Pomposa nel Ferrarese, erano state trovate da Guido d'Arezzo e che più tardi, nel secolo XIV, erano state insegnate da un frate Bartolomeo e da altri, formando un forte nucleo, tanto che Nicolò V, pontefice, in una lettera diretta al cardinale Bes-sanone da Fabriano, in data del 25 luglio 1450, aveva stabilito che nelle materie nuove da insegnarsi nello Studio vi fosse anche « una lettura di musica ». La volontà di quel pontefice, per altre circostanze, non ebbe seguito; ma il fatto della sua proposta però non cessa d'avere un grande valore nella storia dell'arte bolognese. E più si procede nei tempi, durante tutto il secolo XVI, più si raffina e si sviluppa il gusto musicale nella città ed ì trattenimenti musicali diventano una necessità di prim'ordine pei Bolognesi durante il secolo XVII ed il XVIII. Non ci sono in questo periodo in Italia che Roma e Napoli che possano competere, come centri musicali, con Bologna. Ed ognuno di questi centri aveva una caratteristica propria: a Napoli si sviluppava