Bologna
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nel 1612; quello di Giovanni d'Andrea, operato da Jacopo La 11 freni. Meritevoli d'essere ricorda:: sono pure i monumenti sepolcrali a Bonifacio Galiuasì (f 1346), Pietro Cernili (f 1338), Maffeo Samloni (f 1330), Michele de Bertaglia ,f 1328), Gherardo dei Gliislieri (f 1380), Bar-tnlazzo dei Preti (f 1318), Banandrea dei Bo-nandrei (f 1338). lettori dello Studio bolognese e cittadini insigni.
Infine liavvi nel Museo Civico di Bologna una rara collezione d'oltre 100 libri corali con finissime miniature d.il secolo X11J a tulio il XVII, provenienti in gran parte dalle soppresse numerosissime Corporazioni religiose prima della line del secolo XVIIT esistenti in Bologna; e fra gli oggetti di carattere sacro, nella stessa sala, liavvi un piviale ricamato con grandissima arte, della fine del secolo XVI; alcuni antichi Crocefissi ed avanzi di pitture del secolo XIV e del principio del XV.
In complesso, e per la ragguardevole parte data alle collezioni preistoriche e per la rarità degli oggetti conservati, il Museo Civico di Bologna va ritenuto fra i più importanti d'Europa ed il visitarlo riesce sommamente istruttivo e dilettevole.
Liblioteca Comunale. — Ila sede nel palazzo dell'Archiginnasio. Andò formandosi colle varie librerie delle Corporazioni religiose soppresse dopo il 1796; nel 1801 fu aperta al pubblico e nel 1802 dichiarata di proprietà del Comune, che se ne addossò le spese di servizio, man toni mento ed incremento.
Nel 1811 fu arricchita della preziosa raccolta di libri antichi lasciati dall'abate Antonio Magnani e piùtardi tra il 1838 ed il 1839 fu allogata nell'attuale locale prendendo nolevolissiino incremento coll'acquisto della ricca biblioteca Venlu-roli. Poco appresso per legato di Gioachino Mugnoz aumcnlavasi di circa 7000volumi di miscellanee, a cui si aggiunsero altre opere per acquisti e per nuovi lasciti di benemeriti cittadini, fra i quali vanno specialmente ricordati Giovanni Aldini, Luca Sbarri, il conte Alessandro Agucchi, il prof. Michele Medici, ecc. Nel 1859'la Biblioteca si accresceva ancora di 15 mila volumi, pressoché tutti di argomenti sacri, formante la libreria dei soppressi Gesuiti ; e nel 1861, oltre 5000, riguardanti le Belle Arti, l'Archeologia, acquistati in parte dal Municipio ed in parte per legato di Pelagio Pelasi. Tra il 1867 ed il 1870 la Biblioteca si accrebbe di altri 63.000 volumi vegnenti essi pure dalle soppresse Corporazioni religiose; e più tardi fu arricchita coll'aggiurita delle biblioteche Alessandrina e Giordani (1873) coi doni del senatore Berti Pieliat, del Merlarli, del prof. G. B. Ercolanì, e dello statista Marco Minghetti, il quale donò all'Istituto oltre 10 mila opuscoli di carattere storico, politico, scientifico ed economico.
Accrebbero l'importanza di questa già cospicua Biblioteca'! manoscritti del celebre poliglotta cardinale Mezzofanti, le raccolte llercolani eBelon-ciani (1878), del qual ultimo è un ampio spoglio delle rime dei primi poeta volgari. Fra le cose rare di quella Biblioteca sono venti codici greci, taluno dei quali del secolo X ed XI colle opere dei Santi Padri e circa 300 latini, in gran parto di soggetto sacro. Tutta questa copiosa raccolta di libri fu ordinata ed allogata in diciotto sale del palazzo dell'Archiginnasio, nelle quali si conservano pure alcune cose rare ed oggetti d'arte, come un busto del Magnani, una Venere del Ba-ruzzi, molti acquarelli, vari codici miniati, l'unico esemplare del tomo III della storia bolognese del Gherardacci, e nella sala delle scienze matematiche (ove Donizetti nel 1842 diresse, per la prima volta in Bologna, lo Staimi Mater ili Rossini ), il prospetto della sala del Teatro Comunale: uno dei tre che il Bibbiena presentò alla approvazione del Senato bolognese. Nel gabinetto del bibliotecario liavvi un pregevolissimo Crocefisso cori santi e paesaggio attribuito al Francia ed un Cristo deposto del Borani.
lluseo del Itisorijimento. — Ila sede nel palazzo Galvani, al pianterreno. Fu creato in questi ultimi anni col concorso del Comune, della Provincia e di molti privati. Comprende una serie di documenti e di oggetti interessanti, clic dal tentativo rivoluzionario di Zamboni e De Rotondisi 790-96) vanno fino alla presa di Roma.
Copiosissima è la raccolta delle memorie e degli atti riguardanti i moti del 1831 di Modena e Bologna, e quelli del 1848, riferentisi special-niente alla gloriosa cacciata degli Austriaci dalla città per la Montagnola, I'8 agosto di quell'anno memorando. Completa ed oltremodo interessante è pure la collezione delle memorie, dei cimelii, dei documenti riferentisi ad Ugo Bassi, il forte ed inspirato martire bolognese, le predicazioni del quale tanta parte ebbero nello scuotimento degli animi, nel periodo precursore al moto e durante il moto stesso e l'assedio di Roma.
Museo dell'ini Centenario dello Studio. — Fu istituito nel 1892 e contiene tutti i doni (libri, monografie, oggetti artistici, documenti, pergamene miniate, autografi, atti accademici, ritratti, ecc.) offerti ali Università nel 1888 per le feste ilei 1'VIII centenario della fondazione dello Studio. Notevolissimo fra questi doni fu il nuovo gonfalone universitario, offerto dalle signore bolognesi eseguito a ricamo su disegno di A. Tartari ui, In questo gonfalone sono simbolicamente rappresentate le vicende attraversate dallo Studio nel corso di otto secoli. E una sintesi storica, figurata sì beri riescila, che vale la pena di descriverlo minutamente. 1 fatti e le vicende dello Studio sono figurati sul gonfalone-fagli emblemi dei Collegi, dagli stemmi dei principi e sovrani che fecero concessioni e diedero leggi allo Studio,