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l'arte Terza — Italia Centrale
(1088) e poi tutta una sequela di documenti, di atti, di memorie, di lettere, clic da Irnerio vanno fino alla fine del secolo scorso, facendovi sfilare dava))!' in una singolare fantasmagoria dopo gli antichissimi dottori, dopo Irnerio, i nomi di Bulgaro, Martino Gosia, Alberico di Porta liavegnana (i tre dottori che sentenziarono sul gran piato tra Barbarossa e le città lombarde alla Dieta dì Roncaglia), Pallio, Azone, Ugo, Accursio, Udofredo, Kolandino de' l'asseggierì, Egidio Foscherari, Lanihcrtiiio, Ramponi, Alberto da Caudino, Taddeo Pepoli, Giovanni da Legnano, Calderini, Filelfo, Barbazza, Tartagni, Montano, Arili 1 lini, Ruina, Pomponazzi, Ale-iati, Urceo, Socino, Cardano, Aldo Manuzio, Cataldi, Galilei, Mngozzi, Aldrovandi, Cavalieri, Cassini, Malpighi, Martelli, Benedetto XIV, Beccali, Valsaha, Manfredi, Zanetti, Laura Bassi e Luigi Galvani, il quale, ad onta del suo gran nome di mecenate, versando in continuo bisogno, è nel patrio Archivio rappresentato da lettere che sono altrettante insistenti domande d'aumento di stipendio.
Nè. meno interessante è nell'Archivio la serie dei documenti riguardanti gli scolari e formante sezione a parte fra le carte universitarie. Vi sono Bolle e privilegi accordati in ogni tempi agli studenti da governi e potenti, lettere., suppliche e accuse di loro o contro di loro, cartelli e satire d'ogni specie salienti lino all'anno 1252. Seguono t grossi volumi delle matricole, i diplomi di lavori in pergamena miniati, molli dei quali colle armi gentilizie dei laureati. Vi sono atti di famiglie sovrane riguardanti personaggi loro venuti in Bologna per studiarvi: ve ne sono di Casa d'Austria, di Baden, di Baviera, di Sassonia, di Wùrteinberg, di Brunswick, dei Gonzaga di Mantova, degli Estensi di Ferrara. Fra le rarità prelibateavvi il manoscritto del noto sonetto sulla Garisenda :
No ine possano zamar fai qitìenda...
attribuito a Dante ed edito con corredo di illustrazioni filologiche e storiche dal Carducci anni sono ; vi sono infine gli incartamenti del processo incoato, nel 1564, a Torquato Tasso dall'auditore del Torrone, Marco Arese, per una satira contro i professori in terza riunì, della qnal satira, uno dei punti più incriminali, fn la terzina:
Studia la spera et studia la poetica
Et non intende i termini, lior guardato
S'egli vanesia forte, et se famelica.
Il Tasso, come già accennammo, minacciato di prigione per questa satira, dovette abbandonare gli studi, l'Università e Bologna, rifugiando a Castel vetro, ove fu benevolmente accolto dai Rangoni.
Si conservano infine in questa parte dell'Archivio i diplomi con la firma di Carlo V imperatore, accordante al Collegio dei Dottori della Università di Bologna il privilegio di creare cavalieri coloro che erano nominati dottori; le ma-
I ricole del Collegio dei Notai e gli statuii del Collegio dei Giudici ed Avvocali. Come curiosità storica hanno il loro valore i libri segreti contenenti le lauree, delle quali se ne hanno molte conferite a personaggi diventali celebri, come papa Alessandro VI (Borgia). Tartagni, Barbazza, Gregorio XIII (Boncompagni, già professore di diritta canonico nella stessa Università). Curiosa la postilla messa in margine alla laurea di Alessandro VI: Morlus est 1503 augusti et sepultus in inferno.
Le altre sezioni dell'Archivio di Stato bolognese contengono i voluminosi incartamenti rife-renlisi ai Feudi del Bolognese, alle Opere pie, ai soppressi monasteri e di molte famiglie patrizie che vollero fare deposito delle loro carte nell'Archivio patrio. Tulio questo immenso materiale di documenti,; a ripassare il quale non basta la vita d'un uomo, è ordinato e custodito in eleganti scaffali , disposti intorno ad amplissime sale. Gli autografi più rari, le miniature più artistiche, i cimelii più preziosi sono conservati sotto speciali vetrine. L'Archivio di Stalo possiede indire unti raccolta di più che 1500 sigilli governativi, di enti e di privati commercianti dal secolo XIII.
ì!ilsco Civico. — Nello stesso palazzo Galvani, contiguo al locale dell'Archivio di Slato, si trova quello del Museo Civico, che per collezioni preistoriche e del periodo umbro, etrusco e gallico, è certamente fra i primissimi elle si abbiano in Italia. Questo Museo fu costituito nel 1881 dalla fusione, assai opportuna, dei due musei allora esistenti in Bologna : il Museo Universitario ed il Civico. (1 Museo Universitario fu fondato, nel 1712, ila Luigi Ferdinando Marsili; accresciuto, nel 1743, pei due musei assai tempo prima offerti al Senato bolognese da Ulisse Aldrovandi e ila Ferdinando Caspi, per moltissimi doni pervenuti da privati e da benefattori, tra i (piali il pontefice Benedetto XIV, che legava all'istituto il ricchissimo suo medagliere. 11 Museo Civico era formato dalla raccolta Palagi, consistente in un bel numero ili monumenti greci, romani, etruschi, medioevali provenienti ila varie parli; dei sepolcri etruschi rinvenuti nella Certosa durante gli anni 1869-72; di altri rinvenuti nei lavori preparatori! del nuovo Giardino pubblico, fuori di porta Mazzini e nelle proprietà Arnoaldi e De Luca ; delle antichità, sempre trovate in vari scavi privati, nella stralicila della Certosa e nell'Arsenale, insieme alla ricchissima collezione di bronzi primitivi, rinvenuta nel 1877 mentre si facevano lavori di livellazione e adattamento nella piazza San Francesco. Uniii in un sol corpo questi due importantissimi musei, le collezioni : vennero in seguilo fuse insieme, riordinate e distribuite, secondo lo categorie degli oggetti, in cortili, gallerie e sale apposite.
Sotto il portico del cortile sono distribuite le ! iscrizioni lapidarie della città e provincia bolo-