Bologna 101
Perrez, Dirle Von Slam, Aldegrever, laica di Leida, pchangoner, Zotzinger, Hopfer, Beliain, Mecken, Baader, Kelian, Goltzius, G. Andrai], Bartulazzi, Bervic, Callol. Drever, Edelink, Ma-son, Morghen, Bembrandt, Lunghi, Woidlel, G. G. Ville, Calaniatla, ecc.
Ircliivid di Stato.— Quest'istituto ha sedo nel palazzo Galvani in via dell'Archiginnasio, di fianco alla basilica di San Petronio, che, insieme al sottostante portico della Morte, fu eretto sui disegni del Tcrritjilia nel 1500. Il grandioso edilìzio contiene l'Archivio di Stato ed il Museo Civico: due istituti di necessario corredo all'importanza che si è conquistata Bologna nella storia d'Italia, nella storia delle arti ed 111 ({nella dello scibile umano.
L'Archivio di Stato bolognese fu istituito con B. decreto del 1818 e fu costituito principalmente da tutto il materiale che formava l'antico Archivio del Comune; di documenti del periodo del governo pontificia e di documenti derivati da varii enti, tra cui molli dai soppressi monasteri. Tutto questo immenso materiale fu concentrato nel palazzo Galvani e ripartito razionalmente in varie sezioni, a seconda dell'indole e delle provenienze dei varii documenti, ad eccezione della sezione più moderna detta di Prefettura, rimasta nella cappella degli Anziani al palazzo Pubblico.
Per importanza storica e per antichità sta sopra tutte le altre la sezione clic con termine comprensivo è detta Archivio del Comune, ripartita alla sua volta in tre divisioni: Sezione del Governo; Giurisdizione del Podestà; Uffici amministrativi. L'Archino del Comune è ordinato e separato secondo gli uffici coi quali si amministrava quel glorioso e libero ente inedioevaleclie fu il Comune. Le serie più notevoli ed interessanti per le ricerche storiche e per lo studio degli ordinamenli comunali sono quelle delle Provvigioni e Reformagioni del Consiglio del Popolo; il Registro grosso e nuovo, coi documenti sulle milizie dell (Officio del Capitano del Popolo, comprendenti altresì gli statuti, le matricole, gli atti delle Compagnie bolognesi di armi e di arti : documenti tutli in non piccola parte anteriori alla metà del secolo X1JI il che costituisce 1111 preziosissimo materiale informativo sul periodo più caratteristico e prosperoso della vita comunale, 11011 solo di Bologna ma della regione circostante e, per riflesso, anche di altre parti dell'Italia superiore. Seguono le carte delle Signorie dei Pepali, gli statuti del Comune dal 1245 al 1455, i libri dei processi civili e criminali dal 1226; le carte dell'Ufficio dei Rifunnatori dello Stato — altra miniera inesauribile di notizie e di documenti storici — I Ufficio della Camera del Comune, della Tesoreria, dei Riformatori delle Tasse e degli Estimi.
All'Archivio del Comune fa seguito l'altra sezione detta idì'Archivw Pontificio, compren-
dente tutte le carte del Governo pontificio, anteriori all'ingresso dei Francesi, e precisamente l'Archivio del Legalo Pontifìcio, quello del Senato, quello dell'Ambasceria Bolognese in Roma e gli altri di tutti gli uffici amministrativi, finanziari e giudiziari dipendenti dal Senato.
Interessantissimo fra tutti gli altri, nella sezione degli Enti autonomi, è l'Archivio dei Collegi dell'Università. Vi si trovano le copie del supposto privilegio Teodosiano a favore dello Studio bolognese datato dal 423, ma inventato di sana pianta dai notai bolognesi, clic lo controiirmarouo verso la metà del secolo XIII per statuire in una quistione di confini insorta col Comune di Modena: gherminella riuscita pienamente allora, nm sfatata da Ludovico Antonio Muratori, nella sua famosa lettera in risposta al Petrocchi, che, appoggiandosi su una precedente difesa di Nicolò Machiavelli, il quale per certo non aveva potuto approfondire la cosa e si fidava sulle parole dei notai bolognesi del secolo XIII, sosteneva l'esistenza e la validità del privilegio teodosiano. Ravvi inoltre la collezione, unica nel mondo, dei Rottili 0 programmi annuali degli studi cominciati nel 1384 e terminati nel 1796. Di questi Rotali, al principiu di ogni anno scolastico se ne stendeva uno pei legisti ed uno per gli artisti, ed erano i cataloghi od indicatori delle cattedre e dei professori incaricati di leggere le varie materie d'insegnamento in ciascun anno. Questi programmi venivano trascritti su grandi fogli di pergamena portanti 111:'intestazione istoriata e miniata e comprendevano, insieme agli elenchi suddetti, le principali leggi dello Studio. L'intestazione cominciava colle sacramentali parole: la nomine Patris, ecc., e la lettera/, sulla quale si sbizzarriva tutta l'abilità del pittore, si allungava per tuttu il lato sinistro del foglio, con un ricchissimo fregio continuamente variato, ma generalmente adorno degli stemmi ili Bologna, dello Studio, del papa regnante, ili San Petronio e di altre figure. S011 circa 700 i Rotulì posseduti ura dall'Archivio di Stato di Bologna e vanno, come si è detto, dal 1084 al 1790, senza interruzione. Questa raccolta è di valore inestimabile, non solo storico e scientifico, poiché ci permette di seguire, anno per anno, lo sviluppo degli insegnamenti varii nello studio di Bologna ; ma anche sotto il rapporto artistico, giacché presenta anno per anno, per più ili quattro secoli filati, un saggio del gusto e dell'arte bolognese, niodilìcan-tesi a seconda dei tempi nel disegno, nella tecnica, nelle concezioni. Questi Rottili furono una specialità caratteristica dell'antico Studio bolognese, e perciò la loro collezione è cosa, piuttosto che rara,, unica nel mondo. Importantissima è pure la serie dei documenti conservati in questo ] Archivio, recanti i nomi dei dottori ili legge e cau-; sidiei bolognesi anteriori ad Irnerio, cioè: Alberto i (1067), Iginulfo (1076), Rodolfo (1086), Bustico